Legislatura: 18Seduta di annuncio: 346 del 25/05/2020
Primo firmatario: DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 25/05/2020
Ministero destinatario:
- MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 25/05/2020
DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
nei giorni scorsi numerosi cittadini italiani hanno protestato davanti al consolato d'Italia a Casablanca per chiedere soluzioni più abbordabili economicamente per rientrare in Italia;
queste proteste sono solo le ultime, in ordine di apparizione, contro la linea politica del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale che ha deciso di non voler usufruire del Meccanismo europeo di protezione civile e di lasciare che ogni singolo cittadino si organizzi, a prezzi di mercato, secondo le proprie possibilità;
l'interrogante ha già chiesto a più riprese i motivi per cui il Governo non richiede l'attivazione del Meccanismo europeo di protezione civile per i rimpatri, una soluzione che, a fronte dell'anticipo dei fondi da parte del Governo, permetterebbe di ottenere un rimborso dall'8 al 75 per cento del prezzo e la restante parte sarebbe a carico dei singoli viaggiatori;
in Marocco, a quanto risulta all'interrogante, ci sono ancora circa 250 persone bloccate che non riescono a rientrare;
i manifestanti denunciano di essere rimasti bloccati nel Paese da inizio marzo 2020, dopo che il Governo di Rabat ha chiuso le frontiere per contenere l'epidemia di COVID-19 e tutti dichiarano di non ricevere risposte dall'ambasciata;
l'agenzia Dire ha raccolto le dichiarazioni di un manifestante che rileva come «Non ci lasciano neanche avvicinare. Nessun responsabile è uscito ancora per incontrarci. Noi vogliamo parlare con loro, ma non ci vogliono ascoltare. Non fanno entrare neanche i nostri rappresentanti: siamo in territorio italiano, molti di noi sono italiani, abbiamo dei diritti»;
«Aerei e traghetti dal Marocco stanno partendo, ma a noi non danno la possibilità di prenderli. Chi dovrebbe fare il suo lavoro non vuole assumersi le sue responsabilità: ci danno informazioni incomplete o false. Ma qui ci sono famiglie che dopo tre mesi stanno per finire i soldi e non possono ottenere il sussidio dallo Stato marocchino» denuncia Lassen Ait El-Mouden, portavoce del gruppo che si è riunito davanti al consolato di Casablanca;
El-Mouden ha riferito: «In queste settimane ci è stato detto che i traghetti della compagnia Sete, che parte da Tangeri, è autorizzata a prendere a bordo gli italiani e i marocchini residenti in Italia. Molti hanno cercato di acquistare i biglietti, per poi scoprire solo una volta arrivati al porto che solo quelli in possesso dell'automobile potevano salire a bordo». Secondo il portavoce, questo sarebbe frutto «dell'accordo stretto tra le autorità italiane e la compagnia francese», ma il «dettaglio non viene detto con chiarezza, facendo spostare intere famiglie invano»;
la cancellazione dei voli e dei traghetti avrebbe costretto intere famiglie «a riacquistare i biglietti anche più di una volta». «Si tratta di 400-500 euro a testa» calcola El-Mouden: «Tanta gente sta finendo i soldi»;
i manifestanti assicurano la disponibilità a rispettare le procedure richieste per il rientro: «Abbiamo mandato l'email al consolato chiarendo le nostre esigenze. Ci sono famiglie separate, che hanno lasciato i minori ai parenti in Italia che non sanno come fare: dovrebbero andare al lavoro, ma sono costretti a restare a casa coi bambini». Altri assicurano: «Una volta tornati rispetteremo la quarantena»;
il consolato, contattato sull'accaduto, non ha ancora risposto all'agenzia Dire –:
se quanto descritto in premessa corrisponda al vero;
quali siano i motivi per cui il Governo continua a non richiedere l'attivazione del Meccanismo europeo di protezione civile per i rimpatri.
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