ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05910

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 351 del 04/06/2020
Firmatari
Primo firmatario: BILOTTI ANNA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 04/06/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 04/06/2020
Stato iter:
13/11/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/11/2020
PATUANELLI STEFANO MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 13/11/2020

CONCLUSO IL 13/11/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05910
presentato da
BILOTTI Anna
testo di
Giovedì 4 giugno 2020, seduta n. 351

   BILOTTI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   Officine Maccaferri è una storica azienda di Bellizzi, in provincia di Salerno, attiva dal 1951 nella progettazione e produzione di soluzioni per il contenimento del rischio idrogeologico e dell'erosione costiera e per la salvaguardia ambientale;

   in particolare, Officine Maccaferri può contare su 32 aziende, 30 impianti produttivi, 70 filiali e più di 3 mila dipendenti in tutto il mondo. Si tratta, infatti, di uno dei gruppi industriali italiani più antichi, prestigiosi e importanti, le cui forniture si sono rivelate spesso preziose per la tutela del fragile territorio italiano, alla luce delle numerosissime commesse ottenute da enti pubblici centrali e locali;

   si apprende da fonti di stampa che, a causa delle difficoltà finanziarie del gruppo, il 31 maggio 2019 la holding Seci ha depositato richiesta di concordato preventivo presso il tribunale di Bologna. Successivamente, sono entrate nella procedura altre società della controllante fino al 21 maggio 2020, quando la richiesta di concordato è stata estesa anche per la partecipata Officine Maccaferri in questione;

   sempre fonti di stampa riferiscono dell'accordo raggiunto tra la proprietà attuale e un gruppo di investitori, capitanati dal fondo statunitense Carlyle, che fornendo la liquidità necessaria per salvare il gruppo di fatto diventerebbero i nuovi proprietari dell'azienda;

   alla luce di queste notizie e della contestuale vendita del terreno ove è ubicata l'azienda salernitana, nei giorni scorsi gli operai hanno incontrato in una riunione sindacale i rappresentanti della Officine Maccaferri senza alcuna rassicurazione sul mantenimento dell'attuale capacità produttiva. Dopo una prima settimana di sciopero, trascorsa senza che l'azienda desse alcun segnale di disponibilità, i lavoratori si sono di nuovo riuniti in assemblea il 3 giugno 2020 e hanno dichiarato lo sciopero a oltranza –:

   se sia a conoscenza dei fatti esposti, alla luce dell'imminente perdita per l'Italia di un asset industriale strategico per la tutela del territorio e dell'ambiente;

   se e quali iniziative intenda adottare per fare chiarezza in ordine ai reali problemi che investono lo stabilimento di Bellizzi (Salerno), al fine di tutelare i lavoratori interessati e le loro rispettive famiglie.
(4-05910)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 13 novembre 2020
nell'allegato B della seduta n. 427
4-05910
presentata da
BILOTTI Anna

  Risposta. — Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame, sentito anche il Ministero della giustizia, si rappresenta quanto segue.
  L'interrogante mette in evidenza la situazione produttiva e occupazionale del Gruppo «Officine Maccaferri» (di seguito anche «OM»), con riferimento allo stabilimento di Bellizzi, in provincia di Salerno.
  Al riguardo si rappresenta,
in primis, che il sito di Bellizzi costituisce una delle componenti aziendali del cosiddetto «Gruppo Maccaferri», una multinazionale italiana specializzata in prodotti e soluzioni per l'edilizia con sede gestionale nel circondario del tribunale di Bologna (con la holding «SECI S.p.A.»). Nello stesso circondario ha sede legale anche la partecipata «Officine Maccaferri», cui fanno capo le maestranze del richiamato sito salernitano.
  Sulla vicenda sottoposta dall'interrogante è stato interpellato anche il Ministero della giustizia – avente competenza primaria sulla materia – il quale ha riferito ciò che segue.
  Dapprima Seci (in data 31 maggio 2019) e poi OM (in data 21 maggio 2020) hanno presentato istanza di concordato preventivo. Le vicende sono inevitabilmente correlate a quelle delle analoghe procedure (in tutto sedici, ciascuna autonomamente pendente presso il tribunale di Bologna), che coinvolgono alcune fra le maggiori e più importanti società dello storico Gruppo.
  A fronte della primaria dichiarata esigenza di liquidità che interessa sostanzialmente l'intero «Gruppo Maccaferri» nelle sue varie articolazioni, il fondo statunitense «Carlyle» (cui fa riferimento l'interrogante) costituisce uno dei fattori di acquisizione di risorse indicati nei progetti di concreta realizzazione del concordato preventivo. Le condizioni per l'acquisizione del relativo finanziamento e le sue modalità di utilizzo rientrano tra le questioni centrali che il tribunale di Bologna (chiamato a pronunciarsi entro le prossime settimane) dovrà affrontare con i suoi provvedimenti.
  Per mera completezza, si evidenzia che il ricorso presentato il 21 maggio 2020 da «Officine Maccaferri» è volto ad ottenere l'ammissione alla procedura di concordato preventivo, con riserva di deposito del piano, della proposta e della documentazione ai sensi dell'articolo 161, commi 2 e 3, della Legge Fallimentare.
  Nel suddetto ricorso la «nuova finanza» resasi necessaria, proveniente come sopra indicato anche dal «Fondo Carlyle», viene definita quale indispensabile strumento per superare la crisi di liquidità di OM e delle controllate italiane ed estere.
  È stato, in particolare, sostenuto che con il concordato preventivo le ragioni dei creditori potranno essere comunque soddisfatte in misura superiore rispetto ad uno scenario liquidatorio (fallimentare o altro analogo). Dunque, il tribunale di Bologna è, tra l'altro, impegnato nella verifica di tale fondamentale presupposto.
  Seci, sottoposta anch'essa a concordato preventivo ed essenzialmente operante nel ruolo di
holding del «Gruppo Maccaferri», ha dato atto di aver aderito, in data 29 maggio 2020, all'accordo negoziale di cui sopra, condizionando il proprio assenso all'autorizzazione del tribunale.
  Tutto quanto sopra premesso, si sottolinea che il Ministero dello sviluppo economico non è stato sinora chiamato ad intervenire, né da parte della proprietà, né da parte delle organizzazioni sindacali in merito alla vicenda riguardante il menzionato stabilimento di Bellizzi.
  Tuttavia, ove da parte dei soggetti coinvolti pervenga espressa richiesta, si esprime sin da subito la disponibilità e l'impegno del Ministero dello sviluppo economico a monitorare l'evoluzione della vicenda, con eventuale possibilità di intervento attraverso la convocazione di un apposito tavolo di confronto, volto a garantire che venga preservata la continuità dell'attività produttiva del sito di Bellizzi ed il mantenimento dei livelli occupazionali.

Il Ministro dello sviluppo economico: Stefano Patuanelli.