ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06089

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 360 del 23/06/2020
Firmatari
Primo firmatario: MORRONE JACOPO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 23/06/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE delegato in data 23/06/2020
Stato iter:
02/10/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/10/2020
AZZOLINA LUCIA MINISTRO - (ISTRUZIONE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/10/2020

CONCLUSO IL 02/10/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06089
presentato da
MORRONE Jacopo
testo di
Martedì 23 giugno 2020, seduta n. 360

   MORRONE. — Al Ministro dell'istruzione. — Per sapere – premesso che:

   mentre si discute sul rientro a scuola in sicurezza e dal Ministero arrivano poche certezze e confuse ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive, gli istituti scolastici devono organizzarsi, in particolare per quanto riguarda la formazione delle classi, sulla base delle norme già esistenti;

   l'anno scolastico appena concluso ha avuto un corso ed esiti non prevedibili per l'insorgenza dell'emergenza sanitaria, per la conseguente introduzione del metodo didattico a distanza e per la decisione assunta, ad avviso dell'interrogante infelice, di ammettere sostanzialmente d'ufficio tutti gli alunni alla classe successiva;

   è indispensabile consentire agli istituti scolastici di organizzare per tempo il prossimo anno scolastico 2020/2021, a partire dalla formazione delle classi;

   si è davanti a un paradosso, ovvero a fronte delle confuse regole di prevenzione sanitaria, la normativa vigente prevede la formazione di classi fino a 30 studenti;

   il decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009, che stabilisce i parametri per la formazione delle classi nei vari ordini di scuola, porta infatti alla costituzione, soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado, di classi iniziali, le prime e le terze, formate mediamente da un numero di studenti compreso tra 27 e 30 unità;

   in particolare, il citato decreto può addirittura portare allo smembramento di classi nel passaggio dal primo biennio alla terza per creare nuove classi rispettose del parametro di 27 alunni per classe, senza tener conto dell'esigenza contingente e legata alla prevenzione della diffusione del Covid-19 di aumentare il distanziamento degli studenti nelle classi;

   la programmazione scolastica è avvenuta all'inizio del mese di febbraio 2020 e, in quel momento, non era prevista la sostanziale promozione d'ufficio di tutti gli studenti, fattore che ha determinato un numero superiore di allievi nelle terze rispetto a quello preventivato, derivante da eventuali bocciature;

   la prospettiva dello smembramento delle classi che, sulla scorta del decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009, sarebbero sottodimensionate sta sollevando le proteste e le preoccupazioni delle famiglie che, da un lato, apprendono da notizie diffuse dal Governo la necessità di superare il concetto di classi «pollaio», soprattutto dopo l'emergenza sanitaria, e, dall'altro lato, vengono a conoscenza del fatto che le norme obbligano a percorrere altre strade;

   va evidenziato il trattamento degli studenti come puri numeri poiché, dopo la prolungata assenza dal gruppo classe, si troverebbero a dover affrontare, al rientro a scuola, l'ulteriore difficoltà di doversi inserire in una classe di nuova formazione, anziché tornare alla normalità della propria classe;

   non è assolutamente chiarito come la maggioranza di Governo intenda selezionare gli insegnanti precari da immettere in ruolo con concorso straordinario, indispensabili per poter organizzare in sicurezza l'anno scolastico;

   questa situazione caotica e foriera di grande scontento e disorganizzazione, determinati, ad avviso dell'interrogante, da mancate indicazioni e decisioni chiare e precise da parte del Ministero, è comune alla stragrande maggioranza degli istituti scolastici –:

   quali iniziative il Ministro interrogato ritenga di assumere per scongiurare l'accorpamento di cui in premessa, individuando soluzioni immediate che superino i parametri previsti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009, al fine di garantire agli studenti un inizio di anno scolastico in sicurezza;

   quali iniziative si intendano assumere per selezionare al più presto gli insegnanti precari da immettere in ruolo con concorso straordinario, indispensabili per poter organizzare in tempi utili il prossimo anno scolastico.
(4-06089)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 2 ottobre 2020
nell'allegato B della seduta n. 402
4-06089
presentata da
MORRONE Jacopo

