ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05951

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 353 del 09/06/2020
Firmatari
Primo firmatario: TONELLI GIANNI
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 09/06/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 09/06/2020
Stato iter:
16/10/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 16/10/2020
MAURI MATTEO VICE MINISTRO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 16/10/2020

CONCLUSO IL 16/10/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05951
presentato da
TONELLI Gianni
testo di
Martedì 9 giugno 2020, seduta n. 353

   TONELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   recentemente sono stati trasferiti all'interno dell'Hotspot di Taranto 120 cittadini extracomunitari di nazionalità tunisina sbarcati illegalmente sulle coste dell'agrigentino e gli stessi, su decisione del Viminale, sono stati messi in quarantena nell'hub per 14 giorni;

   secondo i dati ufficiali del Ministero dell'interno, rispetto allo stesso periodo del 2019, gli sbarchi clandestini sono passati da 1.878 a ben 5.461 e dunque, a causa dell'aumento del flusso migratorio illegale e dell'accoglienza degli stranieri nei vari centri, nel nostro Paese si registrano forti criticità legate alla pandemia;

   in particolare, riguardo alla situazione all'interno dell'Hotspot di Taranto, è stata anche inviata una nota del cartello dei sindacati di polizia composto da Siulp-Sap-Siap-Fsp al Ministro dell'interno, al capo della polizia – direttore generale della P.s. al prefetto e al questore di Taranto, nonché alla direzione centrale dell'immigrazione del Ministero dell'interno nella quale sono state evidenziate gravissime criticità correlate alla gestione della struttura e agli ambiti operativi delle forze di polizia ivi impiegate, con particolare riguardo sia agli aspetti sanitari, che della sicurezza e salute sul posto di lavoro (decreto legislativo n. 81 del 2008), anche collegate all'emergenza da Covid-19;

   difatti, ad oggi dal sito dell'ambasciata d'Italia a Tunisi, si osserva che l'autorità di Governo, pur stabilendo drastiche misure di distanziamento sociale e di confinamento, non è riuscita a contenere i contagi da Coronavirus e non è stata decretata la fine della pandemia;

   già nelle precedenti conduzioni del centro si è vista una gestione criticabile e per certi versi «fallimentare» che ha comportato diversi interventi della polizia di Stato per sopperire, con atti di buona volontà e buona pratica, ad inadempienze di altri soggetti;

   già al questore di Taranto sono state ribadite tali osservazioni e chiesto di individuare i livelli di responsabilità e ridefinire i ruoli e le competenze in ordine alla gestione dell'Hotspot, necessità da egli ampiamente condivisa;

   l'Hotspot è stato realizzato nel 2016 per ospitare temporaneamente gli immigrati sbarcati, pertanto la struttura è stata realizzata in maniera tale da consentire una loro rapida identificazione, registrazione e fotosegnalamento e per un trattenimento nel centro di massimo 72 ore;

   pertanto, la struttura non è dotata di tutti i servizi e non è idonea per sostenere una permanenza così lunga di un numero significativo di persone, a maggior ragione se poi si considerano le ragioni di ordine sanitario sopra esposte;

   inoltre, rispetto ad altre classificate come Hotspot, la struttura in questione, sin dalla sua apertura, ha rivelato numerosi problemi ed è diversa poiché si compone di tensostrutture e di moduli prefabbricati in uso al personale della polizia di Stato ed è perimetrata da una recinzione la cui altezza è pressoché di due metri, facilmente valicabile;

   dalla nota si apprende altresì che le organizzazioni hanno svolto una visita per le verifiche in ordine al rispetto del decreto legislativo n. 81 del 2008 (sicurezza posti di lavoro), nel corso della quale sono emerse diverse criticità anche relativamente al piano preventivo-sanitario –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare in merito all'Hotspot di Taranto ed in particolare se intenda istituite al suo interno un presidio medico permanente;

   quali garanzie intenda assicurare anche al personale del XV reparto mobile di Taranto e di altri reparti aggregati che concorrono nei servizi all'interno dell'Hotspot relativamente alla dotazione di dispositivi di protezione DPI (tute, mascherine ffp3, mascherine chirurgiche, guanti e visiere).
(4-05951)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 16 ottobre 2020
nell'allegato B della seduta n. 410
4-05951
presentata da
TONELLI Gianni

