ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05808

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 345 del 22/05/2020
Firmatari
Primo firmatario: PALAZZOTTO ERASMO
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 22/05/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MAGI RICCARDO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO-RADICALI ITALIANI-+EUROPA 22/05/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 22/05/2020
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 22/05/2020
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 25/05/2020
Stato iter:
23/12/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/12/2020
VARIATI ACHILLE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/12/2020

CONCLUSO IL 23/12/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05808
presentato da
PALAZZOTTO Erasmo
testo di
Venerdì 22 maggio 2020, seduta n. 345

   PALAZZOTTO e MAGI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in un articolo pubblicato il 21 aprile 2020 sul quotidiano «La Verità» si sostiene che alcuni migranti siano in possesso dei numeri di telefono di alcuni legali di riferimento già prima della partenza dei barconi dalla Libia;

   tale notizia è stata poi ripresa anche dal sito on line de «Il Giornale»;

   a sostegno di tale tesi viene citato il caso di due giovani a bordo di una piccola imbarcazione rimasta, nei giorni a cavallo della Pasqua, in avaria nel Mediterraneo centrale che sarebbero riusciti a contattare un legale per far partire un ricorso presso la Corte europea dei diritti umani contro Italia e Malta, quando ancora la loro situazione legata al salvataggio non era risolta e il loro barcone era ancora in balìa del mare;

   i due migranti si sarebbero rivolti al legale fornendo tutti gli elementi utili che stanno alla base del ricorso;

   avrebbero affermato di essere partiti da Al Khoms, in Libia, durante la notte tra l'8 e il 9 aprile 2020 e di trovarsi a bordo di un gommone bianco e grigio;

   secondo le testimonianze dei due migranti a bordo vi erano almeno 47 passeggeri e alcuni migranti a bordo avrebbero accusato dei malori e l'avaria ha costretto il gommone a rimanere in balia delle onde per giorni;

   la pubblicazione dei nomi e cognomi dei ricorrenti da parte del quotidiano La Verità ha evidentemente e pericolosamente esposto mediaticamente i due richiedenti asilo, mettendone a rischio la sicurezza, ha creato un pericoloso precedente anche per chi, in futuro, intenderà rivolgersi alla Corte europea con questo strumento delle misure d'urgenza, previsto proprio per tutelare i diritti inviolabili delle persone;

   a parere dell'interrogante, soggetti vulnerabili e bisognosi di protezione come i migranti e i richiedenti asilo andrebbero maggiormente tutelati innanzitutto preservando i loro dati sensibili che, come accaduto, possono essere utilizzati per montare ad arte pericolose campagne mediatiche;

   per gli autori degli articoli tale episodio dimostrerebbe come i migranti siano nelle condizioni di conoscere legali di riferimento già prima della partenza dalle coste libiche, circostanza che si riterrebbe sospetta e che in sostanza sarebbe segnalata come indice di presunta connivenza;

   a parere dell'interrogante tale rappresentazione è pretestuosa, perché tende ad infangare l'operato degli avvocati che hanno il diritto e il dovere di consentire a qualunque individuo di esercitare il legittimo diritto ad essere difeso;

   nei citati articoli viene riportato il nome dell'avvocata autrice del ricorso e referente per il Lazio dell'Asgi, l'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione, di fatto la sede dello studio legale in cui esercita la professione e su «La Verità» anche la foto della stessa e i nomi dei ricorrenti, in violazione delle normative sulla privacy;

   l'articolo sembra insinuare che l'operato di tanti professionisti che in modo volontario difendono i diritti dei migranti non sia limpido e corretto e aver pubblicato nome e foto dell'avvocata ha posto la stessa e, di conseguenza quanti operano a difesa dei diritti dei migranti, al centro di una campagna diffamatoria –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere affinché i dati sensibili e le identità dei migranti e richiedenti asilo, come anche di coloro che operano in loro difesa vengano maggiormente protette, al fine di evitare pericolose esposizioni mediatiche come accaduto nel caso dei ricorrenti presso la Corte europea dei diritti dell'uomo;

   quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di assicurare la dovuta e necessaria protezione ai due ricorrenti e richiedenti asilo, nonché al loro legale, ad avviso degli interroganti esposti a seri rischi.
(4-05808)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 23 dicembre 2020
nell'allegato B della seduta n. 445
4-05808
presentata da
PALAZZOTTO Erasmo

  Risposta. — Si fa riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame per rappresentare quanto segue.
  L'interrogante richiama l'attenzione sulla necessità di assicurare una maggiore tutela dei dati sensibili dei richiedenti asilo.
  Al riguardo, si osserva preliminarmente che le informazioni e i dati personali relativi ai richiedenti protezione internazionale sono confidenziali a norma delle vigenti disposizioni in materia di tutela della
privacy. Tutte le autorità pubbliche e gli enti gestori che trattano i dati personali dei migranti per finalità legate all'accoglienza non possono quindi condividere con soggetti terzi comprese le autorità del Paese di origine dei richiedenti, le informazioni sulla domanda di protezione internazionale, né alcuna ulteriore informazione che possa mettere in pericolo il ricorrente o la sua famiglia senza, il suo consenso.
  Durante tutta la procedura di esame della domanda di protezione internazionale, vengono raccolti i dati sensibili necessari ai fini dell'identificazione dei richiedenti asilo, per la registrazione della relativa domanda, nonché per determinare lo Stato competente ai sensi del regolamento Dublino (informazioni e dati personali, impronte digitali, e altro).
  Tali dati possono essere utilizzati solo per gli scopi previsti dalla legge e sono sempre conservati, in maniera protetta e sicura, all'interno di banche dati informatiche alle quali può accedere esclusivamente il personale autorizzato e coinvolto nell'ambito delle predette procedure.
  Il personale del Ministero dell'interno, ivi incluso quello delle prefetture e delle questure, utilizza il Sistema di gestione dell'accoglienza (Sga) al fine di archiviare le diverse tipologie di evento di rintraccio dei migranti in Italia e, allo scopo; altresì, di gestire la fase di accoglienza nei centri del territorio nazionale.
  Il citato personale può accedere, pertanto, al sistema, mediante chiavi di accesso riservate, e visualizzare i dati anagrafici relativi al singolo migrante, esclusivamente: nell'ambito delle procedure di allocazione dei migranti nei sistema di accoglienza.
  L'utilizzo e la diffusione dei citati dati, per qualsiasi finalità estranea agli adempimenti amministrativi sopra descritti, è soggetto alle sanzioni amministrative e penali previste dalle disposizioni di legge in materia di tutela della sfera di riservatezza personale.
  Per l'eventuale utilizzo improprio dei predetti dati da parte dell'ente gestore della struttura ove il migrante è accolto, è prevista poi l'applicazione delle penalità previste nel contratto per la gestione del centro, secondo lo schema di capitolato d'appalto adottato, oppure, in caso di particolare gravità della violazione, la risoluzione del rapporto contrattuale.
  Per quanto riguarda, infine, il ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu): citato nell'interrogazione, presentato avverso il nostro Paese, si evidenzia che l'ufficio dell'agente del Governo italiano ha comunicato l'avvenuta rinuncia al ricorso da parte dei ricorrenti e la conseguente cancellazione dal ruolo, riferendo, altresì, di non disporre di alcun elemento tale da far supporre che vi sia stata una fuga di notizie da parte degli organi del Governo interessati.

Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Achille Variati.