ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06261

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 368 del 08/07/2020
Firmatari
Primo firmatario: FOTI TOMMASO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 08/07/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO PER L'INNOVAZIONE TECNOLOGICA E LA DIGITALIZZAZIONE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 08/07/2020
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 08/07/2020
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER L'INNOVAZIONE TECNOLOGICA E LA DIGITALIZZAZIONE delegato in data 15/07/2020
Stato iter:
23/12/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/12/2020
PISANO PAOLA MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (INNOVAZIONE TECNOLOGICA E DIGITALIZZAZIONE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/12/2020

CONCLUSO IL 23/12/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06261
presentato da
FOTI Tommaso
testo di
Mercoledì 8 luglio 2020, seduta n. 368

   FOTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   l'emergenza sanitaria ancora in corso ha mostrato tutta la fragilità del Paese nel vincere le storiche sfide del cosiddetto «digital divide»;

   quanto alla rete mobile sono oltre 1.200 i comuni (secondo il censimento dell'Unione nazionale comuni, comunità enti montani di ottobre 2019) nei quali si registrano difficoltà nella ricezione dei segnali ed è impossibile, con uno o più operatori, fare telefonate, mandare messaggi, connettersi a internet da smartphone;

   altra situazione fonte di grave preoccupazione è quella data dalla «tv che non si vede»: sono, infatti, circa 5 milioni gli italiani che non riescono a captare i canali del servizio pubblico e l'intero bouquet televisivo. Una situazione evidenziata da anni dai CoreCom e segnalata, innumerevoli volte, all'autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AgCom);

   infine, ulteriore fronte del divario digitale – che il Paese ha (ri)scoperto in questa pandemia – è dato dalla carenza di adeguate reti per i dati e per l'accesso ad alta velocità a internet. La rete è ancora preclusa per moltissimi territori. Lavorare, fare lezioni, guardare un film, accedere ai servizi della pubblica amministrazione, resta un miraggio in troppe parti d'Italia, atteso che le velocità sono rimaste ferme a dieci anni fa –:

   se e quali iniziative il Governo intenda porre in essere per una rapida attuazione del Piano nazionale banda ultralarga (Bul), tenuto conto che i ritardi ad oggi accumulati non appaiono più ulteriormente tollerabili;

   se il Governo intenda altresì definire una strategia nazionale digitale per la montagna in linea con quanto previsto dalla legge n. 158 del 2017 sui piccoli comuni e dagli impegni contenuti nelle mozioni approvate il 28 gennaio 2020 dalla Camera dei deputati.
(4-06261)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 23 dicembre 2020
nell'allegato B della seduta n. 445
4-06261
presentata da
FOTI Tommaso

  Risposta. — Si riscontra l'atto di sindacato ispettivo in esame, con il quale l'interrogante chiede di conoscere le iniziative del Governo per una rapida attuazione del Piano nazionale banda ultralarga (Bui) e di sapere se si intenda adottare una strategia nazionale digitale per la montagna in linea con quanto previsto dalla legge n. 158 del 2017 sui piccoli comuni e dagli impegni contenuti nelle mozioni approvate il 28 gennaio 2020 dalla Camera dei deputati.
  Al riguardo, sentito il dipartimento per la trasformazione digitale, rappresento quanto segue.
  Premesso che il progetto Banda Ultra Larga e la sua accelerazione rivestono grande rilevanza politica per il Governo, in qualità di Presidente del relativo Comitato (CoBUL), ho dato forte impulso alla sua attività, convocandolo a cadenza ravvicinata, al fine di individuare le cause del ritardo nella realizzazione dello stesso e le iniziative più urgenti da adottare per accelerare la sua attuazione, necessità che si rileva ancor di più nel momento di emergenza sanitaria in atto.
  In questi mesi, il CoBUL, sotto la mia presidenza, ha operato, in stretta sinergia con gli altri dicasteri (Ministero dello sviluppo economico, Sud e coesione territoriale, affari regionali, pubblica amministrazione, politiche agricole) e le regioni, per dare attuazione alla strategia nazionale, accelerando le attività nelle aree bianche e attivando le parti ancora mancanti della strategia: gli incentivi alla domanda (
voucher) e i progetti nelle aree cosiddette grigie.
  Complessivamente si tratta di investimenti per oltre 4 miliardi di euro:

   il piano «aree bianche», ovvero le zone a fallimento di mercato, in cui il concessionario Open Fiber sta portando internet veloce in 7123 comuni (per un totale di 7.914.317 unità immobiliari). La rete in fibra (81 per cento delle UI sarà raggiunto con tecnologia FTTH Fiber-To-The-Home, il rimanente 19 per cento con tecnologia FWA) sarà gestita dal concessionario per 20 anni in modalità Wholesale. L'investimento complessivo è pari a 1.584 milioni di euro;

   il piano «scuola», che prevede di offrire connessione internet gratuita per 5 anni (in fibra ottica a 1 Gbps) a circa 37.000 edifici scolastici (sui 40.000 totali), con servizi di manutenzione e assistenza. Si prevede di attivare la procedura di gara entro ottobre al fine di poter servire i primi 3.000 plessi nei primi mesi del prossimo anno. In alcune regioni (che hanno optato per interventi in autonomia), tra cui Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, le prime istituzioni scolastiche sono già in fase di collegamento. L'investimento complessivo previsto è pari a oltre 400 milioni di euro;

   il piano di incentivi per la domanda (voucher), approvato dal CoBUL il 5 maggio 2020, prevede un totale di 1.146 milioni di euro per consentire a famiglie (546 milioni) e imprese (600 milioni) di beneficiare di un contributo per l'acquisto di servizi di connettività. Per tutte le famiglie è previsto un incentivo pari a 200 euro; per le famiglie meno abbienti (Isee inferiore ai 20.000 euro), vi sarà anche la possibilità di richiedere un contributo aggiuntivo di 300 euro per disporre di un Tablet o PC. Si stima che ne potranno beneficiare a livello nazionale oltre 2 milioni di famiglie (circa il 16 per cento). Viste le modalità di riparto dei fondi (80 per cento regioni del sud 20 per cento regioni del centro-nord), in alcune regioni la percentuale di potenziali famiglie beneficiarie è molto più alta (esempio 65 per cento in Molise, 41 per cento in Basilicata, 39 per cento in Sardegna, 30 per cento in Puglia e Sicilia). Per le imprese è previsto un contributo fino a 2.000 euro. Si stima ne potranno beneficiare a livello nazionale oltre 400 mila imprese (22 per cento circa). Anche in questo caso, l'impatto in alcune regioni sarà molto significativo (esempio oltre 95 per cento in Molise, 70 per cento in Sardegna, 60 per cento circa in Calabria, Basilicata e Sicilia). I voucher saranno erogabili non appena approvate le misure (regime di aiuto) dalla Commissione europea: si stima entro il mese di ottobre per le famiglie meno abbienti;

   il piano «aree grigie», ovvero le zone con gap tecnologico, che prevede interventi mirati a favorire la diffusione della fibra ottica in modo capillare sul territorio, abilitando anche lo sviluppo del 5G (in linea con la strategia e gli obiettivi 2025 della Commissione europea). Attualmente, in sinergia con le regioni, si sta focalizzando l'attenzione (in base alle risorse disponibili, circa 1.100 milioni di euro) sulle zone ad alta densità di imprese, al fine di poter attivare quanto prima (entro fine 2020) interventi a favore dei territori, quale risposta alla situazione emergenziale dovuta a COVID-19. L'esatta dimensione e posizionamento delle aree grigie è comunque in fase di ridefinizione da parte di Infratel che ha appena completato la consultazione degli operatori privati in relazione ai rispettivi piani di investimento/sviluppo nei prossimi tre anni.

