ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06372

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 374 del 17/07/2020
Firmatari
Primo firmatario: BAZZARO ALEX
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 17/07/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TONELLI GIANNI LEGA - SALVINI PREMIER 17/07/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 17/07/2020
Stato iter:
22/01/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/01/2021
MAURI MATTEO VICE MINISTRO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/01/2021

CONCLUSO IL 22/01/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06372
presentato da
BAZZARO Alex
testo di
Venerdì 17 luglio 2020, seduta n. 374

   BAZZARO e TONELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la scorsa settimana si è presentato alla questura di Marghera un minore extracomunitario, che si è poi rilevato essere proveniente dal Kosovo, che non parlava italiano;

   a quel punto è scattata la procedura, che si verifica puntualmente, e il ragazzino è stato preso in carico dall'ufficio stranieri che, con l'aiuto degli interpreti, ha cercato di identificarlo e di capire le sue esigenze; poi, il ragazzino è stato fatto accomodare in sala di attesa – che era piena di altri cittadini di svariate nazionalità – è stato accompagnato dagli agenti all'ufficio anticrimine-minori e alla scientifica per il foto-segnalamento e, infine, dopo lunghe ore che gli uffici hanno passato a cercare un posto dove collocarlo, è stato portato con una volante prima negli uffici comunali e quindi in un centro per minori;

   dopo qualche giorno il ragazzino si è sentito male presso il centro per minori, è stato portato in ospedale ed è emerso che era effetto da Covid-19, come poi ha comunicato il medico della polizia;

   negli uffici della questura di Venezia non si rispetterebbero i protocolli di prevenzione del Covid-19 e la dimostrazione è il caso del minore al quale bastava forse misurare la temperatura all'ingresso in questura; si sarebbe potuto evitare di mandare in quarantena molte delle persone con cui il ragazzino è entrato in contatto, la maggior parte dei quali sono operatori della polizia di Stato;

   in questura, a mala pena, si rispetta e si raccomanda l'utilizzo della mascherina, esponendo in tal modo al pericolo sanitario gli operatori di pubblica sicurezza e i cittadini che si recano nelle questure a sbrigare le pratiche;

   a denunciare i fatti della questura di Marghera è stato il sindacato di Polizia Fsp;

   questi episodi confermano l'ingiustificato e gravissimo rischio di contagio a cui quotidianamente viene esposta la salute non solo dei poliziotti, senza alcuna colpa se non quella di adempiere con spirito di servizio al proprio dovere e alle direttive impartite, ma anche quella delle loro famiglie;

   questa situazione, oltre ad essere già di per sé gravissima sotto il profilo della dovuta tutela dal punto di vista sanitario che dovrebbe essere garantita agli agenti delle forze dell'ordine, comporta, altresì, evidentemente ulteriori problemi anche dal punto di vista della sicurezza, poiché con tali modalità si sta privando il territorio di risorse indispensabili per assicurarne il presidio a favore della collettività;

   del resto, l'episodio della questura di Venezia è similare ai fatti accaduti con l'ultimo sbarco di Roccella Jonica, che è costato la quarantena a 25 poliziotti del commissariato di Siderno, che si trova ora decapitato dalle quarantene persino del dirigente, a causa di 26 pachistani risultati positivi al Covid-19 sui 70 che sono sbarcati –:

   se ritenga di adottare iniziative, con la massima urgenza, al fine di far rispettare tutti i protocolli sanitari validi sul territorio nazionale anche nelle questure per garantire la salute delle forze di polizia che sono impegnate in prima linea sul territorio per la difesa dell'ordine e della sicurezza pubblica e che già si trovano costrette a lavorare in situazioni di estrema precarietà per la mancanza di uomini, mezzi e strumenti adeguati alle esigenze che il loro lavoro richiede.
(4-06372)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 22 gennaio 2021
nell'allegato B della seduta n. 455
4-06372
presentata da
BAZZARO Alex

