ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05987

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 355 del 11/06/2020
Firmatari
Primo firmatario: LATTANZIO PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/06/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TRIZZINO GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 11/06/2020
DE LORENZO RINA MOVIMENTO 5 STELLE 11/06/2020
SURIANO SIMONA MOVIMENTO 5 STELLE 11/06/2020
SIRAGUSA ELISA MOVIMENTO 5 STELLE 11/06/2020
EHM YANA CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 11/06/2020
SARLI DORIANA MOVIMENTO 5 STELLE 11/06/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 11/06/2020
Stato iter:
24/07/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/07/2020
DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/07/2020

CONCLUSO IL 24/07/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05987
presentato da
LATTANZIO Paolo
testo di
Giovedì 11 giugno 2020, seduta n. 355

   LATTANZIO, TRIZZINO, DE LORENZO, SURIANO, SIRAGUSA, EHM e SARLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   nel mese di maggio 2020 è stata trasmessa al Parlamento la Relazione governativa annuale sull'export di armamenti, così come richiesto dalla legge 9 luglio 1990, n. 185, che regola la vendita estera dei sistemi militari italiani, vieta le esportazioni di armamenti «verso i Paesi i cui governi sono responsabili di accertate violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani», e prescrive che l'esportazione di materiale di armamento e la cessione della relative licenze di produzione «devono essere conformi alla politica estera e di difesa dell'Italia»;

   si evidenzia che i dati della Relazione riportano che la tendenza degli ultimi anni è quella di un forte aumento dell'export di armamenti da parte del nostro Paese (si parla di un aumento di circa +80 per cento dal 2014), facendo aumentare in maniera consistente le commesse per l'industria militare italiana, con ben 84 Paesi destinatari;

   in questo scenario, la Rete italiana per il disarmo e dalla rete della pace, a seguito della lettura dei dati aggregati dell'export militare contenuti nel capitolo introduttivo della relazione annuale del Governo, ha posto l'attenzione sul fatto che il Paese destinatario del maggior numero di autorizzazioni per nuove licenze sarebbe l'Egitto, con 871,7 milioni di euro. Nel dettaglio, secondo quanto riportato già a febbraio 2020 dal quotidiano panarabo The Arab Weekly e ripreso da Il Fatto Quotidiano del 7 giugno 2020, l'intera commessa relativa alla vendita di forniture militari all'Egitto comprenderebbe un numero consistente: 6 fregate Fremm (di cui 2 da consegnare immediatamente), 20 pattugliatori d'altura, 24 caccia Eurofighter Typhoon, 20 velivoli da addestramento M346 e un satellite da osservazione, per un totale fra i 9 e gli 11 miliardi di euro;

   in relazione agli ultimi rilevanti sviluppi in ordine alle relazioni bilaterali italo-egiziane – in cui l'Egitto continua a rifiutare ogni collaborazione politica e giudiziaria con il nostro Paese sull'omicidio di Giulio Regeni e da ultimo l'arresto forzato del giovane studente Patrick Zaki – si ritiene un grave errore sostenere una vendita così consistente di armi al Paese;

   nella recente telefonata intercorsa tra il Presidente del Consiglio dei ministri Conte e il presidente egiziano Al-Sisi si sono discussi i seguenti argomenti: la stabilizzazione della Libia (dove però l'Egitto si pone come alleato di Haftar), con particolare riferimento alla necessità di un rapido cessate il fuoco e di un ritorno al tavolo negoziale; ma anche «la collaborazione bilaterale, da quella industriale a quella giudiziaria, con particolare riferimento al caso Regeni»;

   in tale quadro l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della commissione parlamentare d'inchiesta sulla morie di Giulio Regeni ha richiesto all'unanimità di procedere ad audire urgentemente il Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte anche in relazione alla sua recente interlocuzione diretta con il Presidente della Repubblica Araba d'Egitto Abdel Fattah Al-Sisi, ed al fine di comprendere effettivamente quale sia la natura dei rapporti commerciali con l'Egitto –:

   se il Ministro interrogato, in considerazione anche del fatto che la legge n. 185 del 1990 esplicita il divieto di esportazioni di armi verso Paesi in guerra o che violino apertamente i diritti umani, non intenda adottare iniziative per modificare la politica adottata in merito all'export di armamenti, riconsiderando in particolar modo la direttrice commerciale verso l'Egitto.
(4-05987)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 24 luglio 2020
nell'allegato B della seduta n. 379
4-05987
presentata da
LATTANZIO Paolo

