ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05863

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 349 del 28/05/2020
Firmatari
Primo firmatario: DE CARLO SABRINA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 28/05/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VILLANI VIRGINIA MOVIMENTO 5 STELLE 28/05/2020
SUT LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 28/05/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI E PER IL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI E PER IL TURISMO delegato in data 28/05/2020
Stato iter:
15/10/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/10/2020
ORRICO ANNA LAURA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI E ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/10/2020

CONCLUSO IL 15/10/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05863
presentato da
DE CARLO Sabrina
testo di
Giovedì 28 maggio 2020, seduta n. 349

   SABRINA DE CARLO, VILLANI e SUT. — Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. — Per sapere – premesso che:

   il sito paleontologico del Villaggio del pescatore situato nel comune di Duino-Aurisina, in provincia di Trieste, a seguito della scoperta, nel 1994, di un adrosauro e di altri reperti fossili ha attirato negli Jultimi venti anni autorevoli studiosi che, considerata anche la zona limitrofa interessata da curiosi giacimenti ne hanno confermato il valore, designandola ad oggi come una zona in grado di offrire centinaia di reperti e probabili fossili sconosciuti;

   grazie ai fatti descritti, il centro si è trasformato in pochi anni in uno dei luoghi di riferimento tra i più importanti d'Europa;

   attualmente la zona di scavo rientra in un regime di proprietà privata e i complessivi interventi sul sito sono stati sostenuti con fondi privati; da pochi giorni è in fase di estrazione un nuovo fossile;

   considerato altresì l'enorme potenziale a livello turistico del sito, situato in un crocevia tra l'Italia, l'Austria, la Croazia e la Slovenia, logisticamente a soli 500 metri dal tracciato autostradale italiano, e posto in un'area di particolare rilevanza storica, sviluppatasi alla fine della II guerra mondiale per accogliere istriani di lingua italiana, l'intera zona potrebbe offrire, se aiutata, un nuovo centro turistico di valenza internazionale mediante l'accoglienza di studiosi e amatori da tutto il mondo, offrendo nuovi posti di lavoro e pertanto –:

   se sia a conoscenza dei fatti e se abbia intenzione di intervenire attraverso appropriate iniziative di promozione, che possano aiutare il sito al recupero di risorse utili al proseguimento dei lavori e al suo rilancio.
(4-05863)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 15 ottobre 2020
nell'allegato B della seduta n. 409
4-05863
presentata da
sabrina de carlo

  Risposta. — Si riscontra l'atto di sindacato ispettivo indicato in esame, con il quale l'interrogante ha chiesto notizie riguardo al sito indicato.
  Sulla base degli elementi forniti dalla direzione generale archeologia e belle arti e la competente soprintendenza territoriale, si rappresenta quanto segue.

I siti archeologici tutelati.

  Il sito paleontologico in oggetto ricade all'interno di aree soggette a tutela archeologica che circondano l'attuale frazione del comune di Duino-Aurisina denominata «Villaggio del Pescatore», affacciata sul mare Adriatico, posta a Sud delle bocche del fiume Timavo e a nord del Castello di Duino. Si tratta di terreni accidentati, in deciso pendio dalla costa verso il Carso Triestino, poco o nulla edificati, un tempo prevalentemente adibiti a pascolo, ma oggi ricoperti da una rigogliosa vegetazione spontanea che si innesta ormai senza soluzione di continuità con il vero e proprio bosco, lo storico bosco della Cernizza.
  Il primo provvedimento di tutela archeologica, emesso ai sensi degli articoli 1 e 3 della legge n. 1089 del 1939 con decreto ministeriale del 26 settembre 1980, comprende in origine nove particelle e ha per oggetto i resti di un abitato di epoca romana, da riferire a siti noti nella letteratura archeologica come Palazzo d'Attila e Casa Pahor. Si tratta in realtà di testimonianze riferibili a ville romane anche di notevole imponenza e importanza. Esse ricadono soprattutto nelle particelle 99/14, 99/8 e 99/46, rimaste sostanzialmente intatte.
  Il secondo provvedimento di tutela, emesso ai sensi dell'articolo 10, comma 4, lettera a) del decreto legislativo n. 42 del 2004, con decreto della Direzione regionale dei beni culturali e del paesaggio del Friuli Venezia Giulia del 26 marzo 2008, ha per oggetto uno straordinario deposito paleontologico a dinosauri, scoperto successivamente nell'area di una cava dismessa. Tale provvedimento aveva in origine per oggetto l'intera particella catastale 99/3, già ricompresa nel precedente vincolo. Successivamente, a cura del privato proprietario, B-FRI s.r.l. con sede a Pordenone, la p.c. 99/3 è stata frazionata nelle particella catastale 99/157 e 99/158 (c.t. 1 della partita tavolare 298 del C.C. di Duino) ai fini di delimitare precisamente l'area stimata del deposito fossilifero.
  Le aree vincolate coprono una superficie di quasi 13 ettari.

