Legislatura: 18Seduta di annuncio: 383 del 30/07/2020
Primo firmatario: FERRO WANDA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 30/07/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma ROTELLI MAURO FRATELLI D'ITALIA 30/07/2020 TRANCASSINI PAOLO FRATELLI D'ITALIA 30/07/2020 CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 30/07/2020
Ministero destinatario:
- MINISTERO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE
- MINISTERO PER IL SUD E LA COESIONE TERRITORIALE
- MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
- MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega MINISTERO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE 30/07/2020 MINISTERO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE 30/07/2020 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 12/08/2020
FERRO, ROTELLI, TRANCASSINI e CIABURRO. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, al Ministro per il sud e la coesione territoriale, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
dalla città di Lamezia Terme è partita una campagna di informazione e sensibilizzazione sul tema delle sanzioni in materia di energia;
le sanzioni sui ritardi di pagamento delle bollette dell'energia al Sud sono le più elevate per le aziende con più di 50 dipendenti (o fatturato superiore a 10 milioni annui) ed i comuni, che, anche a causa di ciò, rischiano il dissesto;
al riguardo, è stata lanciata una petizione dall'attivista meridionalista Rosella Cerra che ne chiede l'abbattimento, poiché questa sanzione, definita «fattore omega», avrebbe il valore più alto proprio in Calabria, pari a 51,86 euro per ogni MWh, seguita dalla Sicilia con 39,96, mentre tale valore in Veneto è il più basso con 12,36 €/MWh ed in Lombardia è di 13,89 €/MWh;
secondo Cerra, un comune o un'azienda calabrese si ritrovano a pagare un fattore omega circa 4 volte superiore a quello dovuto da un comune o un'azienda lombarda o veneta nella stessa condizione di morosità;
tale situazione è paradossale se si considera che proprio la Calabria produce molta più energia di quella che consuma, inserendo l'eccesso nel circuito nazionale;
il citato fattore omega ha valori più elevati nelle regioni del Sud che storicamente hanno avuto minori risorse dallo Stato: il 34 per cento della popolazione italiana che vive nel Sud ha ricevuto finora in media il 28 per cento delle risorse;
la «scarsa qualità creditizia», spesso usata come pretesto per legittimare la disuguaglianza, sarebbe, quindi, da ricercare nella «scarsa» disponibilità di fondi di cui hanno sofferto negli ultimi anni gli enti e le imprese del Sud;
stando ai dati forniti sia da Svimez che dall'Eurispes, nelle regioni meridionali sono mancati circa 840 miliardi di euro negli ultimi 17 anni, rispetto alle regioni del Nord Italia;
se tali dati fossero veritieri, confermando una ripartizione iniqua dei fondi, è inevitabile che le regioni settentrionali siano più virtuose e con un fattore omega ai minimi valori;
tale modalità di sanzionare in maniera differente, e quindi stabilire dei costi per fornitura del servizio su base regionale, viola gli stessi principi definiti dalla direttiva europea n. 2003/54/CE, che ha, di fatto, ispirato e determinato l'attuale normativa nazionale, in particolare, la legge 3 agosto 2007, n. 125, «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 giugno 2007, n. 73, recante misure urgenti per l'attuazione di disposizioni comunitarie in materia di liberalizzazione dei mercati dell'energia» e il decreto legislativo 9 novembre 2012, n. 192, in materia di «lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali», che però, ad avviso degli interroganti, non ne hanno rispettato del tutto i principi –:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative di competenza intenda assumere in merito e se non ritenga necessario promuovere una immediata revisione della citata normativa di settore, in ottemperanza alla direttiva europea 2003/54/CE, che obbliga gli Stati membri alla fornitura di energia elettrica a prezzi ragionevoli, anche al fine di garantire la non discriminazione, la solidarietà sociale, politica ed economica di cui agli articoli 2 e 120 della Costituzione.
(4-06503)