ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06338

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 372 del 15/07/2020
Firmatari
Primo firmatario: DI SARNO GIANFRANCO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/07/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 15/07/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06338
presentato da
DI SARNO Gianfranco
testo di
Mercoledì 15 luglio 2020, seduta n. 372

   DI SARNO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   da diversi anni gli agenti e i rappresentati di commercio, iscritti all'ente di previdenza integrativa obbligatoria Enasarco, subiscono vessazioni ed abusi in violazione del principio di ragionevolezza, che dovrebbe caratterizzare i rapporti con i contribuenti;

   con la legge n. 613 del 1966, il legislatore ha individuato l'INPS, come ente di previdenza statale di primo pilastro, demandando all'Enasarco il compito di erogare un'integrazione pensionistica nel momento in cui l'agente di commercio matura i requisiti per poter beneficiare della pensione. Tuttavia, l'Ente ha progressivamente introdotto vari vincoli sulla durata dei versamenti, a causa dei quali circa 650 mila ex agenti divenuti silenti non si sono visti riconoscere alcuna somma, nonostante avessero versato più di 7 miliardi di euro nelle casse della fondazione Enasarco. Tali proventi, invece di essere erogati ai contribuenti, sarebbero serviti al mero sostentamento dell'ente ed in buona parte devoluti ai componenti del consiglio di amministrazione, all'apparato organizzativo ed ai consulenti esterni, in palese contrasto con le finalità di pubblico interesse che la fondazione dovrebbe perseguire a tutela dei rappresentanti di commercio. I cosiddetti dipendenti silenti, dunque, sono vittime di un trattamento penalizzante e discriminatorio, posto che sono esclusi dal trattamento pensionistico integrativo;

   numerose sono le irregolarità del sistema previdenziale evidenziate dai membri di tale categoria, soprattutto per quanto concerne il costo del contributo previdenziale, pari a circa il 48 per cento del fatturato, senza ricevere in cambio un adeguato welfare. Infatti, a tali lavoratori non spettano ferie retribuite, convalescenza per malattia o da infortunio retribuito, nessun assegno familiare o indennità di disoccupazione in caso di perdita del mandato;

   un'ulteriore anomalia riguarda l'obbligo della cosiddetta quota 92, necessaria per ottenere il diritto all'integrazione pensionistica. Infatti, l'Ente concede il beneficio solo all'agente che abbia versato almeno 20 anni di contribuzione al raggiungimento del 65° anno di età anagrafica, con un'interpretazione, a giudizio dell'interrogante, personalistica delle norme di legge, tant'è che a molti professionisti viene negata l'integrazione, poiché per pochi mesi non riescono a raggiungere il requisito temporale;

   è evidente la discriminazione degli agenti e dei promotori finanziari rispetto ad altri lavoratori iscritti a casse di previdenza private; differenza acuitasi nel corso dell'emergenza da Coronavirus, poiché a causa della contraddittorietà e lacunosità del sistema previdenziale descritto, i lavoratori non hanno potuto ottenere il bonus una tantum di 600 euro disposto a livello nazionale;

   le doglianze della categoria non sono rimaste isolate, in quanto anche Federcontribuenti si è resa portavoce degli interessi degli agenti e dei rappresentanti di commercio, intraprendendo una serie di azioni giudiziarie nelle competenti sedi civili e penali;

   in particolare, è stata denunciata una gestione poco trasparente del patrimonio dell'Ente, impiegato in investimenti finanziari aleatori e fallimentari o in spese folli per servizi che ben potrebbero essere internalizzati. Ciò determina gravi ripercussioni in danno degli iscritti, poiché i contributi vengono distratti dagli scopi pubblici e previdenziali a cui sono prioritariamente destinati;

   alla luce delle criticità evidenziate, è necessario rafforzare la vigilanza ed il controllo sulla direzione dell'Enasarco posto che anche la magistratura contabile ha sollevato dubbi sulla corretta gestione dell'Ente –:

   se il Ministro sia a conoscenza delle gravi irregolarità e discriminazioni che sembrano caratterizzare il sistema previdenziale integrativo gestito dalla Fondazione Enasarco e quali iniziative intenda adottare a tutela della categoria degli agenti e dei rappresentanti di commercio.
(4-06338)