ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05909

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 351 del 04/06/2020
Firmatari
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 04/06/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 04/06/2020
Stato iter:
28/09/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/09/2020
BONAFEDE ALFONSO MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 28/09/2020

CONCLUSO IL 28/09/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05909
presentato da
CIRIELLI Edmondo
testo di
Giovedì 4 giugno 2020, seduta n. 351

   CIRIELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da organi di stampai che, dei 6.000 detenuti segnalati dalla polizia penitenziaria per le rivolte con cui nel marzo 2020 sono state messe a soqquadro le carceri italiane, soltanto un centinaio sarebbero finiti sotto procedimento disciplinare per l'aggravamento della misura detentiva, per gli altri, invece, sembrerebbe essere scattato una sorta di salvacondotto, causato dalla scadenza dei termini perentori previsti per le diverse fasi che caratterizzano il procedimento disciplinare;

   per tali comportamenti, l'ordinamento penitenziario, all'articolo 14-bis comma 4, prevede che, per chi ha compromesso la sicurezza o ha turbato l'ordine in una struttura detentiva, vada applicato, in via cautelare, il regime di sorveglianza particolare, una forma individuale del trattamento basata sulla personalità del soggetto e sulla sua pericolosità; si tratta di uno strumento che permette di prevedere una sanzione adeguata e proporzionata all'infrazione commessa;

   al contrario, sembrerebbe che, per gli agenti di polizia penitenziaria, la direzione generale del personale del Dap, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, non avrebbe perso tempo ed anzi, avrebbe inviato una circolare ai provveditori regionali con cui si sarebbe preoccupata di mantenere in piedi, mediante procedure telematiche, i procedimenti disciplinari a loro carico;

   per una migliore intellezione della vicenda è necessario ricordare che le rivolte che tra il 7 e il 9 marzo 2020 hanno visto coinvolte le carceri italiane, da Trapani a Foggia a Rieti, da Poggioreale a Frosinone a Modena, hanno causato un bilancio pesantissimo, con 14 morti tra i detenuti, per overdose di farmaci rubati dalle infermerie, 16 evasi e più di 60 agenti feriti;

   se i fatti in premessa corrispondessero al vero non solo si sarebbe dinnanzi all'ennesimo ed ormai non più tollerabile esempio di mala gestio del sistema carcerario italiano, ma ancor peggio, a parere dell'interrogante, di fronte ad una clamorosa abdicazione del potere punitivo dello Stato che mostrerebbe, anche in tale circostanza, la sua totale incapacità nel far rispettare l'ordine e le regole finanche negli istituti penitenziari;

   quanto appena dedotto assume una valenza ancor più allarmante se si considera che sui gravissimi ed intollerabili episodi di violenza graverebbero sospetti in ordine ad un coinvolgimento delle criminalità organizzate, secondo quanto denunciato dagli organi di stampa e anche da diversi magistrati;

   la gravità dei fatti descritti richiede un celere intervento che faccia luce con fermezza e determinazione sugli accadimenti in questione –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e considerata la gravità degli stessi quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare al fine di sopperire alle evidenti carenze di tipo organizzativo/amministrativo dei vari istituti penitenziari che la vicenda avrebbe fatto emergere;

   se non intenda assumere ogni iniziativa di competenza volta ai doverosi accertamenti di carattere amministrativo e disciplinare a fronte delle gravi rivolte e del sospetto di una comune matrice criminale degli episodi accaduti contestualmente nei vari istituti penitenziari allocati sul territorio nazionale.
(4-05909)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 28 settembre 2020
nell'allegato B della seduta n. 399
4-05909
presentata da
CIRIELLI Edmondo

  Risposta. — Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame mi pregio riferire quanto segue.
  A seguito delle rivolte poste verificatesi tra il 7 ed il 9 marzo 2020, la direzione generale dei detenuti e del trattamento, considerate le richieste pervenute dagli istituti interessati dagli eventi, ha disposto il trasferimento fuori regione di circa 700 detenuti.
  Si sottolinea che si è provveduto ad allontanare tutti i soggetti interessati e segnalati dalle direzioni, ad eccezione di alcuni casi particolari.
  Non solo, emerge che alcune direzioni di carcere hanno provveduto all'avvio dell'azione disciplinare prima ancora della partenza dei detenuti presso altro Istituto; in altri casi si è appurato che lo abbiano fatto gli istituti di destinazione, nel momento in cui venivano in possesso degli atti utili all'azione disciplinare. Dai controlli a campione effettuati dalla direzione generale dei detenuti e del trattamento è emerso che numerosi sono stati i procedimenti disciplinari attivati, nella maggior parte dei casi conclusi con la comminazione della più grave delle sanzioni, ovvero l'esclusione dalle attività in comune, ai sensi dell'articolo 39 comma 5 ordinamento penitenziario.
  Successivamente, per circa 200 dei detenuti coinvolti, le direzioni hanno richiesto l'applicazione del regime della sorveglianza particolare ai sensi dell'articolo 14-
bis ordinamento penitenziario, conseguente avvio, presso il Dap, della complessa procedura volta alla valutazione circa la necessità dell'emissione all'emissione del richiesto provvedimento.
  Si evidenzia che ancora oggi a distanza di mesi dai drammatici accadimenti giungono presso la direzione generale interessata richieste di attivazione del regime di sorveglianza particolare, sì che, evidentemente, in alcuni casi le procedure di accertamento delle singole responsabilità sono state particolarmente lunghe e complesse.
  Quanto all'emissione di una circolare emessa dal Dap e finalizzata al mantenimento in essere, mediante procedure telematiche, dei procedimenti disciplinari a carico dei poliziotti penitenziari, si evidenzia che la preposta direzione generale del personale e delle risorse, a fronte di specifico quesito avanzato in data 5 marzo da un provveditorato regionale, riguardo alle modalità di celebrazione dei consigli regionali di disciplina, con nota 17 marzo 2020, n. 89869.u, al fine di evitare eventuali scadenze dei termini procedimentali, ha fornito indicazioni in ordine allo svolgimento delle sedute che sarebbero dovute avvenire, a cura dei provveditori, con il sistema di videoconferenza, stante l'emergenza sanitaria che imponeva assoluto divieto di svolgere riunioni e assembramenti di ogni genere. Tale indicazione è stata temporaneamente superata dall'entrata in vigore del decreto-legge 18 marzo 2020, n. 18, che all'articolo 103, comma 5 ha previsto che «i termini dei procedimenti disciplinari del personale delle amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 ivi inclusi quelli del personale di cui all'articolo 3 del medesimo decreto legislativo, pendenti alla data del 23 febbraio 2020 o iniziati successivamente a tale data, sono sospesi fino al 15 aprile 2020».
  Detta sospensione dei termini è poi proseguita sino al 15 maggio 2020 per effetto del successivo decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23.

Il Ministro della giustizia: Alfonso Bonafede.