ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05967

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 354 del 10/06/2020
Firmatari
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 10/06/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 10/06/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05967
presentato da
CIRIELLI Edmondo
testo di
Mercoledì 10 giugno 2020, seduta n. 354

   CIRIELLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il blocco delle frontiere disposto a causa dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, avrebbe portato in auge la grave realtà relativa alle pratiche della maternità surrogata, conosciuta anche come «utero in affitto», purtroppo ancora consentita in molti Paesi;

   in virtù di tale pratica, nota anche come gestazione per altri (Gpa), una donna acconsente a mettere a disposizione il proprio corpo al fine di realizzare un progetto di genitorialità altrui a fronte di un corrispettivo economico, intraprendendo una gravidanza all'esito della quale il nascituro viene affidato a terzi committenti;

   è opinione universalmente riconosciuta che l'acquisto, la vendita ovvero l'affitto del corpo umano rappresentino atti di disposizione che umiliano la dignità umana e da sempre il nostro Paese si è contraddistinto, a livello europeo ed internazionale, per la lotta contro la mercificazione della donna e del neonato per garantire loro la massima tutela, prevedendo all'articolo 12, comma 6, della legge 19 febbraio 2004, n. 40, che «chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità, è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a 1 milione di euro»;

   le legittime limitazioni imposte dalla legislazione nazionale hanno, tuttavia, condotto migliaia di coppie a rivolgersi a cliniche, società di intermediazione, situate in Paesi esteri dove tale pratica è ancora consentita;

   da fonti di stampa nazionali ed europee si apprende che presso l'hotel «Venezia» situato a Kiev, in Ucraina, vi sarebbero circa 46 neonati nati da madri surrogate, in attesa di essere affidati ai genitori committenti, tra cui anche coppie italiane;

   la società «Biotexcom», agenzia per la maternità surrogata ubicata in Ucraina, avrebbe pubblicato sul proprio sito web le immagini ritraenti i neonati «ammassati come merce di scambio» in una stanza del suddetto hotel e il suo legale, avvocato Denis Herman, avrebbe lanciato un appello ai genitori committenti del seguente tenore: «genitori rivolgetevi ai vostri Ministri degli Esteri perché contattino il governo ucraino, in modo che vi sia concesso il ritiro in deroga al lockdown»;

   tale circostanza, unitamente alle strazianti immagini dei bambini nati da poche settimane, avrebbe sollevato l'indignazione di molteplici associazioni che si battono quotidianamente contro lo sfruttamento delle donne e dei bambini, in particolare contro la mercificazione del corpo della donna e del nascituro;

   tra tante, la «rete italiana contro l'utero in affitto» avrebbe inviato una missiva all'ambasciatore italiano in Ucraina, Davide La Cecilia, chiedendo di verificare le condizioni di salute dei bambini, di prelevarli dai depositi per essere affidati alle madri che li hanno partoriti o a famiglie affidatarie o che vengano dichiarati in stato di adottabilità e, soprattutto, di non concedere ai committenti alcun permesso speciale per recarsi a «ritirare» i bambini;

   la situazione prospettata è davvero drammatica anche, tra l'altro, in considerazione del fatto che tali minori sono privi di qualsiasi tutela giuridica e sociale in quanto non sarebbero ancora iscritti alla anagrafe poiché la normativa vigente in Ucraina stabilisce che i nascituri possono essere registrati entro 28 giorni dalla nascita, prevedendo in caso di ritardo, solo una «timida» sanzione pecuniaria, esigua rispetto all'imponente business che ruota intorno alla maternità surrogata –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative di competenza intendano adottare, anche nelle opportune sedi europee e internazionali, per risolvere celermente la situazione descritta e far sì che il Governo ucraino appresti la massima tutela nei confronti dei minori, alcuni dei quali sono biologicamente figli di cittadini italiani la cui situazione, a prescindere dalla vicenda, merita tutela sul piano umano.
(4-05967)