ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05994

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 356 del 12/06/2020
Firmatari
Primo firmatario: LOVECCHIO GIORGIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 12/06/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DEL SESTO MARGHERITA MOVIMENTO 5 STELLE 12/06/2020
MAGLIONE PASQUALE MOVIMENTO 5 STELLE 12/06/2020
VILLANI VIRGINIA MOVIMENTO 5 STELLE 12/06/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 12/06/2020
Stato iter:
28/09/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/09/2020
BONAFEDE ALFONSO MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 28/09/2020

CONCLUSO IL 28/09/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05994
presentato da
LOVECCHIO Giorgio
testo di
Venerdì 12 giugno 2020, seduta n. 356

   LOVECCHIO, DEL SESTO, MAGLIONE e VILLANI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la pandemia determinata dal Covid-19 ha comportato drammatiche conseguenze in tutti i settori del Paese. Tra questi, a risentirne in modo considerevole, sono stati gli istituti penitenziari. Inoltre, con le rivolte nelle carceri di molte città italiane, sono morti diversi detenuti e sono rimasti feriti numerosi agenti; il 9 marzo 2020, nel carcere di Foggia i detenuti hanno incendiato materassi e lenzuola, hanno tentato di raggiungere la direttrice del carcere, sono saliti sul tetto per protesta ed altri addirittura sono riusciti ad evadere, ben 72 persone. Dai diversi video pubblicati sui social la situazione sembrava assolutamente fuori controllo. I danni ammonterebbero a circa 600.000 euro; il corpo della polizia penitenziaria, ormai da diversi anni, soffre di una carenza di personale che conseguentemente crea problemi gravissimi di sicurezza nelle carceri. Ovviamente, questi problemi, se si pensa agli episodi succitati si ripercuotono anche sulla sicurezza generale dei cittadini. Gli sconvolgenti eventi che si sono verificati negli istituti penitenziari di tutta Italia hanno messo in luce le criticità dell'intero sistema; le problematiche sopra elencate sono strettamente collegate alla mancanza di personale che non riesce a sorvegliare e gestire i detenuti e che si trova a lavorare in condizioni caratterizzate da estrema difficoltà. I turni, inoltre, sono sfiancanti e mettono in pericolo il personale stesso. L'inconsistenza numerica, infatti, non consente agli agenti delle strutture di agire tempestivamente e sedare eventuali rivolte. Inoltre, è bene ricordare che la gravità degli eventi accaduti a marzo, che ha portato ad un interessamento imponente della stampa, ha fatto sì che siano emersi problemi che però anche prima erano all'ordine del giorno; l'età media del personale penitenziario inoltre è di 50 anni e dunque in avvicinamento all'età pensionabile (difatti circa 1000/1200 agenti andranno in pensione). Inoltre, il turn over del 2019 ha prodotto una carenza di organico rilevante. Le nuove assunzioni previste potrebbero, però, non essere sufficienti e gli iter concorsuali, inoltre, hanno subito una battuta di arresto a causa della pandemia. Le nuove assunzioni potrebbero essere velocizzate, in un periodo di emergenza come quello che stiamo vivendo in questo momento, attingendo alle graduatorie relative agli ultimi concorsi; gli agenti della polizia penitenziaria hanno un ruolo importantissimo. Oltre a vigilare i detenuti all'interno delle carceri, garantendo l'ordine e la sicurezza all'interno degli istituti di detenzione, hanno un ruolo fondamentale nella rieducazione dei condannati al fine di consentire il loro reinserimento nella società –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa e quali iniziative intenda assumere al fine di garantire la sicurezza delle carceri di tutta Italia e al contempo tutelare gli agenti del corpo della polizia penitenziaria che, ad oggi, si trovano a lavorare in condizione di estrema pericolosità a causa della carenza di personale.
(4-05994)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 28 settembre 2020
nell'allegato B della seduta n. 399
4-05994
presentata da
LOVECCHIO Giorgio