  Un altro importante passo avanti in favore della diffusione della connettività è stato compiuto con il decreto semplificazione e innovazione digitale n. 76 del 2020 specie sul fronte della banda ultra larga, agevolando il posizionamento della fibra attraverso l'utilizzo della cosiddetta «microtrincea», una tecnica di scavo a basso impatto ambientale che non richiede poi l'effettuazione del ripristino del manto stradale. In questo modo si riducono i tempi dei lavori, considerando che lo scavo tradizionale richiede in media 6 mesi per il ripristino mentre la microtrincea sono necessari soltanto 45 giorni.
  Tuttavia, sono ben consapevole della carenza di connessione, anche mobile, nei comuni montani. Proprio in questi territori considero essenziali le sperimentazioni di progetti innovativi e l'implementazione della digitalizzazione.
  Il CoBUL, fin dalle prime riunioni, ha ritenuto di effettuare approfondimenti circa i fattori ostativi all'attuazione di un piano di così grande valenza strategica per il Paese. È emerso che i principali rallentamenti sono dovuti alla complessità e ai tempi della procedura di rilascio dei permessi, nonché di quella delle fasi di verifica e di collaudo dell'infrastruttura, necessaria per garantire il rispetto degli
standard qualitativi previsti nel relativo contratto.
  Per accelerare i lavori sono stati avviati anche specifici tavoli tecnici con i soggetti che più di altri risultano ritardare il rilascio dei permessi, in modo da individuare i fattori frenanti e definire conseguentemente modalità istruttorie per una rapida conclusione dei procedimenti.
  Con riferimento alle aree bianche, si stanno promuovendo le seguenti linee di azioni:

   audizioni e incontri tra Anas Rfi, Open Fiber, Enel Distribuzione, Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti;

   tavoli tecnici, per favorire sinergie e il dialogo tra i diversi soggetti interessati e favorire una soluzione condivisa per l'utilizzo di tecnologie di scavo meno invasive (cosiddetta mini-trincea) e più veloci, a vantaggio di cittadini e imprese che vedrebbero pienamente riconosciuto il diritto alla «Gigabit Society»;

   approfondimenti in corso sul contratto di concessione Infratel/OF, e relative penali applicate, per l'esame congiunto delle più opportune azioni giuridiche da porre in essere a fronte degli inadempimenti di Open Fiber;

   approfondimenti sul nuovo piano industriale di Open Fiber, approvato in data 4 maggio 2020, al fine di valutare se il deliberato aumento di capitale di 450 milioni di euro sia stato allocato sul progetto aree bianche.