  Risposta. — Condivido con Lei che la difficile situazione della ripartenza richiede una serie di interventi per garantire le condizioni di contenimento dei rischi connessi con l'emergenza sanitaria e, allo stesso tempo, una serie di indicazioni chiare e tempestive per permettere alle istituzioni scolastiche di organizzare un'attività didattica efficace, tenendo conto dei vincoli esistenti.
  A questo proposito, il Governo sta approntando le risorse finanziarie e tutti gli altri mezzi strumentali per far sì che si proceda ad un avvio ordinato dell'anno scolastico in piena sicurezza.
  Abbiamo previsto lo stanziamento di un ulteriore miliardo per la ripresa della didattica in presenza che consentirà, fra l'altro, di derogare al numero minimo e massimo di alunni per classe e attivare ulteriori posti di personale docente e ATA a tempo determinato per il prossimo anno scolastico. Per la prima volta dopo anni si potranno così evitare classi troppo affollate, anche grazie all'acquisizione di spazi supplementari, sulla base delle necessità emergenti dai singoli territori, grazie al lavoro dei tavoli regionali appositamente costituiti.
  Le risorse di cui ho detto si aggiungono al miliardo (377,6 milioni di euro nel 2020 e 600 milioni di euro nel 2021) stanziato dall'articolo 235 del decreto-legge «Rilancio», che istituisce presso il Ministero dell'istruzione un fondo (denominato «Fondo per l'emergenza epidemiologica da COVID-19») proprio allo scopo di adottare le opportune misure per la riapertura delle istituzioni scolastiche, contenendo il rischio epidemiologico.
  Il menzionato decreto-legge ha poi incrementato il fondo per il funzionamento delle scuole di euro 331 milioni per la pulizia e la costante igienizzazione degli ambienti scolastici, oltre che per l'acquisto di dispositivi di protezione individuale. Questi fondi sono già stati erogati alle istituzioni scolastiche e potranno essere utilizzati anche per piccoli interventi di manutenzione utili ad aumentare gli spazi disponibili.
  Rispetto all'edilizia scolastica, sempre nel decreto «Rilancio», abbiamo poi introdotto varie novità finalizzate, ad esempio, a semplificare le procedure di autorizzazione, di esecuzione e di pagamento degli interventi; a incrementare di euro 30 milioni per il 2020 la sezione del fondo unico per l'edilizia scolastica destinata alle emergenze.
  Il 24 giugno 2020, sul sito del Ministero dell'istruzione, abbiamo pubblicato un apposito bando, a valere sui fondi PON, per ulteriori 330 milioni, destinati agli enti locali per gli interventi di edilizia leggera. Sono già stati pubblicati i risultati relativi al primo bando e al successivo secondo avviso – destinato a coloro che non avevano fatto in tempo ad accreditarsi – che hanno messo a disposizione tali risorse.
  Gli enti locali hanno fatto domanda, per i 2 avvisi, per un totale di oltre 326 milioni di euro, pari a oltre il 98 per cento delle risorse disponibili. Sono in tutto 5.664 gli enti che hanno richiesto i finanziamenti, oltre l'84 per cento del totale.
  Inoltre, per garantire che l'avvio del prossimo anno scolastico possa avvenire in modo ordinato e in piena sicurezza, il Governo si sta impegnando a fornire soluzioni concrete, ma nel rispetto dell'autonomia che impone flessibilità: ogni scuola è diversa dall'altra sotto molteplici aspetti; di queste differenze dobbiamo tenere conto, garantendo al contempo l'unità del sistema nazionale di istruzione.
  Le linee guida già diramate a tutte le scuole e frutto di un lungo confronto e di una condivisione con gli attori del mondo della scuola, comprese famiglie e studenti, con le legioni e gli enti locali, con le forze sociali sono lo strumento per assicurare proprio questa, unità.
  Nella declinazione degli interventi, le scuole non sono state lasciate sole. Al loro fianco vi è, difatti, una cabina di regia nazionale con compiti di coordinamento e tavoli regionali, insediati presso gli uffici territoriali del Ministero dell'istruzione. Ai gruppi di lavoro stanno partecipando anche i rappresentanti degli enti locali.
  Nel lavoro che sarà fatto dalle scuole e dai tavoli regionali, massima priorità sarà data agli alunni con disabilità e ai più piccoli, che più di tutti hanno sofferto la sospensione della didattica in presenza.
  Quanto esposto non può prescindere dall'adeguata formazione del personale rispetto ai temi della sicurezza e delle nuove tecnologie per non disperdere e per potenziare ulteriormente le competenze acquisite da tutto il personale scolastico.
  Stiamo lavorando per avere tutti i docenti in cattedra a settembre. Nonostante il
trend ancora in calo della popolazione scolastica, tenuto conto della fase emergenziale attraversata dal Paese, infatti, gli organici del prossimo anno scolastico resteranno invariati. Il mantenimento dello stesso numero di cattedre dello scorso anno ci consentirà, così, di lavorare nell'ottica della riduzione del numero degli alunni per classe.
  Ritengo, inoltre, doveroso evidenziare che il Governo è intervenuto per distribuire a livello nazionale le immissioni in ruolo rimaste vacanti.
  Tale intervento si snoda su più provvedimenti:

   il primo riguarda le graduatorie dei supplenti aggiornate, ma anche provincializzate e digitalizzate. Un'innovazione che riguarda un milione di persone. La provincializzazione consentirà di sgravare le segreterie delle istituzioni scolastiche: saranno gli uffici territoriali del Ministero a seguire il processo e assegnare le supplenze. La presentazione informatizzata delle domande ci permetterà di tagliare i tempi e rendere il processo più efficiente, anche a vantaggio degli insegnanti e degli studenti. Con il nuovo modello le supplenze saranno assegnate più rapidamente;

   il secondo riguarda la cosiddetta «chiamata veloce», il meccanismo di assunzione che punta a velocizzare i tempi di accesso al ruolo per gli insegnanti e a coprire più; rapidamente le cattedre vacanti. I posti che rimarranno liberi ogni anno, dopo le abituali operazioni di assunzione, potranno infatti andare ai docenti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento o nelle graduatorie di concorso che decideranno di spostarsi volontariamente, anche in altra regione per occuparli. Ciò consentirà a molti insegnanti di ottenere più velocemente la cattedra, andando dove ci sono posti liberi, ma anche di assegnare posti che, altrimenti, rimarrebbero vuoti e sarebbero coperti con contratti a tempo determinato. La procedura è valida anche per il personale educativo.

  In merito ai concorsi, come ho più volte dichiarato, la macchina concorsuale deve ripartire al più presto, dobbiamo invertire la rotta e dobbiamo programmare concorsi con cadenza periodica, senza andamenti a singhiozzo.
  Con questo obiettivo, a fine aprile, sono stati banditi concorsi per 62 mila posti, successivamente portati a 78 mila. Di questi, 32 mila sono destinati a una procedura straordinaria per la scuola secondaria di primo e secondo grado e, dunque, ai precari.
  In sede di conversione del decreto scuola, il Parlamento ha approvato una variazione proprio sul concorso straordinario, rivedendo la modalità delle prove di accesso. Il Ministero sta già lavorando al piano logistico per il concorso straordinario che sarà il primo ad essere espletato.
  In ultimo aggiungo che il Consiglio dei Ministri, nella riunione, del 9 agosto 2020 ha dato il via libera all'autorizzazione all'assunzione a tempo indeterminato di 97.223 unità tra docenti, personale educativo, ATA e dirigenti scolastici.
  Nel dettaglio, l'autorizzazione prevede che si possano assumere:

   84.808 unità di personale docente;

   472 unità di insegnanti di religione cattolica;

   91 unità di personale educativo;

   11.323 unità di personale ATA, di cui 532 destinate alla trasformazione a tempo pieno di contratti a tempo parziale e 11 a tempo parziale;

   529 dirigenti scolastici (458 assunzioni da scorrimento della graduatoria del concorso del 2017, 29 dalla graduatoria del 2011 e 42 per trattenimenti in servizio).
La Ministra dell'istruzione: Lucia Azzolina.