  Risposta. — Nell'atto di sindacato parlamentare indicato in oggetto, l'interrogante fa riferimento al trasferimento presso l'hotspot di Taranto disposto lo scorso 25 maggio di 129 migranti, 33 dei quali minori non accompagnati, sbarcati ad Agrigento e Lampedusa il 23 e 24 maggio, per consentire lo svolgimento della misura di isolamento sanitario per almeno 14 giorni, in ragione della nota situazione epidemiologica.
  Si precisa che, fra i 129 immigrati accolti; 12 sono stati tratti in arresto e detenuti presso il locale penitenziario, prevalentemente per i reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e violazione delle norme in materia di reingresso illegale nel territorio nazionale; due degli arrestati, per un breve periodo, sono stati trattenuti in regime di detenzione domiciliare presso lo stesso
hotspot e successivamente ricondotti presso la locale casa circondariale.
  In merito alle misure di tutela sanitaria, si riferisce che la prefettura di Taranto, nell'imminenza degli arrivi, in data 26 maggio, ha coinvolto la direzione generale ed il dipartimento di prevenzione della Asl competente, per approfondire le misure e i protocolli da applicare agli ospiti per il periodo di quarantena e gli opportuni accorgimenti da adottare in ordine all'igiene degli ambienti, da parte dell'ente gestore.
  Gli uffici interpellati hanno fornito indicazioni puntuali (rispetto alle richieste avanzate) che sono state immediatamente trasmesse, con richiesta di esatto adempimento, al direttore dell'
hotspot.
  Inoltre, sono stati definiti tempi e procedure per l'esecuzione dei tamponi nasofaringei sugli ospiti, finalizzati al rilascio di idonea certificazione medico sanitaria propedeutica al trasferimento.
  I tamponi forniti dalla Asl, che ha garantito anche l'esecuzione dei relativi esami di laboratorio presso una struttura del servizio sanitario regionale, sono stati eseguiti, al termine dei 14 giorni di quarantena (decorrenti dall'arrivo del secondo gruppo di immigrati e quindi dal 27 maggio), dal presidio sanitario presente nella struttura, come da convenzione sottoscritta il 3 gennaio 2020.
  Nel precisare che sono stati tutti negativi gli esiti del tamponi effettuati sui migranti, si soggiunge che gli stessi sono stati trasferiti in varie località pugliesi.
  Più in generale, in merito all'utilizzo dell'
hotspot di Taranto, si rappresenta che l'isolamento sanitario in cui vengono trattenuti gli stranieri ivi trasferiti risulta riconducibile al disposto dell'articolo 9 del decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 142.
  Tale disposizione prevede, infatti, oltre al tempo necessario all'espletamento delle operazioni di identificazione del migranti, quello, occorrente per l'accertamento dello stato di salute, diretto a verificare la sussistenza di condizioni di vulnerabilità.
  Nella situazione attuale, in tali accertamenti vanno ricompresi anche quelli per la prevenzione della diffusione dell'epidemia di Covid-19.
  L‘utilizzo dell'
hotspot è pertanto temporaneo e limitato all'emergenza sanitaria in atto.
  Inoltre, la prefettura di Taranto, d'intesa con la competente Unità sanitaria locale, ha adottato tutti i protocolli e le misure di tutela sanitaria volte a salvaguardare la salute degli ospiti dei centri, degli operatori e della comunità locale.
  È stato assicurato un monitoraggio quotidiano, da parte del medico competente del centro dello stato di salute degli stessi migranti, che non ha fatto registrare la necessità di alcun intervento per sintomatologia da Covid-19.
  Inoltre, in considerazione della stagione estiva, la capienza dell'
hotspot è stata ampliata con l'installazione, all'aperto, di ulteriori tensostrutture, che consentono, al contempo, di assicurare il necessario distanziamento sociale.
  I servizi di vigilanza sono assicurati attraverso l'impiego di militari dell'esercito italiano, di unità di rinforzo delle forze di polizia, nonché di personale della questura e dei comandi provinciali dei Carabinieri e della Guardia di finanza.
  La tutela della salute degli operatori di polizia impiegati nelle strutture di accoglienza, a stretto contatto con i migranti, è alla costante attenzione di questa amministrazione.
  Infatti, al momento dello sbarco, tutti i migranti sono sottoposti a
triage sanitario, effettuato direttamente sulla banchina del molo. Successivamente, vengono trasferiti all'interno dell'hotspot, dove viene effettuato il test sierologico e, in caso di positività, si procede al tampone rino-faringeo.
  Si precisa, altresì, che il personale adibito alla vigilanza si trova ad un'adeguata distanza dalla zona residenziale nella quale sono accolti i migranti ed è munito dei dispositivi di protezione individuale (mascherina filtrante, guanti chirurgici, visiera protettiva), da indossare all'occorrenza.
  La direzione centrale di sanità fornisce costantemente direttive riguardanti la prevenzione delle malattie diffusive e, in generale, il rischio biologico, nonché le problematiche degli operatori di polizia: impiegati nella gestione dei migranti.
  In tale contesto, sono state emanate, nel tempo, disposizioni operative e sono stati organizzati incontri formativi
ad hoc nel campo delle malattie diffusive. Si precisa, infine, che sulle criticità sollevate dai Segretari Provinciali del sindacati di polizia nel corso del sopralluogo effettuato lo scorso 22 maggio si è subito intervenuti ed alcune di queste sono state già risolte.
  Sono stati, installati, infatti, lungo il perimetro esterno della struttura, 9 gazebi, per assicurare agli operatori di polizia una protezione dalle elevate temperature estive.
  Per quanto riguarda la pulizia dell'area esterna, l'azienda locale ha effettuato vari interventi straordinari, provvedendo alla rimozione dei materiali ingombranti.
  

Il Viceministro dell'interno: Matteo Mauri.