  Risposta. — Il tema delle vendite di armamenti all'Egitto va affrontato tenendo presente due ordini di valutazione, entrambi importanti: le regole e la sensibilità politica.
  Sulla base della legge n. 185 del 1990 il Governo, tramite l'autorità nazionale UAMA, esamina caso per caso le richieste delle imprese italiane di autorizzazione a trattative contrattuali di fornitura e poi all'esportazione. Oltre alla normativa nazionale, si guarda naturalmente alle deliberazioni dell'Unione europea in materia di rapporti con l'Egitto. Il Governo valuta la specifica natura dei materiali, il destinatario, l'utilizzatore, la loro possibile destinazione d'uso. Il controllo viene effettuato anche attraverso il contributo di pareri tecnico-militari. Il rilascio delle autorizzazioni è subordinato all'applicazione rigorosa di questi criteri. Viene inoltre verificata l'inesistenza di impedimenti, sia per quanto riguarda le aziende coinvolte, sia con riferimento ad eventuali dichiarazioni di embargo totale o parziale delle forniture belliche da parte di ONU, Unione europea e OSCE.
  Oltre al vaglio di natura tecnico-giuridica, il Governo ha svolto una valutazione politica in Consiglio dei ministri sotto la guida del Presidente del Consiglio. Una disamina che l'11 giugno 2020 ha portato il Governo ad autorizzare Fincantieri alle trattative per la vendita di due fregate FREMM al Ministero della difesa egiziano. Ritengo utile precisare come, ai sensi dell'articolo 10 della legge 185/90, l'autorizzazione alle trattative contrattuali non conferisce all'impresa il diritto di ottenere le successive autorizzazioni all'esportazione, essendo queste oggetto di una successiva e distinta procedura di valutazione.
  L'Egitto rimane uno degli interlocutori fondamentali nel quadrante mediterraneo, nell'ambito di importanti dossier quali il conflitto in Libia, la lotta al terrorismo e ai traffici illeciti, nonché la gestione dei flussi migratori e la cooperazione in campo energetico.
  Resta ferma la nostra incessante richiesta di progressi significativi nelle indagini sul caso del barbaro omicidio di Giulio Regeni: il Governo e le istituzioni italiane continuano ad esigere la verità dalle autorità egiziane attraverso una reale, fattiva ed efficace cooperazione. La verità per Giulio è un'aspettativa fortemente radicata nella nostra pubblica opinione, e che il nostro Governo reitera con determinazione ad ogni occasione di contatto con le istituzioni egiziane a tutti i livelli. Il Ministro Di Maio lo ha ribadito anche nella sua recente lettera al Ministro degli esteri Shoukry del 17 giugno, evidenziando l'esigenza di progressi tangibili e significativi nell'identificazione dei responsabili dell'efferato delitto. Gli sforzi del Governo hanno portato il primo luglio scorso all'incontro in videoconferenza tra i due procuratori di Roma e del Cairo e proseguiranno senza soluzione di continuità. La vicenda di Giulio Regeni è una ferita aperta, che riguarda tutto il Paese. La verità su quanto accaduto è un obiettivo che abbiamo molto chiaro e la cui responsabilità sentiamo forte nelle nostre coscienze.
  Rimane anche la preoccupazione per il caso di Patrick Zaki, il ricercatore egiziano dell'università di Bologna arrestato all'aeroporto del Cairo il 7 febbraio 2020. L'Italia continuerà a seguire il caso, sia tramite il coordinamento con i partner internazionali che attraverso gli altri canali rilevanti, tra cui il monitoraggio delle udienze da parte dell'ambasciata.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Manlio Di Stefano.