  Relativamente a quelle aree montane del Paese che, a maggior ragione con la crisi sanitaria in atto dovuta al COVID-19, soffrono dei problemi derivanti dal digital divide, il CoBUL ha dato mandato di cercare soluzioni che possano velocizzare l'instaurazione delle connessioni di rete ad alte prestazioni.
  Il problema, riconducibile alla tipologia delle «case sparse», ovvero piccoli agglomerati abitativi geograficamente distanti dai centri abitati più popolosi, è molto ricorrente, anche in virtù dell'orografia del Paese.
  Nello specifico sono allo studio soluzioni «ponte» che permettano di impiegare tecnologie alternative alla fibra ottica come quella Fwa (
Fixed Wireless Access). Tali tecnologie, potrebbero, a fronte di interventi coordinati fra loro, risolvere nel breve periodo la carenza di connessioni adeguate nelle zone montane.
  A tal riguardo la segreteria tecnica del CoBUL ha intrapreso comunicazioni con diverse associazioni di categoria che raggruppano aziende Tlc che operano nel settore
wireless, con l'obiettivo di capirne le istanze e verificare se la loro opera possa essere impiegata per la riduzione del digital divide nelle aree montane.
  Resta comunque inteso che l'intervento finale del concessionario
Open Fiber e la relativa posa dell'infrastruttura in fibra ottica sia, nel medio-lungo periodo, la condizione abilitante fondamentale e irrinunciabile per tutta una serie di servizi a valore aggiunto oltre che per la raccolta del traffico di accesso generato da qualsiasi tecnologia alternativa.
  In merito alle criticità di ricezione del segnale di rete nei comuni montani dove sono ubicati i rifugi alpini, è stata sentita sul punto l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, la quale ha riferito di essersi attivata nei confronti degli operatori di telefonia mobile sin dal luglio 2018, inoltrando agli stessi le segnalazioni dell'unione nazionale comuni, comunità ed enti montani (Uncem). L'analisi fatta ha in effetti mostrato, in ragione della morfologia e scarsa densità abitativa di tali aree, una inferiore copertura del territorio nei piccoli comuni (circa compresa tra il 77 e 80 per cento, sebbene la copertura della popolazione risulti mediamente del 97-98 per cento). A tale riguardo l'Autorità ha avviato un ulteriore specifico focus richiedendo agli operatori mobili dati aggiornati sulla copertura dei comuni più critici in termini di connettività e sui siti pianificati. Si rappresenta inoltre che, nell'ambito del progetto BUL, la scelta tecnologica adottata dal concessionario in sede di offerta tecnica per talune aree del territorio prevede tecnologie
wireless Fwa, che coprono circa il 20 per cento dell'intero piano tecnico.
  Le unità immobiliari previste nel piano Bul superano i 9,5 milioni di unità immobiliari e includono anche aree montane e rurali prevedendo per la maggior parte tecnologie in fibra ottica e, in aree a bassa densità quali appunto le aree montane, anche la tecnologia
wireless. Si segnala altresì che il Ministero dello sviluppo economico sta compiendo un'efficace azione di sensibilizzazione, favorendo il dialogo tra i diversi livelli istituzionali per il rilascio delle autorizzazioni necessarie ai lavori di infrastrutturazione anche nei confronti delle amministrazioni dei comuni montani. Sul punto la società Infratel ha, nel mese di aprile scorso, invitato Uncem a sollecitare i responsabili tecnici e amministrativi delle comunità montane al rilascio dei permessi necessari per completare il collaudo dei comuni, nonché a favorire l'uso della cosiddetta microtrincea. Il Ministero dello sviluppo economico continuerà a vigilare sull'avanzamento del piano BUL e a monitorare costantemente le fasi attuative poste in essere dal concessionario Open Fiber in tutto il Paese, affinché si giunga al più presto a colmare il divario digitale ancora esistente nelle cosiddette aree a fallimento di mercato, ivi comprese le zone montane.
  Nell'ambito della costante collaborazione con l'Unione nazionale dei comuni montani (Uncem), è stato firmato un Protocollo d'intesa per promuovere una collaborazione finalizzata a individuare azioni e attività sinergiche utili a garantire la più ampia e inclusiva diffusione delle tecnologie digitali in modo da permettere a tutti i cittadini, ovunque residenti, di fruire, anche attraverso un adeguato e paritario accesso alla rete, dei servizi digitali messi a disposizioni dalle pubbliche amministrazioni.
  Con il protocollo, inoltre, intendiamo avviare, anche nell'ambito del progetto «Repubblica Digitale», iniziative informative e formative per consentire la diffusione della cultura digitale, con particolare riferimento ai piani di digitalizzazione pubblici, ricadenti sul territorio, nonché agli effetti di tali piani, in termini di nuovi servizi abilitabili sia per la pubblica amministrazione che per le imprese locali e i cittadini.
  Ci impegniamo a promuovere attività congiunte per il superamento del divario digitale utilizzando strumenti tecnologici avanzati, in coerenza con le azioni del Governo a favore dei cittadini, delle imprese e delle pubbliche amministrazioni.
  In conclusione, si conferma l'impegno del CoBUL nella individuazione di ogni utile misura e soluzione atta ad accelerare l'attuazione dei progetti nelle aree bianche, sia sul piano tecnico che normativo, nonché a migliorare il dettaglio delle informazioni disponibili sullo stato di avanzamento mediante la
dashboard di progetto.
La Ministra per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione: Paola Pisano.