Il paesaggio.

  I terreni in argomento rivestono anche un notevole valore paesaggistico e pertanto sono soggetti a rigorose tutele ai sensi della normativa nazionale (decreto legislativo n. 42 del 2004, parte III) e regionale (Piano paesaggistico regionale, entrato in vigore il 10 maggio 2018), rientrando tra:

1 - Beni tutelati ai sensi dell'articolo 136 del decreto legislativo n. 42 del 2004

  «Dichiarazione di notevole interesse pubblico di una zona del comune di Duino Aurisina comprendente le sorgenti del Timavo, gli abitati di Duino e Aurisina, la Conca di Sistiana adottata con avviso n. 22 del governo militare alleato del 26 marzo 1953».

2 - Tutela ai sensi dell'articolo 142 del decreto legislativo n. 42 del 2004 per:

  territori costieri;

  territori coperti da foreste e boschi;

  zone di interesse archeologico.

La titolarità

  I terreni in argomento, salvo quelli minoritari della partita catastale 99/8 di proprietà della regione autonoma Friuli Venezia Giulia e della partita catastale 99/46 dell'ente nazionale tre Venezie soppresso nel 1978, sono attualmente di un unico privato proprietario, la società B-FRI di Pordenone. Nonostante diversi tentativi di avviare piani edilizi attuativi come pure impianti colturali agricoli, la proprietà si è sempre scontrata con i rigidi vincoli gravanti nell'area che hanno di fatto impedito la realizzazione di qualsiasi progetto imprenditoriale. Il risultato è che i terreni sono di fatto abbandonati e incolti da molti anni.

Il giacimento fossilifero

  Il giacimento del villaggio del pescatore, individuato all'interno di una cava di pietra calcarea dismessa, è unanimemente riconosciuto dagli specialisti come uno dei più importanti d'Europa per la quantità e qualità dei resti fossili di vertebrati ivi individuati riferibili a dinosauri, coccodrilli, pterosauri, pesci e piante, depositatisi all'interno di un bacino di acqua dolce. Dalle indagini degli anni novanta del secolo scorso fino ad oggi sono stati individuati 13 individui di dinosauri ornithischi «a becco d'anatra» o adrosauridi, grandi erbivori terrestri. Di questi sono stati scavati e preparati due individui, denominati «Antonio» e «Bruno», oggi esposti entrambi al museo civico di storia naturale di Trieste, istituzione che è stata protagonista di gran parte delle indagini novecentesche. La grande stagione degli scavi ha poi conosciuto una battuta d'arresto. Solo negli ultimi anni grazie a fondi privati e a fondi ministeriali nella disponibilità della soprintendenza, e all'impegno della cooperativa specializzata Zoic srl di Trieste, sono stati intrapresi limitati scavi per il recupero della testa e della coda dell'adrosauro «Bruno», permettendo così di ricomporre integralmente l'animale fossile.
  Per concessione del privato proprietario, la citata cooperativa Zoic gestisce con grande passione attività didattiche per le scuole sul luogo della cava, sommariamente attrezzato per le visite, Sono attività che riscontrano un discreto successo, tuttavia decisamente molto al di sotto delle potenzialità del sito.
  Si ritiene che la valorizzazione del giacimento fossilifero e anche dell'area connotata dai resti di età romana non possa prescindere dalla preliminare acquisizione pubblica dei terreni, certamente un investimento considerevole data l'estensione dei terreni. Si tratta sicuramente dell'unica soluzione per costituire un parco naturalistico, archeologico e paleontologico, che è anche l'unica destinazione d'uso possibile e compatibile con le tutele esistenti delle aree in questione. Il parco avrebbe tutti i requisiti per essere un successo viste la bellezza naturale dei luoghi, l'indubbia attrattività del giacimento fossilifero, che potrebbe essere ulteriormente indagato, l'importanza dei resti romani, che potrebbero essere finalmente portati alla luce, la vicinanza con le bocche del Timavo e il Castello di Duino, la facile raggiungibilità dalle principali vie di traffico stradale, ferroviario e aereo.
  Si auspica che la regione autonoma Friuli Venezia Giulia possa trovare le risorse per portare avanti questa impresa, alla quale la Soprintendenza darà tutto il supporto possibile.

La Sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e per il turismo: Anna Laura Orrico.