ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06015

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 356 del 12/06/2020
Firmatari
Primo firmatario: CECCHETTI FABRIZIO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 12/06/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BONIARDI FABIO MASSIMO LEGA - SALVINI PREMIER 15/06/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 12/06/2020
Stato iter:
06/11/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/11/2020
MAURI MATTEO VICE MINISTRO - (INTERNO)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 15/06/2020

RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/11/2020

CONCLUSO IL 06/11/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06015
presentato da
CECCHETTI Fabrizio
testo presentato
Venerdì 12 giugno 2020
modificato
Lunedì 15 giugno 2020, seduta n. 357

   CECCHETTI, BONIARDI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   recentemente si è appreso dalla stampa che la procura di Bologna ha chiesto il rinvio a giudizio di quattro cittadini stranieri, due somali di 23 e 30 anni e due etiopi di 23 anni, con l'accusa di «finanziamento di condotte con finalità di terrorismo e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina»;

   in particolare, agli stessi sarebbe stato contestato di aver raccolto e inviato in Somalia soldi destinati a comprare armi e munizioni per i gruppi terroristici Onlf (Ogaden national liberation front) e Al-Shabaab, la stessa organizzazione ritenuta responsabile del rapimento di Silvia Romano, e gli stessi avrebbero inviato denaro agli jihadisti in concorso con altri soggetti «non identificati»;

   secondo quanto emerso dalla trasmissione «Fuori dal Coro», andata in onda sull'emittente Rete 4 il 9 giugno 2020, gli arrestati vivevano tutti a Milano e nella sua provincia;

   difatti, uno di essi, Isidiin Ahmed fino al momento dell'arresto risultava avere la residenza presso l'associazione Progetto Arca di via San Giovanni alla Paglia a Milano, sebbene, secondo quanto dichiarato al giornalista da un operatore del centro, non abbia mai vissuto nella struttura e nessuno sapesse dove fosse in realtà, mentre un altro, Dubad Rashid, che «in Italia raccoglieva fondi per l'acquisto di armi e munizioni destinate ai terroristi in Somalia», abitava con altri invece in uno scantinato a Cinisello Balsamo;

   dall'inchiesta giornalistica sembra, dunque, emergere l'esistenza a Milano di una vera e propria rete a sostegno dei terroristi islamici, non del tutto debellata che, in tutti questi mesi, ha potuto operare indisturbata nel nostro Paese;

   solo grazie all'impegno delle forze dell'ordine si è potuto giungere all'individuazione e all'arresto dei componenti della cellula che operava nella provincia di Milano;

   tuttavia uno degli arrestati, Osman Cabdiqani, che «favoriva l'immigrazione clandestina nell'ambito di una rete a sostegno di gruppi jihadisti», si trova attualmente agli arresti domiciliari ad Arese, ospite di una famiglia, e dunque, alla luce delle considerazioni sopra svolte, dopo averne appreso la notizia dal servizio andato in onda, ciò ha destato notevole e legittima preoccupazione tra la cittadinanza –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda promuovere o abbia eventualmente già assunto, anche nel quadro delle attività di prevenzione e di controllo del territorio, al fine di garantire adeguate misure in rapporto agli arresti domiciliari di uno degli arrestati, stante anche il concorso con altri soggetti non ancora identificati, e a favore dei cittadini di Arese legittimamente preoccupati, in particolare sotto il profilo dell'ordine pubblico.
(4-06015)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 6 novembre 2020
nell'allegato B della seduta n. 424
4-06015
presentata da
CECCHETTI Fabrizio

  Risposta. — Con riferimento ai quesiti posti dall'interrogante, relativi all'atto di sindacato ispettivo parlamentare in esame, si rappresenta quanto segue.
  Il 3 giugno 2020, all'esito di una complessa indagine coordinata dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Bologna e svolta dalla locale questura, è stata avanzata una richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di due cittadini somali e due etiopi, tutti già sottoposti in data 29 maggio 2019 alla misura del fermo di indiziato di delitto, in quanto ritenuti responsabili della raccolta e dell'invio di denaro destinato a essere utilizzato nell'ambito di attività finalizzate a terrorismo, nonché al favoreggiamento dell'immigrazione irregolare in Italia.
  L'attività investigativa ha consentito di raccogliere elementi di prova relativi all'opera di raccolta fondi posta in essere in particolare da tre degli indagati che, in concorso tra loro, reperivano denaro tra i connazionali residenti in Italia e all'estero allo scopo di acquistare armi dirette ad organizzazioni combattenti antigovernative.
  Al riguardo, si evidenzia come, allo stato, nei confronti dei tre indagati sia stata disposta la misura della custodia cautelare in carcere, in attesa dell'udienza preliminare davanti al giudice dell'udienza preliminare del tribunale di Bologna.
  Con riferimento, invece, al quarto cittadino straniero, denunciato per il solo reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina si rileva come lo stesso sia stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, tramite l'utilizzo del cosiddetto braccialetto elettronico, in corso di esecuzione presso un'abitazione privata.
  Si soggiunge, infine, che la vigilanza all'ottemperanza alla predetta misura è stata affidata, per competenza territoriale, alla stazione dei carabinieri di Arese.
  

Il Viceministro dell'interno: Matteo Mauri.