ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05786

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 344 del 21/05/2020
Firmatari
Primo firmatario: BERTI FRANCESCO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 21/05/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI 21/05/2020
MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI 21/05/2020
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 03/08/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05786
presentato da
BERTI Francesco
testo di
Giovedì 21 maggio 2020, seduta n. 344

   BERTI. — Al Ministro per gli affari europei. — Per sapere – premesso che:

   l'Unione europea ha tra le proprie fondamenta il mercato unico (libertà di circolazione, servizi, merci, capitali). Il mercato unico, ad oggi, non comprende l'Unione fiscale. Tale mancanza implica che gli Stati possano attuare politiche di concorrenza fiscale, le quali impattano fortemente sulla responsabilità fiscale delle imprese a detrimento della fiscalità generale e quindi della capacità degli Stati di finanziare la spesa pubblica e i servizi ad interesse generale;

   nel 2012 con la firma del patto di stabilità e crescita gli stati dell'Unione europea (ad esclusione di Repubblica Ceca e Regno Unito) hanno inteso coordinare le loro politiche fiscali tramite il cosiddetto Semestre europeo. All'interno del semestre europeo, in un'ottica di convergenza economica, ogni anno la Commissione e il Consiglio dell'Unione europea inviano ad ogni Stato membro delle raccomandazioni contenenti pareri sul programma nazionale di riforma;

   nelle raccomandazioni della Commissione e del Consiglio verso Olanda, Lussemburgo, Malta, Cipro, Irlanda emerge dal 2017 il tema della pianificazione fiscale aggressiva strategica (aggressive tax planning, Atp), il quale sottolinea come l'elevato livello dei dividendi, degli interessi e delle royalty pagati in percentuale del prodotto interno lordo indica che le imprese impegnate nella pianificazione fiscale aggressiva sfruttano la normativa tributaria dei Paesi per eludere l'imposizione fiscale. Tali transazioni, se non sono tassate neanche nella giurisdizione di riscossione, rappresentano una vera e propria evasione fiscale;

   l'Institut für Höhere Studien di Vienna ha pubblicato nel 2017 uno studio dove si calcola che la percentuale di investimenti esteri diretti in uscita (outward foreign direct investment, Fdi) in Lussemburgo è 67 volte il prodotto interno lordo, 9 volte in Cipro, 7 volte a Malta, 6 volte nei Paesi Bassi e 3 volte in Irlanda. Tale indicatore segnala la presenza di società veicolo che funzionano da condotto verso Paesi extra-UE, i quali rendono difficile individuare il beneficiario finale della transazione;

   ad esempio, nei Paesi Bassi, lo stesso Governo ammette l'esistenza di 12.000 società veicolo (special purpose entities), le quali nel 2016 avevano un bilancio di 4.228 miliardi di euro. Il Governo dei Paesi Bassi aveva assunto l'impegno tassare al 20,5 per cento, a partire da gennaio 2020, gli interessi e le royalty delle società. Tale impegno, però, è slittato al 1° gennaio 2021;

   l'entità delle transazioni finanziarie all'interno degli Stati dell'Unione e all'interno degli stessi gruppi di imprese (holding) è di difficile misurazione, poiché le società multinazionali non rendono pubblici i report Stato per Stato (Country by country report, Cbcr). Questo rende impossibile valutare i dati di bilancio aggregati e facilita i casi di profit-shifting che, in termini di mancato gettito Ires, è stimato da alcuni economisti in 6,35 miliardi di euro di utili d'impresa trasferiti artificialmente in sei giurisdizioni a tassazione fiscale agevolata (Lussemburgo, Irlanda, Olanda, Belgio, Cipro, Malta);

   a livello europeo l'Unione, tramite la direttiva 2016/0107, sta valutando l'estensione dell'obbligo di pubblicazione dei Cbcr, già in vigore per il settore bancario, a tutti gli operatori del settore economico. Su questo tema il Consiglio competitività dell'Unione non trova un accordo generale che possa poi portare all'apertura di un trilogo tra Europarlamento e Commissione –:

   se il Governo reputi necessario sostenere in sede di Consiglio competitività la posizione in favore dell'obbligo di pubblicazione dei Cbcr per tutti gli operatori economici, con particolare attenzione alle grandi imprese;

   se il Governo reputi di adottare iniziative per prevedere la pubblicazione dei Cbcr come condizione necessaria per beneficiare delle garanzie e dei finanziamenti pubblici.
(4-05786)