ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05893

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 350 del 03/06/2020
Firmatari
Primo firmatario: DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 03/06/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 03/06/2020
Stato iter:
28/09/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/09/2020
SERENI MARINA VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 28/09/2020

CONCLUSO IL 28/09/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05893
presentato da
DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea
testo di
Mercoledì 3 giugno 2020, seduta n. 350

   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   l'emergenza Coronavirus ha monopolizzato le agende dei principali canali d'informazione. Da troppo tempo ormai sono poco diffuse all'opinione pubblica le informazioni e le notizie sui rapporti dell'Italia con importanti nazioni del Corno d'Africa quali Eritrea, Etiopia, Gibuti e Somalia, quest'ultima, come noto, in balia di una interminabile guerra e in preda alle violenze di gruppi terroristici;

   le citate nazioni rappresentano fondamentali interlocutori nell'economia e nella sicurezza dell'intera area, posta in posizione strategica e nella quale l'Italia non può non essere presente anche per fornire tutto il supporto necessario a stabilizzare e rafforzare Nazioni amiche;

   l'Italia riveste un ruolo di primo livello nel quadrante anche in virtù del fatto che il comando della missione Eutm Somalia, dal 16 febbraio 2014, è affidato a un generale italiano. Come riporta il sito del Ministero della difesa, «L'attuale contributo nazionale prevede, dal 1° gennaio al 30 settembre 2018, un impiego massimo di 123 militari e 20 mezzi terrestri, impiegati in vari ambiti, da quello principale dell'addestramento delle Forze Armate somale alla sicurezza dei movimenti e del contingente, dal supporto logistico e amministrativo a quello di staff del Comandante»;

   in questo periodo di grande incertezza, una decisa e tenace azione di collaborazione economica con le nazioni del Corno d'Africa, stante lo storico accordo di pace tra Etiopia ed Eritrea, sarebbe una grande occasione di rilancio e potenziamento di molte aziende nazionali che, tra l'altro, potrebbero operare in un ambiente non estraneo e non ostile;

   appare quindi necessario fare il punto sugli eventuali incontri effettuati dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale con i rispettivi Ministri di Etiopia, Eritrea e Somalia, sugli esiti e sugli sviluppi futuri, nonché sapere se questi abbiano dato luogo alla sottoscrizione di accordi bilaterali, anche di carattere economico –:

   quale sia l'attuale stato dei rapporti diplomatici con le Nazioni del Corno d'Africa e quali risultati siano stati ottenuti dal punto di vista politico ed economico;

   se e quali iniziative siano state intraprese o si intendano intraprendere per favorire e incrementare l'interscambio commerciale con le nazioni del Corno d'Africa;

   quale sia l'attuale livello di sicurezza della missione Eutm Somalia, se e quali iniziative siano state eventualmente intraprese per rafforzare e implementare la sicurezza del contingente italiano e se sia opportuno accrescerne la presenza in uomini e mezzi ai fini di contribuire maggiormente alla stabilità dell'area.
(4-05893)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 28 settembre 2020
nell'allegato B della seduta n. 399
4-05893
presentata da
DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea

  Risposta. — L'intensità del dialogo politico con Paesi del Corno d'Africa, regione prioritaria per la politica estera italiana in virtù degli storici legami politici, culturali ed economici, è testimoniata dai numerosi incontri ai più alti livelli succedutisi nel corso degli ultimi due anni. Il Ministro Di Maio ha incontrato gli omologhi di Etiopia, Somalia ed Eritrea in una colazione a margine dell'ultima assemblea generale ONU, nel settembre 2019. Nel febbraio scorso, il Ministro ha ricevuto a Roma la visita del collega etiopico Gedu, mentre la Vice Ministra Del Re ha effettuato quattro missioni in Etiopia tra il 2018 e il 2020 (nello stesso periodo si sono inoltre svolti tre incontri del Presidente del Consiglio Conte con il primo ministro etiopico Abiy Ahmed). Nel luglio 2019, in seguito alla missione ad Asmara della Vice Ministra Del Re (dicembre 2018), l'allora Ministro degli affari esteri e cooperazione internazionale Moavero Milanesi ha incontrato a Roma il Ministro degli esteri eritreo Osman Saleh. Successivamente alle due visite a Gibuti della Vice Ministra Del Re (dicembre 2018 e luglio 2019), il 29 gennaio scorso il Ministro Di Maio ha incontrato il Ministro della difesa gibutino Bourhan, in visita a Roma per la firma di un accordo di collaborazione nel settore della difesa con il Ministro Guerini. Il 12 maggio scorso, in seguito alla liberazione di Silvia Romano, si è svolto un colloquio telefonico tra il Ministro Di Maio e il Ministro degli Esteri somalo Ahmed Isse Awad.
  Questa fitta interlocuzione politica – cui si aggiungono la telefonata dello scorso 1° luglio tra il Presidente Conte e il presidente somalo Farmajo e il mio colloquio in videoconferenza con il Ministro degli esteri somalo Awad il 23 luglio – è servita a ribadire il ruolo di primo piano che l'Italia può svolgere nel Corno d'Africa. L'azione politica italiana è diretta da un lato a consolidare la già articolata collaborazione bilaterale con i paesi della regione, dall'altro ad assicurare che a questi ultimi siano riconosciuti adeguati attenzione politica e supporto finanziario anche nei fora multilaterali (ONU, UE, istituzioni finanziarie internazionali) e regionali (l'IGAD, anche in virtù del ruolo dell'Italia come co-chair dell'IGAD
Partners Forum). Il nostro Paese sostiene inoltre la dinamica distensiva regionale avviata nel 2018 con la firma dello storico accordo di pace etio-eritreo, nella consapevolezza che si tratta di un processo dagli esiti non scontati che potrebbe generare inedite dinamiche di sviluppo condiviso.
  Nello specifico, per quanto riguarda le relazioni bilaterali, l'Etiopia – perno della sicurezza del Corno d'Africa – è il più importante partner dell'Italia in Africa subsahariana; allo stesso modo, Addis Abeba considera Roma il principale interlocutore politico in ambito Unione europea. Tale rilevanza è testimoniata dall'intensa cooperazione culturale, dalla collaborazione in ambito migratorio (con 13,1 milioni di euro a valere sul cosiddetto Fondo Africa per le migrazioni destinati all'Etiopia nel triennio 2017- 2019) e, non ultimo, dal fatto che l'Etiopia è il secondo Paese beneficiario di risorse della nostra cooperazione allo sviluppo (125 milioni di euro per il triennio 2017-2019, 140 nel nuovo programma Paese 2020-2022). Negli ultimi due anni sono state inoltre avviate numerose iniziative bilaterali a sostegno del percorso di riforma e riconciliazione nazionale del premier Abiy, tra le quali si annoverano: il sostegno finanziario (circa 2 milioni di euro) al programma di reintegrazione sociale dei gruppi armati di opposizione rientrati in Etiopia a seguito dei provvedimenti di amnistia; la firma di un accordo quadro nel settore della difesa (2019); i corsi di formazione italiani a beneficio di membri della guardia presidenziale etiopica e di alti quadri della protezione civile.
  Più complesse le relazioni con l'Eritrea: sulla scia del processo di distensione avviato con l'Etiopia, su cui abbiamo riposto molte speranze, e nella consapevolezza del ruolo potenziale di tale Paese nella regione, da un lato, l'Italia si impegna a favorire l'attenzione della comunità internazionale verso Asmara, dall'altro cerca di incoraggiare graduali aperture da parte del regime eritreo. Negli ultimi due anni sono state avviate numerose iniziative bilaterali, tra cui il rilancio della cooperazione culturale e il riavvio dei progetti della cooperazione allo sviluppo nel Paese (con lo stanziamento di una cifra iniziale di 12 milioni di euro nei settori della formazione, pesca, del tessile e dell'agricoltura e con la possibile apertura ad Asmara di una sede dell'Aics, l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo). La strada è lunga e non semplice, come del resto dimostrato dall'attuale fase del rapporto bilaterale: di recente, le autorità eritree hanno sospeso in maniera improvvisa il funzionamento della scuola italiana, e hanno manifestato l'intenzione di rimettere in discussione gli attuali assetti educativi e amministrativi dell'istituto. Prosegue ad ogni modo, per quanto possibile, il tentativo di mantenere un dialogo con Asmara anche nel contesto della comunità internazionale, onde evitare fenomeni di instabilità sociale, con possibili conseguenze negative per gli equilibri della regione e sui flussi migratori.
