ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05877

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 349 del 28/05/2020
Firmatari
Primo firmatario: D'ATTIS MAURO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 28/05/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 28/05/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05877
presentato da
D'ATTIS Mauro
testo di
Giovedì 28 maggio 2020, seduta n. 349

   D'ATTIS. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il 17 febbraio 2020 Intesa Sanpaolo ha lanciato una offerta pubblica di sottoscrizione (Ops) nei confronti di Ubi Banca con l'obiettivo di acquisirne l'intero capitale sociale o comunque la maggioranza assoluta;

   l'offerta, pari a 17 azioni Intesa Sanpaolo di nuova emissione ogni 10 di Ubi Banca, corrisponde a un premio del 28 per cento sui valori del 14 febbraio 2020;

   l'operazione di Intesa metterebbe in moto un complesso «risiko» bancario che coinvolgerebbe Bper, cui sarebbero cedute 400/500 filiali nel Nord Italia, e Unipolsai, cui sarebbero ceduti i rami d'azienda delle compagnie assicurative Bancassurance Popolari, Lombarda Vita e Aviva Vita partecipate da Ubi Banca;

   l'operazione dovrebbe consentire di creare il settimo gruppo bancario in Europa per attivi, in grado di realizzare utili consolidati stimati a oltre 6 miliardi di euro nel 2022, prevedendo anche sinergie derivanti dall'aggregazione, stimate a regime in circa 730 milioni ante imposte per anno, con costi di integrazione una tantum stimati complessivamente in 1,27 miliardi;

   l'offerta non è stata concordata, provocando varie reazioni negative da parte di Ubi, il cui consiglio di amministrazione, il 26 maggio 2020, ha deliberato l'avvio di un'azione giudiziale volta ad accertare che gli effetti della comunicazione del 17 febbraio 2020 – con cui Intesa annunciava il lancio dell'Ops su Ubi – sono cessati. Il presupposto dell'azione, secondo Ubi, è rappresentato dall'avveramento della condizione di material adverse change di efficacia dell'offerta pubblica di scambio, determinato «dalla pandemia Covid-19 e dalla mancata tempestiva rinunzia di Intesa Sanpaolo a tale condizione». Ubi ha avviato una medesima iniziativa presso la Consob;

   l'Ops in corso sta paralizzando le attività di Ubi Banca, che non può ad esempio cedere asset del perimetro o fare emissioni obbligazionarie;

   nell'ultimo mese sono emersi più volte rumors su una contro-offerta, alternativa a quella di Intesa Sanpaolo, di Credit Agricole, possibilità che metterebbe l'assemblea di Ubi dinanzi alla possibilità di scegliere tra due opzioni;

   Carlo Messina, numero uno di Intesa Sanpaolo, nel mese di aprile 2020, ha detto, in merito ad un possibile interessamento francese: «Qualcuno può averli tirati per la giacchetta, ma è difficile immaginarlo. È assai poco probabile che una banca leader in Francia, come il Crédit agricole, venga in Italia con intenti bellicosi nei confronti della banca leader nel Paese»;

   le imprese finanziarie francesi hanno già dato prova di essere interessate al patrimonio economico italiano, basti pensare alle mosse di Axa nei confronti di Generali, ed il nostro Paese non è stato in grado di rispondere adeguatamente in difesa degli interessi nazionali;

   in questo scenario, pare poi che le autorità italiane deputate al controllo del libero mercato e del sistema bancario siano su posizioni opposte. L'Autorità garante della concorrenza e del mercato nutrirebbe, infatti, dubbi sulla fusione tra la prima e la quarta banca italiana, mentre la Banca d'Italia incoraggerebbe la mossa per i vantaggi che la maggior dimensione del primo player italiano può apportare;

   proprio le diverse vedute tra Antitrust e Bankitalia, in danno dell'autonomia del sistema bancario italiano, potrebbero favorire l'intervento di capitali stranieri, francesi in particolare;

   nel complicato contesto, negli ultimi giorni, si è diffusa la notizia che Unicredit, sarebbe pronta ad entrare nella partita in soccorso di Ubi acquistandone il 10 per cento del capitale in modo da rendere più difficoltosa la scalata di Intesa Sanpaolo –:

   quali iniziative di competenza il Governo sia intenzionato ad adottare per tutelare l'interesse nazionale, evitando che il controllo di Ubi, quarta banca italiana, possa finire in mani straniere.
(4-05877)