  Risposta. — In relazione a quanto evidenziato nell'atto di sindacato ispettivo in esame si rappresenta quanto segue.
  Nella tarda mattinata del 10 luglio 2020, presso la sede della questura di Venezia sita a Marghera, si è presentato un minore non accompagnato di origine kosovara, che è stato preso in carico da un operatore della divisione anticrimine, il quale indossava la mascherina e osservato la misura del distanziamento. Anche il giovane è stato subito invitato a indossare la mascherina e ad igienizzare le mani con il gel antisettico che gli è stato contestualmente fornito.
  L'operatore ha poi provveduto ad accompagnare il minore nel proprio ufficio per fargli compilare il modulo per la raccolta di notizie sui cittadini stranieri privi del documento d'identità.
  Successivamente, il giovane è stato condotto dallo stesso dipendente nell'ufficio adibito al fotosegnalamento, dove un collega ha effettuato i rilievi fotodattiloscopici, utilizzando i dispositivi previsti per gli operatori della polizia scientifica, quali la mascherina FFP2, la visiera, i guanti e il camicie monouso.
  Dopo circa dieci minuti, il minore è stato riaccompagnato nella sala d'attesa, mentre alle 14 è stato preso in carico da tre dipendenti dell'ufficio minori, appena rientrate da altro servizio, che lo hanno accompagnato in una stanza, facendolo accomodare al centro e mantenendo quindi la distanza di sicurezza.
  Alle 16 circa, il giovane è stato portato in comunità con una volante munita di idoneo separatore, mentre gli occupanti indossavano i previsti dispositivi di protezione individuale.
  Nel tardo pomeriggio del 14 luglio 2020, l'unità sanitaria di continuità assistenziale ha comunicato telefonicamente alla questura la notizia della positività del minore al Covid-19.
  La mattina successiva, i dirigenti medici in servizio hanno immediatamente avviato l'indagine epidemiologica finalizzata all'identificazione di tutti i soggetti entrati in contatto con il ragazzo, effettuando altresì le visite mediche e compilando le schede previste per individuare le persone che, potenzialmente, avrebbero potuto essere state contagiate.
  All'esito di tali attività, i predetti dirigenti medici hanno disposto, a scopo cautelativo, l'esecuzione del tampone e l'isolamento fiduciario per le tre dipendenti dell'ufficio minori, rimaste per circa due ore e mezzo con il ragazzo, sebbene sempre a distanza superiore a un metro.
  Rispettivamente il 16 e 24 luglio 2020 sono stati comunicati gli esiti negativi dei due tamponi naso-faringei consecutivi effettuati per ciascuna delle predette dipendenti dell'Ufficio minori.
  All'esito di quanto sopra, la questura di Venezia ha evidenziato che il protocollo sanitario predisposto per far fronte all'emergenza epidemiologica da Covid-19 è stato rispettato, sia per quanto riguarda la tempestiva gestione della situazione da parte del competente ufficio sanitario, sia per quanto attiene alle misure previste per gli utenti esterni e gli operatori.
  Più in generale, con riferimento ai protocolli sanitari previsti per gli appartenenti alla polizia di Stato, si comunica che la direzione centrale di sanità del dipartimento della pubblica sicurezza è delegata alla gestione della salute e della sicurezza del proprio personale per tutto ciò che riguarda le misure di profilassi connesse al contenimento della diffusione dell'epidemia da Covid-19 (
ex articolo 73-bis del decreto-legge n. 18 del 17 marzo 2020, integrato dalla legge di conversione n. 27 del 24 aprile 2020).
  Al riguardo, fin dall'inizio dello stato di emergenza, il Ministero dell'interno ha emanato numerose circolari con le quali sono stati resi noti i protocolli operativi utili alla minimizzazione del rischio da esposizione al Sars-Cov-2.
  La predetta direzione centrale fornisce periodicamente i dispositivi di protezione individuale attraverso gli uffici sanitari provinciali territoriali, indicandone il corretto utilizzo da parte dell'operatore di polizia e specificandone l'uso in base alle diverse tipologie di servizio, ai potenziali rischi di esposizione e alla fase epidemiologica territoriale.

Il Viceministro dell'interno: Matteo Mauri.