ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06359

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 373 del 16/07/2020
Firmatari
Primo firmatario: DE CARLO SABRINA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 16/07/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SUT LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 16/07/2020
PERANTONI MARIO MOVIMENTO 5 STELLE 16/07/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 16/07/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06359
presentato da
DE CARLO Sabrina
testo di
Giovedì 16 luglio 2020, seduta n. 373

   SABRINA DE CARLO, SUT e PERANTONI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   sei mesi dalla morte dell'uomo di nazionalità georgiana, Vakhtang Enukidze, detenuto presso il Centro di Gradisca, le cronache tornano a parlare di una nuova e recente scomparsa;

   il 14 luglio 2020 infatti, un ragazzo di nazionalità albanese, è stato trovato senza vita nella sua stanza, condivisa con altre cinque persone, da un addetto della cooperativa che gestisce la struttura; per contro, il suo compagno di stanza, un ragazzo marocchino, è stato trovato in condizioni gravi, trasportato in ospedale e ricoverato in terapia intensiva;

   il trasporto in obitorio del giovane uomo trovato morto nel Cpr ha provocato una rivolta nello stesso stabile con materassi bruciati. «L'assemblea No CPR No Frontiere» in un video pubblicato il 14 luglio 2020, su facebook, mostra in maniera evidente, fiamme e roghi all'interno dello stabile, attribuita alla protesta nata a seguito della morte del ragazzo;

   nel video pubblicato dalla stessa associazione appare leggibile una scritta sul vetro in Plexiglass dello stabile: «Voglio rivotril», un ansiolitico. Parrebbe infatti che l'abuso di droghe e farmaci sia un elemento caratterizzante in questi luoghi, dove l'uso dovrebbe essere proibito;

   tesi confermata dallo stesso procuratore Lia, sottolineando un evidente giro di sostanze all'interno dei centri;

   centri di permanenza per il rimpatrio fanno parte di una rete di strutture per l'identificazione ed il rimpatrio dei «migranti irregolari»; l'allora ministro Minniti ne aveva previsto l'apertura in ogni regione e i decreti di sicurezza varati dal precedente Governo avevano parzialmente smantellato le strutture alternative di identificazione e di rimpatrio, restringendo gli Sprar soltanto a coloro che erano già in possesso di protezione internazionale o ai minori stranieri non accompagnati: la suddetta misura è stata confermata in seguito da una circolare del 14 gennaio 2019 emanata dal Ministro interrogato;

   le misure attuate e perseguite, hanno, evidentemente comportato un deterioramento delle condizioni, igieniche, sanitarie e di sicurezza dei detenuti come già evidenziato in precedenti interrogazioni;

   inoltre, pochi giorni fa, nel carcere di Trieste ha perso la vita un ragazzo triestino di 38 anni, già in cura per problemi di natura psichica e di tossicodipendenza; come sottolineato dalla stessa direttrice della casa circondariale del Coroneo, Silvia Della Branca, esponendo una situazione già nota ai sindacati di polizia penitenziaria sul regime delle cosiddette «porte aperte» o «regime aperto», si consente ai detenuti di godere per alcune ore al giorno di uno spazio più ampio e condiviso con altri. Modello introdotto dal Dap nel 2011 che di fatto alleggerisce, per le carceri di media sicurezza il sovraffollamento nelle celle;

   tale regime rende più semplice lo scambio di farmaci o altro tra i detenuti;

   dai fatti raccontati dalla madre del ragazzo, emergono poi elementi di sconcerto, quali episodi di gravi percosse da parte di altri detenuti nei confronti del ragazzo, fatti già esposti al legale dello stesso;

   le situazioni citate non possono essere equiparabili, ma si ricorda che lo Stato italiano deve garantire sicurezza negli ambienti di detenzione e situazioni di reclusione non devono in alcun modo compromettere la dignità e la salute dell'essere umano, che anzi, dovrebbe essere tutelata –:

   se sia a conoscenza dei fatti sopra descritti e se abbia intenzione di intervenire, anche promuovendo una opportuna riqualificazione dei Centri per il rimpatrio e misure volte alla salvaguardia delle persone detenute nel nostro Paese.
(4-06359)