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame, l'interrogante, partendo dalle note rivolte di taluni detenuti, occorse in varie carceri italiane nel mese di marzo 2020, evidenzia specifiche criticità derivanti dalla carenza di organico afferente il personale della polizia penitenziaria, in termini di forti difficoltà nell'esercizio delle loro funzioni, rischio per la gestione della sicurezza interna alle carceri e, in generale, per i cittadini, sollevando quesiti sulle iniziative che si intendano perciò assumere.
  In via preliminare, con riferimento alla serie di rivolte e disordini avvenuti, a vario livello di gravità, in numerosi istituti penitenziari del Paese, si evidenzia che l'inizio degli stessi può essere individuato nel pomeriggio di sabato 7 marzo, presso la casa circondariale di Salerno. Nei giorni seguenti, in particolare l'8, il 9 e il 10 marzo, le proteste si sono allargate, giungendo a coinvolgere, sia pure in diversa misura, oltre 20 stabilimenti detentivi.
  Tentando di fornire un sintetico bilancio d'insieme di quanto accaduto, occorre ricordare, innanzitutto, che sono decedute, nel corso delle più gravi rivolte, 13 persone detenute. Non sono noti i risultati di eventuali accertamenti effettuati dalle Autorità giudiziarie territorialmente competenti; tuttavia, allo stato delle conoscenze attualmente disponibili, sembra che tali decessi siano attribuibili all'ingestione di farmaci da parte delle vittime. Dalle relazioni del personale è emerso infatti che numerosi detenuti una volta armatisi e usciti dalle sezioni di provenienza, si sono immediatamente portati presso l'infermeria e hanno provveduto, scardinando porte e armadietti, ivi compreso il mobile blindato ove era custodito il metadone, a saccheggiarla, impadronendosi e facendo uso di tutti i farmaci presenti, compresi gli psicofarmaci e il metadone. I suddetti decessi si sono verificati nelle seguenti strutture: 3 nella casa circondariale di Rieti, dove 5 ristretti sono stati inviati d'urgenza presso strutture ospedaliere per intossicazione da oppiacei; 9 presso la casa circondariale di Modena, 5 dei quali nel predetto istituto, e gli altri 4 presso gli istituti ove i ristretti erano stati trasferiti a causa dell'inagibilità dello stabilimento modenese (casa circondariale di Parma, casa circondariale di Verona, c.r. Alessandria e casa circondariale di Ascoli Piceno); 1 presso la casa circondariale di Bologna.
  Inoltre, nell'istituto penale di Foggia, a seguito di una vera e propria rivolta, si verificava l'evasione di 72 detenuti. Allo stato, tutti gli evasi sono stati sottoposti nuovamente a detenzione, tranne uno.
  Con riferimento al personale di polizia penitenziaria, non si sono registrate vittime, anche se, in base alle comunicazioni pervenute dagli istituti, risulta che oltre 100 appartenenti al Corpo siano stati costretti a fare ricorso alle cure mediche, con un numero di contusi particolarmente elevato in talune sedi, come, ad esempio: Napoli Poggioreale (52 contusi), Modena (26 contusi) e Milano Opera (10 contusi).
  Infine, quanto alle conseguenze materiali, molte strutture detentive hanno riportato gravi danni strutturali (quantificabili, allo stato, in circa 20 milioni di euro).
  Ciò premesso, è indubbio che l'opera della polizia penitenziaria sia di primaria importanza, per la sicurezza interna alle carceri, per quella esterna di cui costituiscono primo baluardo, ma altresì per l'alto contributo che forniscono nell'attività di rieducazione e reinserimento dei condannati nel consorzio sociale.
  Il Ministero, pertanto, pone forte attenzione alle esigenze di garantire un efficace
turn over del personale, risultando indubbie le criticità evidenziate e derivanti da organici ridotti o comunque fortemente limitati.
  Orbene, è utile premettere che la riduzione complessiva degli organici operata dalla legge 7 agosto 2015, n. 124, (cosiddetta legge Madia) e rivista dal successivo decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95, ha rimodulato la dotazione complessiva del corpo della polizia penitenziaria, passata da 44.610 unità a 41.202 unità.
  Da ultimo, per effetto del decreto legislativo 27 dicembre 2019, n. 172, sono intervenute favorevoli rimodulazioni che hanno cristallizzato la dotazione organica complessiva a 41.667 unità.
  Pertanto, allo stato, si osserva un divario tra organico del Corpo di polizia penitenziaria previsto (41.667 unità) e organico effettivamente presente (37.654) pari al 9,63 per cento, sebbene risultano presenti nel ruolo agenti/assistenti del Corpo 33.495 unità, cioè, 2.105 in più rispetto all'organico previsto per lo stesso ruolo, pari a 31.390.
  Inoltre, con provvedimento del direttore generale del personale e delle risorse datato 11 febbraio 2019 è stato indetto il concorso a complessivi 754 posti di allievo agente del Corpo di polizia penitenziaria maschile e femminile, successivamente elevati a 938.
  La procedura concorsuale è stata celermente attivata, con espletamento delle varie prove d'esame previste dalle disposizioni del bando. Tuttavia, sebbene in fase terminale (era già stata fissata un'ultima seduta della commissione medica in data 2 marzo 2020), la procedura è stata sospesa e rinviata a data da destinarsi in considerazione della situazione di emergenza determinata dalla diffusione del contagio da Covid-19.
  Attualmente, come espressamente previsto all'articolo 259, comma 5, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, la procedura potrà riprendere esclusivamente nel rispetto delle prescrizioni tecniche idonee a garantire la tutela della salute dei candidati da determinarsi con decreto del Ministro della salute, su proposta dei Ministri dell'interno, della difesa, dell'economia e delle finanze e della giustizia, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione.
  Per il completamento della procedura occorre dunque attendere l'adozione del decreto interministeriale suddetto, in lavorazione, predisposto sulla base del documento tecnico prodotto da tavolo di lavoro interforze – costituito all'uopo nella situazione di emergenza epidemiologica – contenente le misure da adottarsi al fine di consentire lo svolgimento in sicurezza di tutte le varie fasi procedurali, a tutela della salute dei candidati e al fine di evitare la diffusione del contagio da Covid-19.
  A conclusione della procedura sarà approvata la graduatoria finale e i vincitori chiamati a frequentare, secondo le modalità che saranno definite dalla competente direzione generale della formazione, il prescritto corso di formazione entro il mese di dicembre.
  Quanto all'auspicio proposto dall'interrogante di velocizzare le nuove assunzioni attingendo alla graduatoria del concorso in questione, si evidenzia che un eventuale scorrimento della graduatoria finale può essere disposta solo da una specifica norma di legge al riguardo.
  Per completezza, si evidenzia che l'amministrazione procederà a bandire un nuovo concorso agenti a valere sulle cessazioni (
turnover) anno 2019 e sulle assunzioni straordinarie autorizzate ai sensi dell'articolo 1, comma 236, lettera c), legge n. 205 del 2017 (n. 236 unità) e articolo 1, comma 381, lettera b), legge n. 145 del 2018 (n. 277 unità), per complessive circa 1.600 unità.
Il Ministro della giustizia: Alfonso Bonafede.