ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05867

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 349 del 28/05/2020
Firmatari
Primo firmatario: D'IPPOLITO GIUSEPPE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 28/05/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 28/05/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05867
presentato da
D'IPPOLITO Giuseppe
testo di
Giovedì 28 maggio 2020, seduta n. 349

   D'IPPOLITO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la testata on line Il Corriere della Calabria ha riassunto in un articolo del 27 maggio 2020, intitolato «Rifiuti del nord Italia smaltiti illegalmente, maxi operazione del Noe anche in Calabria», una vasta inchiesta giudiziaria su un'organizzazione dedita al traffico illecito e alla realizzazione di discariche abusive per smaltire illegalmente oltre 23 mila tonnellate di rifiuti provenienti dal Nord;

   «il gruppo – si legge nell'articolo – operava attraverso il controllo di un impianto formalmente autorizzato dagli Enti competenti» al trattamento e smaltimento dei rifiuti speciali ed adottava due strategie per «ripulirli»;

   la prima delle suddette strategie consisteva nel «trasbordo»: i rifiuti in arrivo/entrata presso gli impianti della società oggetto d'indagine sostavano in loco per poche ore, poi venivano caricati su altri automezzi di ditte compiacenti e stipati in capannoni industriali, «da destinare a discarica abusiva», usando manovalanza extracomunitaria in nero;

   la seconda strategia – è raccontato nell'articolo – serviva a ripulire l'attività ed era organizzata in modo che il gestore dell'impianto facesse «apparire adempiuti gli obblighi di ricevimento e recupero senza in realtà neanche scaricare dal mezzo i rifiuti ricevuti con regolare formulario di identificazione», mentre all'autista del mezzo preposto al trasferimento veniva «rilasciato un documento di trasporto che attesta formalmente il trasferimento di materiale ottenuto da operazioni (fittizie) di recupero e riciclaggio»;

   ciò ultimo consentiva, secondo il citato articolo, di reimmettere i rifiuti nel circuito legale di smaltimento utilizzando un falso codice dell'Elenco europeo dei rifiuti (Eer) e classificandoli come «plastica e gomma» o «imballaggi di materiali misti», parzialmente trattabili e recuperabili;

   per la suddetta via, è spiegato nello stesso articolo, veniva saltato l'obbligo di trattamento in discarica autorizzata o termovalorizzatore;

   con riferimento all'inchiesta suddetta e a soggetti coinvolti, nell'articolo citato si legge: «Provare il coinvolgimento di questi soggetti nel traffico di rifiuti è difficoltoso stante la regolarità formale del loro operato. Ed ancora gli imprenditori titolari di una formale autorizzazione al trattamento dei rifiuti (quasi sempre inefficace per l'assenza delle garanzie fideiussorie obbligatorie), utilizzati dai primi per il conferimento apparentemente regolare dei rifiuti ma in realtà poi destinati a capannoni adibiti a discariche abusive e mai smaltiti regolarmente. In questo caso si tratta di società non patrimonializzate, spesso gestite da prestanome e destinate ad avere una durata breve nel tempo»;

   il 28 novembre 2019, l'interrogante aveva già presentato un'interrogazione al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in cui sottolineava l'inadeguatezza delle nuove norme in materia di Albo nazionale gestori ambientali che ridisegnano la disciplina autorizzativa dell'intera filiera di rifiuti con disposizioni però incongrue, contraddittorie, irragionevoli, di minore garanzia per la collettività e di maggior favore, al contrario, di un sistema in conflitto d'interessi, peraltro con la possibilità di evitare, in sostanza, la presentazione della certificazione antimafia ai fini dell'iscrizione nel predetto albo –:

   di quali informazioni disponga il Governo circa il dichiarato possesso della certificazione antimafia da parte delle ditte coinvolte;

   se non ritenga di intervenire con urgenti iniziative di carattere normativo al fine di garantire che tutte le procedure di autorizzazione per l'esercizio di ogni attività in materia di rifiuti siano tali da assicurare l'assenza di tentativi di infiltrazioni mafiose nelle ditte iscritte o richiedenti l'iscrizione all'Albo nazionale gestori ambientali, al fine di reintrodurre nel regolamento dello stesso Albo l'obbligo-onere preliminare, abolito, di presentare garanzie fideiussorie, e al fine di potenziare i controlli per agevolare la repressione di eventuali reati.
(4-05867)