  Con Gibuti vantiamo un'articolata cooperazione bilaterale nel settore della difesa: presso la Base militare italiana di Gibuti l'arma dei carabinieri conduce operazioni di addestramento delle forze di sicurezza somale e della polizia gibutina. Rilevanti sono poi le iniziative civil military cooperation (CIMIC), tra cui si segnala la realizzazione di un'area ricreativa («Parco Roma») inaugurata nel luglio 2019 dall'allora Ministra Trenta. Da segnalare, inoltre, i corsi di addestramento alla Guardia Costiera gibutina svolti lo scorso anno dalla nostra Marina Militare e la partecipazione italiana alla missione europea di contrasto alla pirateria nel golfo di Aden EUNAVFOR ATALANTA, con base appunto a Gibuti. Infine, l'impegno della cooperazione allo sviluppo italiana verso Gibuti si è tradotto in circa 105 milioni di euro dal 1984, contributi concentrati sul settore sanitario e su categorie vulnerabili come minori e rifugiati.
  L'Italia esercita un ruolo di primo piano nel processo di stabilizzazione della Somalia, attraverso un'articolata azione nei settori della cooperazione e della sicurezza. Nel marzo 2020 abbiamo erogato un «prestito ponte» di circa 370 milioni di dollari (che non ha comportato oneri per l'Italia, essendo stato rimborsato nell'arco della stessa giornata lavorativa), che ha consentito di concludere la cancellazione dei debiti arretrati della Somalia verso il fondo monetario internazionale, precondizione per l'accesso di Mogadiscio al credito internazionale con potenziali ricadute positive sul piano dello sviluppo. Anche in considerazione della grave crisi umanitaria in corso, la Somalia è un Paese prioritario per la Cooperazione Italiana, che nel 2019 ha riservato a Mogadiscio un'allocazione di circa 20 milioni di euro per iniziative di sviluppo (in istruzione superiore – continuando a finanziare dal 2012 l'università nazionale somala, unica istituzione accademica pubblica attiva nel Paese – infrastrutture, sostegno all'amministrazione, gestione dei fenomeni migratori e salute, incluso l'attuale impegno nel contrasto al Covid-19). Il nostro articolato impegno a favore di Mogadiscio è pienamente riconosciuto e fortemente apprezzato da parte somala, come mi è stato personalmente confermato dal Ministro degli esteri Awad nel corso del nostro recente colloquio, che ha consentito un'ampia disamina del partenariato bilaterale.
  In ambito securitario, sul piano bilaterale l'Italia ha firmato con la Somalia un accordo per la cooperazione nel settore della difesa (settembre 2013) e svolge con l'arma dei carabinieri attività di addestramento della polizia (Corsi MIADIT) presso la base Italiana di Gibuti (circa 200 unità per corso). L'Italia fornisce inoltre un contributo di primo piano alle missioni Unione europea: Eucap Somalia, missione civile che ha l'obiettivo di rafforzare la capacità della Somalia nell'applicazione del diritto marittimo; Eutm Somalia che, nell'ambito del processo di stabilizzazione del Paese, gioca dal 2010 un importante ruolo attraverso attività di addestramento, mentoring e advicing in favore dell'esercito nazionale somalo. Le attività della missione, inizialmente rivolte alla formazione delle compagnie di fanteria leggera e dei plotoni del genio militare, si sono progressivamente estese ad attività di «formazione dei formatori» e di assistenza nella ricostruzione della catena di comando e controllo militare. Il contingente italiano, che assicura il comando della missione attraverso un ufficiale superiore (attualmente il generale di brigata Antonello De Sio), rappresenta la maggioranza dell'organico e garantisce, con mezzi e capacità dedicate, la forza di protezione della missione. L'esistenza di una missione militare di addestramento europea a guida e a prevalenza italiana offre alla presenza istituzionale dell'Italia in Somalia un importante valore aggiunto (tenuto conto della assoluta centralità della ricostituzione di forze di sicurezza somale autonome nell'agenda politica del paese) in termini di visibilità e, allo stesso tempo, di supporto alla rappresentanza diplomatica a Mogadiscio.
