ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06499

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 382 del 29/07/2020
Firmatari
Primo firmatario: GIANNONE VERONICA
Gruppo: MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
Data firma: 29/07/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 29/07/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06499
presentato da
GIANNONE Veronica
testo di
Mercoledì 29 luglio 2020, seduta n. 382

   GIANNONE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il codice civile all'articolo 315-bis, riconosce il diritto del fanciullo – che abbia compiuto i dodici anni, o anche di età inferiore, se capace di discernimento – ad essere ascoltato in tutte le questioni che lo riguardano. L'articolo 336-bis a sua volta, stabilisce che il minore è ascoltato dal presidente del tribunale o dal giudice delegato;

   la Convenzione di Strasburgo stabilisce, nel combinato disposto dell'articolo 3 e dell'articolo 6, il diritto del minore ad essere informato e di esprimere la propria opinione nei procedimenti che lo riguardano, imponendo all'autorità giudiziaria di permettere al minore di esprimere la propria opinione e tenerla in debito conto;

   la sua audizione è infatti utilissima, tanto sotto il profilo dell'affidamento – è noto, ad esempio, il principio giurisprudenziale secondo il quale il rifiuto ostinato del figlio minore a frequentare un genitore legittimi l'affido esclusivo all'altro, in quanto rispondente all'interesse del minore stesso, (si veda Cassazione 15 settembre 2011 n. 18867) – quanto, soprattutto, per la collocazione ed il regime di incontri con il genitore non collocatario;

   due sorelle minorenni a Torino stanno vivendo un vero incubo. Secondo quanto riportato da diversi media, le ragazze sono state allontanate dalla famiglia in seguito alla separazione dei genitori ed alle violenze del padre, ed ora si trovano in una struttura con la prospettiva di essere divise: «Sarebbe stato meglio non denunciare», si legge su il Giornale.it;

   a riportare la storia, è anche il quotidiano «La Stampa», che ha deciso di pubblicare la lettera che le ragazze hanno inviato alla redazione;

   «Siamo due sorelle, di 15 e 13 anni. Quando nel 2016 i nostri genitori si sono separati abbiamo iniziato ad andare sia da nostra madre, sia da nostro padre. Poi però nostro padre ha iniziato ad avere degli atteggiamenti violenti con noi come aveva sempre avuto con mamma», raccontano nella lettera. Definito come un individuo violento, il padre delle sorelle è infatti ora accusato di maltrattamenti contro l'ex moglie. «Quando nostro padre ha provocato un trauma cranico a me, mia madre lo ha denunciato, ma non siamo mai state ascoltate. [...] Dal quel momento abbiamo deciso che non saremmo più andate da lui. Così a inizio 2018, un'assistente sociale ci ha obbligato a seguire progetti con gli educatori e durante questo progetto nostro padre ha aggredito mamma davanti a noi», prosegue il racconto;

   malgrado il terribile fatto, il progetto con gli educatori era comunque andato avanti. Poi, nel 2018, era stata avviata la consulenza tecnica del tribunale. «Le assistenti ci dicevano che se non fossimo andate da nostro padre saremmo finite in comunità, a quel punto per paura abbiamo accettato di vederlo», spiegano le ragazzine;

   vedendo i lividi rimasti sulle figlie in seguito alle percosse ricevute negli incontri, la madre delle ragazze decise di sporgere una seconda denuncia. Nonostante tutto, gli assistenti sociali che si occupavano del caso continuarono ad insistere affinché le ragazze mantenessero i rapporti col padre violento. L'ultimo tentativo è stato l'affido ad una zia, il progetto però non è riuscito e le ragazze sono state collocate in comunità;

   le due non possono uscire, né incontrare i familiari. «Neanche una televisione o qualcuno con cui parlare – si legge su “Imolaoggi” – chiuse e basta, il cibo è da galera (riso bianco e fetta di prosciutto cotto puzzolente), ma in fondo questa è una galera, solo che noi non abbiamo fatto nulla e manco il giudice ci ha voluto sentire» –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non intenda promuovere iniziative operative presso il tribunale dei minori di Torino.
(4-06499)