ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06176

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 364 del 01/07/2020
Firmatari
Primo firmatario: RAMPELLI FABIO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 01/07/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 01/07/2020
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 26/03/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06176
presentato da
RAMPELLI Fabio
testo di
Mercoledì 1 luglio 2020, seduta n. 364

   RAMPELLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in questo periodo di emergenza nazionale, in cui tutta l'Italia si è fermata, c'è un comparto che ha continuato a lavorare senza sosta, esponendo i lavoratori al rischio di contagio: il settore della vigilanza privata e dei servizi fiduciari, che a fronte dello stato d'emergenza, ha assunto nuove funzioni e incrementato il servizio per evitare la diffusione del Covid-19;

   si tratta di circa 70 mila addetti che, come sottolineato dai sindacati di categoria, «sebbene in attesa di rinnovo contrattuale, seppur ignorati dalle associazioni, anche durante l'emergenza pandemica, continuano con impegno e professionalità a presidiare tutti i luoghi, garantendo la sicurezza dei beni e contrastando gli assembramenti di persone»;

   numerose sono le problematiche attuali del settore e i rischi per la salute a cui sono esposte le guardie giurate, considerato anche che la maggior parte degli istituti di vigilanza non hanno provveduto a fornire ai lavoratori dispositivi di sicurezza e ordini di servizio precipui in tal senso, diretta conseguenza, secondo i sindacati, di gare d'appalto sottocosto che da tempo compromettono la salute dei lavoratori;

   inoltre, nel comparto emergono anche problematiche inerenti alla sospensione delle attività e alla possibile conseguente sospensione della retribuzione e della contribuzione, anche in mancanza del differimento dei termini per l'ottenimento del rinnovo dei titoli e della licenza, per il conseguimento dei quali è necessario sottoporsi periodicamente a visite mediche di controllo, posticipate a data destinarsi, e ad esercitazioni presso i poligoni di tiro, allo stato chiusi;

   come se ciò non bastasse, gli operatori del settore vengono impropriamente impiegati, senza riconoscimento di alcuna indennità e senza un'adeguata preventiva formazione ed informazione, per lo svolgimento extracontrattuale della misurazione della temperatura, nonostante il protocollo condiviso preveda che il compito sia svolto dal personale sanitario o dalla protezione civile: tale mansione, spesso non trasmessa come «ordine di servizio», viene effettuata presso committenze private ma, ancora più grave, in strutture sanitarie e nosocomi;

   tante altre sono le problematiche riguardanti il comparto della vigilanza: una non corretta interpretazione del decreto ministeriale n. 269 del 2010, in particolare, porterebbe ad una riduzione dell'equipaggio da 3 a 2 unità anche nelle operazioni di carico/scarico valori, minando la sicurezza del personale e del cittadino; inoltre, per ottenere la licenza e avviare l'attività con meno di 20 unità operative, non è necessario l'utilizzo di una sala operativa per la gestione ed il sostegno agli operatori impiegati in servizio;

   e ancora, il decreto legislativo n. 66 del 2008 avrebbe portato ad una gestione schizofrenica dei turni di lavoro, con il rischio di ricadute negative sulla qualità dei servizi offerti, e con una retribuzione bassissima di circa 4,00 euro lorde orarie, in contrasto con il diritto garantito dall'articolo 36 della Costituzione ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro «e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa»;

   nonostante si tratti di un comparto impiegato nel settore della sicurezza, spesso in supporto anche alle forze dell'ordine, il contratto nazionale di categoria è scaduto nel 2015 e, come se non bastasse, sono numerose le cooperative che non lo applicano fedelmente, ma derogano allo stesso con statuti che prevedono salari più bassi e non riconoscono alcune voci contrattuali, tra le quali la malattia –:

   il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare per il superamento delle criticità che investono il comparto della vigilanza privata e dei servizi fiduciari.
(4-06176)