  L'attenzione per la sicurezza della missione è massima. Relativamente ai movimenti per via ordinaria, il contingente nazionale è dotato di mezzi e dispositivi di sicurezza e protezione già impiegati in altri teatri operativi ad alta intensità e, pertanto, idonei a far fronte in maniera efficace alla minaccia di ordigni esplosivi improvvisati (IED). Al fine di ridurre i movimenti, la missione ha incrementato nel tempo le attività di addestramento e consulenza all'interno della propria sede, dislocata nella «green zone» (Campus Internazionale) dell'aeroporto internazionale di Mogadiscio (MIA). Per quanto riguarda la sicurezza delle infrastrutture della missione e delle aree addestrative, sono stati programmati e in parte già realizzati diversi progetti per incrementarne la protezione. Presso il MIA, inoltre, è attivo un servizio di vigilanza e sorveglianza garantito dalla polizia somala. Quanto alla «green zone», la vigilanza e la sorveglianza sono state integrate con numerosi lavori di fortificazione campale, mentre ulteriori misure di protezione sono tuttora allo studio. Nell'ambito delle attività complessive di prevenzione, infine, il comando della missione conduce attività di
intel sharing assessment and warning sia con le missioni a guida UE e ONU sia con altre istituzioni operanti nell'area.
  Al momento la missione ha diminuito il personale presente in loco e ha proseguito parte delle attività da remoto, sospendendo tutte quelle in presenza, quale misura di contenimento della diffusione del COVID-19. Il ritorno del personale in teatro avverrà in maniera flessibile, consentendo aggiustamenti sulla base dell'evoluzione delle condizioni epidemiologiche, logistiche e securitarie.
  In merito alla possibilità di accrescere il contingente per contribuire maggiormente alla stabilità dell'area, l'Unione europea ha accettato l'offerta italiana di incrementare uomini e mezzi, prevedendo lo schieramento di un terzo plotone di
Force Protection, in aggiunta agli altri due già presenti in teatro operativo, e fino a due nuovi «advisor». A tale riguardo si ricorda che la Missione EUTM Somalia, la cui prosecuzione è stata recentemente autorizzata dal Parlamento, prevede per l'anno 2020 un incremento di 25 unità fino a un massimo di 148 totali.
  L'Italia, nella convinzione che lo sviluppo economico rappresenti la base per assicurare adeguate condizioni di pace e sicurezza, mira a realizzare una partnership economica paritaria e mutualmente vantaggiosa con i paesi del Corno d'Africa, anche attraverso il rafforzamento dei rapporti commerciali bilaterali. Nello specifico, Roma è il primo partner commerciale di Addis Abeba in ambito Unione europea e l'Etiopia è il quarto mercato di destinazione per le imprese italiane in Africa subsahariana (nel 2018 l'interscambio commerciale tra Italia ed Etiopia si è attestato a 292 milioni di euro). Partendo da tali presupposti, il dialogo economico-commerciale bilaterale resta intenso: nel 2019 si sono svolti infatti ben cinque business forum tra Italia ed Etiopia. Il primo si è tenuto a Roma in occasione della visita di Abiy del gennaio 2019; il secondo, «l'Eastern Africa Business Forum» a Roma nel giugno 2019; nello stesso mese si è svolto ad Addis Abeba il primo Business Forum italo-etiopico, nell'ambito della missione di sistema guidata dalla Vice Ministra Del Re cui hanno partecipato circa 200 imprese etiopiche e 50 imprese italiane; altri due business forum si sono tenuti a Roma e Milano in occasione della visita in Italia del vice primo ministro etiopico Mekonnen nell'ottobre 2019. In Eritrea, d'altro canto, si nutrono forti aspettative di una maggiore presenza economica italiana, ad oggi comunque limitata dal precario clima degli investimenti nel Paese. Tra le iniziative avviate negli ultimi due anni, si segnala la missione di circa 70 imprenditori italiani in occasione della visita della Vice Ministra Del Re del dicembre 2018. Infine, negli ultimi anni si è registrato un incremento della presenza economica italiana a Gibuti, partner commerciale importante e destinazione privilegiata per i nostri investimenti, in virtù della posizione strategica e della crescita economica del Paese. Si ricorda l'apertura di un'antenna ICE a Gibuti e la partecipazione, nel dicembre 2018, di circa 10 aziende italiane alla Fiera di Gibuti (una delle maggiori iniziative del Paese nel settore commerciale).

La Sottosegretaria di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Marina Sereni.