ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05615

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 338 del 12/05/2020
Firmatari
Primo firmatario: MOLTENI NICOLA
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 12/05/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BORGHI CLAUDIO LEGA - SALVINI PREMIER 12/05/2020
LOCATELLI ALESSANDRA LEGA - SALVINI PREMIER 12/05/2020
ZOFFILI EUGENIO LEGA - SALVINI PREMIER 12/05/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 12/05/2020
Stato iter:
02/10/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/10/2020
SCALFAROTTO IVAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/10/2020

CONCLUSO IL 02/10/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05615
presentato da
MOLTENI Nicola
testo di
Martedì 12 maggio 2020, seduta n. 338

   MOLTENI, CLAUDIO BORGHI, LOCATELLI e ZOFFILI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   già con diversi atti parlamentari (interrogazione n. 4/05321) tuttora priva di risposta; ordine del giorno n. 9/2463/285, accolto dal Governo), l'interrogante richiamava l'attenzione del Governo sulla situazione oramai insostenibile per molti lavoratori frontalieri, che quotidianamente a causa degli orari ridotti della dogana, la chiusura ovvero apertura parziale di taluni valichi, nonché i minuziosi controlli esercitati dalle guardie di confine, a seguito delle misure di prevenzione e contenimento per emergenza epidemiologica da Covid-19, sono costretti a code chilometriche per raggiungere il proprio luogo di lavoro;

   nonostante le ripetute segnalazioni, la situazione è ancora drammatica per migliaia di lavoratori frontalieri, in specie per i comaschi, aggravata dalla riapertura da lunedì 11 maggio 2020 in Ticino di bar e ristoranti e la permanente chiusura del valico di Valmara, in Val d'Intelvi, che significa per circa 1200 frontalieri attraversare 80 e più chilometri da sommare al tragitto quotidiano per raggiungere il posto di lavoro;

   il problema scaturisce anche dal fatto che, nonostante l'ammissione del Ministro degli esteri ticinese che «l'arrivo dei frontalieri va garantito», la decisione della chiusura dei valichi è stata decisa da Berna non già su basi territoriali, bensì in rapporto alle forze a disposizione per i controlli dei transiti e dei permessi «G»;

   in questa situazione di complessità e criticità, a pagare maggiormente dazio è proprio la val d'Intelvi, come sottolineato da molti sindaci, sebbene una considerevole quota parte del frontalierato sia costituito da personale impiegato in ambito sanitario –:

   se e quali urgenti iniziative di competenza il Governo intenda adottare per la riapertura del valico di Valmara, indispensabile e fondamentale a garantire il diritto alla mobilità dei lavoratori frontalieri.
(4-05615)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 2 ottobre 2020
nell'allegato B della seduta n. 402
4-05615
presentata da
MOLTENI Nicola

  Risposta. — In merito alle iniziative del Governo italiano per favorire l'apertura del valico della Valmara e, più in generale, per garantire la tutela della salute e il diritto alla mobilità dei lavoratori frontalieri, si ritiene anzitutto utile sottolineare che, sin dall'inizio dell'emergenza pandemica, il Governo si è immediatamente attivato con le controparti istituzionali elvetiche. Abbiamo sostenuto la necessità che tutte le misure di frontiera introdotte al confine italo-svizzero per fronteggiare l'emergenza epidemica in corso fossero attuate in maniera coordinata e in modo da tutelare la salute delle comunità interessate e la libera circolazione dei beni e delle persone.
  Per quanto specificamente concerne la mobilità dei frontalieri attraverso i circa 740 chilometri del confine italo-svizzero, il Governo italiano si è mosso con tempestività, onde limitare, per quanto possibile nel quadro di generalizzata emergenza sanitaria, disagi ai nostri lavoratori frontalieri (che ammontano a quasi 80.000), auspicando la riapertura anche dei cosiddetti valichi «secondari» (qualificazione, quest'ultima, autonomamente varata da parte svizzera).
  Il Governo ha tempestivamente stabilito una fitta interlocuzione con le competenti autorità elvetiche e puntualmente segnalato l'importanza logistica di tutti i valichi chiusi, ivi compreso il confine di Stato ubicato tra i comuni di Alta Valle Intelvi (lato italiano) e Arogno (lato svizzero), nella Valmara.
  In particolare, proprio il valico della Valmara è stato oggetto di specifica attenzione per l'importanza che riveste negli spostamenti quotidiani dei lavoratori frontalieri che, dall'area della Val d'Intelvi, debbano recarsi nel Canton Ticino. Il Governo si è fatto diretto portavoce circa l'esigenza della sua immediata riapertura, condannando il grave disagio cui la chiusura di questo valico ha costretto i frontalieri locali.
  Come noto, i reiterati interventi presso le autorità svizzere da parte del Ministro Di Maio e mia sono stati fondamentali per ottenere l'immediata riapertura della frontiera comune il 15 giugno 2020, inizialmente esclusa dalle autorità elvetiche. La riapertura generale ha, conseguentemente, coinvolto anche il valico della Valmara, estromesso dalle precedenti riaperture del 4 e 11 maggio 2020.
  La riapertura del 15 giugno è stata, dunque, resa possibile dall'intensa attività politico-diplomatica finora svolta, a vari livelli, dal Governo tutto, dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dalle nostre rappresentanze diplomatiche e consolari in Svizzera.
  Infine, vale ricordare che anche il recente incontro del 16 giugno 2020 tra il Ministro Di Maio e il Consigliere federale Cassis ha testimoniato gli ottimi rapporti che intercorrono tra Italia e Svizzera, rinsaldati dalla cooperazione rafforzata sperimentata durante la pandemia.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Ivan Scalfarotto.