ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05856

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 348 del 27/05/2020
Firmatari
Primo firmatario: PAGANO ALESSANDRO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 27/05/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 27/05/2020
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 27/05/2020
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 28/05/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05856
presentato da
PAGANO Alessandro
testo di
Mercoledì 27 maggio 2020, seduta n. 348

   ALESSANDRO PAGANO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, recante «Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19», ha notevolmente fallito il proprio obiettivo di partenza, secondo cui le imprese italiane avrebbero avuto l'immediata liquidità necessaria per affrontare l'attuale periodo di emergenza economica causata dalla crisi pandemica da COVID-19;

   si potrebbe, a miglior veduta, parlare di un decreto «illiquidità», capace di tutelare e garantire gli istituti di credito in luogo delle imprese, creando la subdola illusione che le misure a sostegno delle piccole e medie imprese italiane sarebbero arrivate mediante la concessione di garanzie pubbliche. Tale provvedimento, invece, evita di dover ricorrere a più opportuni contributi a fondo perduto europei, ad esempio, che avrebbero protetto l'economia reale italiana nel complesso e il Mezzogiorno colpevolmente abbandonato in particolare, azzerando così i numerosi e ulteriori debiti contratti nell'attuale situazione di emergenza;

   in Europa, infatti, Francia e Germania propongono un fondo per la ripresa dell'Unione europea da cinquecento miliardi di euro nel quadro del prossimo bilancio pluriennale dell'Unione europea, cento dei quali all'Italia, dimostrando, ad avviso dell'interrogante, quanto imperdonabili siano le colpe di chi ha guidato fino ad oggi la politica economica italiana, inventandosi una cassa speciale per le multinazionali e centellinando la moneta per paura di non avere coperture e per lo strapotere di una macchina amministrativa inadeguata sul piano culturale e dell'efficienza;

   sul piano internazionale, è quasi indubbia, secondo l'interrogante, l'incapacità di proteggere l'economia italiana, di adeguarsi alle strategie adottate dagli altri Paesi, ossia di trasferire aiuti compensativi alle imprese del turismo, dell'artigianato, della agricoltura, dei servizi e della piccola e media manifattura, che costituiscono la spina dorsale dell'Italia, di incentivare i consumi e di avere un disegno di politica industriale che parta dall'unificazione infrastrutturale del Paese;

   a ciò si aggiunga quello che l'interrogante giudica l'inefficiente operato dei vertici di Cassa depositi e prestiti s.p.a. e Sace s.p.a. nel fare in modo che le risorse economiche arrivassero alle imprese richiedenti –:

   se e quando intendano fornire dati completi circa le imprese finanziate con i fondi pubblici e i relativi contratti, dal momento che sino ad ora tali informazioni non sono mai state rese note.
(4-05856)