ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05492

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 334 del 05/05/2020
Firmatari
Primo firmatario: DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 05/05/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 05/05/2020
Stato iter:
04/08/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/08/2020
MERLO RICARDO ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 04/08/2020

CONCLUSO IL 04/08/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05492
presentato da
DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea
testo di
Martedì 5 maggio 2020, seduta n. 334

   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il sito di informazione specialistica Cruise Industry News ha riportato di un piano massivo di rimpatrio del personale di bordo da parte della compagnia Royal Caribbean;

   nel sito vengono citate numerose imbarcazioni, altrettante nazionalità, l'annuncio delle rotte e dei trasbordi che queste navi faranno e dell'impiego di voli charter per il rientro in patria delle nazionalità lontane;

   l'articolo non menziona personale italiano né, tantomeno, la nave Oasis of the Seas, ancorata a largo delle coste americane, a Miami e già oggetto di precedenti interrogazioni;

   sulla Oasis of the Seas ci sono degli italiani che hanno denunciato di vivere senza adeguate forniture di cibo ed acqua, che devono persino pagare di tasca propria, nonché senza fornitura di lenzuola e carta igienica;

   gli italiani hanno dichiarato anche che sulla nave ci sono stati decessi per Covid-19 e ci sono ancora pazienti, ragazzi, colleghi e membri positivi al Covid e che farli uscire dalle proprie cabine potrebbe esporli al contagio;

   nel piano riportato dall'articolo si parla di una seconda nave che arriverà a Miami e si prevede che da lì partiranno voli charter per il personale ucraino e rumeno;

   per altri membri dell'equipaggio dell'Unione europea sono previsti imbarchi su altre navi, navigazione verso il Regno Unito e voli charter di rimpatrio;

   a giudizio dell'interrogante queste potrebbero essere soluzioni idonee per consentire il rimpatrio del personale italiano a bordo della nave Oasis of the Seas –:

   quali siano gli intendimenti del Governo in merito alle opportune iniziative da intraprendere per il rientro in Patria del personale italiano a bordo della nave Oasis of the Seas.
(4-05492)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 4 agosto 2020
nell'allegato B della seduta n. 386
4-05492
presentata da
DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea

  Risposta. — Si risponde alle interrogazioni n. 4-05405, 4-05492, 4-05458 relative ai nostri connazionali che erano bloccati a bordo della nave da crociera Oasis of the Seas a largo di Miami, rientrati in Italia il 25 maggio. Grazie all'opera incessante del consolato generale a Miami, in stretto raccordo con l'ambasciata a Washington e con la Farnesina, è stata intatti raggiunta una soluzione per i cittadini italiani bloccati sulle navi da crociera della società Royal Caribbean, ferme al largo della Florida. Il consolato a Miami e l'unità di crisi del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale hanno del resto seguito fin dal primo momento la loro vicenda. Una vicenda dai profili particolarmente complicati per via della pandemia globale in corso e delle conseguenti restrizioni imposte dai Paesi toccati dalle rotte. Incessante è stato il lavoro della rete diplomatico-consolare italiana negli Stati Uniti per giungere alla positiva soluzione di un blocco che ha peraltro interessato 90 mila marittimi, di tutte le nazionalità, su oltre 100 navi al largo delle coste statunitensi.
  Come noto, con l'esplodere della pandemia, le competenti autorità statunitensi hanno emesso disposizioni molto stringenti relativamente alle procedure di sbarco e di rimpatrio del personale di equipaggio con il «
No Sail Order» del 15 aprile 2020 (che rinnova ed estende quello del 14 marzo) e con rigorose linee guida fornite alle compagnie di crociera dal Center for disease control and prevention (CDC, autorità federale americana competente in materia di controllo sulla sanità pubblica).
  In base a tali disposizioni, alle compagnie di crociera – che le autorità americane considerano uniche responsabili del rimpatrio dei marittimi – è richiesto di presentare piani per prevenire e contenere la diffusione del virus a bordo, che includono la disinfezione delle navi, accurati controlli sulla salute dell'equipaggio (rilevazione due volte al giorno della temperatura, test a campione per verificare la positività, distanziamento del personale collocandolo in cabine separate, e altro), la sicurezza nelle operazioni di sbarco a terra e il successivo trasporto in terminal aeroportuali appositamente individuati. Solo una volta attuati tali piani, le compagnie sono autorizzate a sbarcare il personale, facendosi carico del rimpatrio con navi o con voli charter appositamente approntati. Resta infatti il divieto di rientro con voli commerciali per il rimpatrio dei marittimi.
  Si tratta quindi di un quadro complesso associato a una normativa rigorosa che riguarda non solo il personale italiano, ma il personale di bordo di ogni nazionalità, frutto di diversi fattori:

   a) il mancato rispetto da parte di alcune società crocieristiche, agli inizi dell'emergenza epidemiologica, dei parametri di sicurezza per il trasbordo dei passeggeri prima e di alcuni membri dell'equipaggio poi, che ha generato l'irrigidimento del Center for disease control and prevention, da qui le disposizioni del «No Sail Order»;

   b) la pesante crisi finanziaria che il settore crocieristico sta affrontando anche a causa dell'ingente onere rappresentato dai costi di rimpatrio degli equipaggi;

   c) i requisiti stringenti richiesti dal Center for disease control and prevention alle società crocieristiche, cui si aggiunge la richiesta ai vertici delle compagnie di assumersi la responsabilità civile e penale dello stato di salute e delle condizioni di rimpatrio di ciascun membro d'equipaggio.

  In questo complesso contesto, i nostri uffici negli Stati Uniti, in stretto raccordo con la Farnesina, non hanno lesinato sforzi per facilitare il rimpatrio dei connazionali. Dei diversi tasselli della nostra azione, vale richiamare l'intervento dell'Ambasciata d'Italia a Washington presso il dipartimento di Stato e il Center for disease control and prevention, che si è fatta anche promotrice di un'azione congiunta a livello Ue (Delegazione Unione europea presso gli USA e Presidenza di turno a nome dei 27 Stati membri dell'Unione europea), riuscendo a catalizzare il consenso dei partner comunitari e anche di Paesi extra Unione europea con le stesse difficoltà (Canada, Nuova Zelanda, Norvegia). Con questa azione congiunta, abbiamo chiesto e ottenuto dalle Autorità americane maggiore flessibilità e misure che facilitano – via mare o con voli charter – lo sbarco e il rimpatrio dei marittimi.
  In questo quadro si inserisce il caso richiamato dall'interrogante relativo ai cittadini italiani a bordo della
Oasis of the Seas (di proprietà del Gruppo Royal Caribbean), tra cui i signori Rapisarda e Salaris. Il consolato generale a Miami ha assicurato un costante contatto con i connazionali a bordo dell'imbarcazione, con le loro famiglie, con il loro legale e ha fornito loro ogni possibile assistenza.
  Inoltre, con cadenza pressoché giornaliera, il consolato generale a Miami ha assicurato uno scambio regolare di informazioni con
senior vice president del gruppo Royal Caribbean (RCCL), per monitorare presenza e stato di salute dei connazionali a bordo, e per facilitarne il rimpatrio. Da tale intenso scambio di comunicazioni, si è appreso, a inizio aprile, della presenza di casi di COVID-19 a bordo della Oasis of the Seas che hanno evidentemente imposto, non solo l'assoluta necessità di attenersi alle linee guida del Center for disease control and prevention, ma quella di adottare ogni precauzione e misura per garantire la massima tutela della salute dei connazionali a bordo (mentre i casi di decessi da coronavirus hanno riguardato il personale ricoverato in strutture sanitarie della Florida, non invece i marittimi a bordo).
  Grazie all'incessante e tempestiva opera del Consolato d'Italia a Miami è stato possibile monitorare da vicino le condizioni dei marittimi italiani. Non appena appresa la decisione della compagnia
Royal Caribbean di sospendere la distribuzione di acqua nelle cabine, a favore dell'acquisto in punti specifici della nave, il console generale ha infatti subito richiesto che tale previsione non si applicasse ai nostri connazionali, i quali hanno ricevuto il quantitativo di acqua loro necessario nelle rispettive cabine. Il Consolato ha inoltre monitorato quotidianamente, mediante pareri medici, le condizioni di salute di ciascun connazionale.
  Numerose e regolari poi le occasioni (anche tramite
conference call) di aggiornamento da parte del consolato generale alla compagnia crocieristica, da un lato, e di coordinamento con i partner europei, dall'altro, sullo stato di avanzamento della trattativa esclusiva tra le competenti autorità americane (responsabili per il rilascio delle autorizzazioni allo sbarco) e le società di navigazione (su cui grava l'onere del rimpatrio dei connazionali). Di tutto ciò sono state costantemente informati anche connazionali a bordo, le loro famiglie, i legali e tutte le autorità italiane da questi adite.
  Grazie alle summenzionate preziose opere di sensibilizzazione, nel cui contesto si inserisce anche una lettera del Ministro Di Maio al Segretario di Stato Pompeo, è stato possibile registrare un aumento delle autorizzazioni del
Center for disease control and prevention in materia di sbarco e rimpatrio che hanno consentito, il 12 maggio, alla Royal Caribbean di effettuare il trasferimento sulla nave Majesty of the Seas degli italiani di equipaggio a bordo della Oasis of the Seas, tra cui i signori Rapisarda e Salaris. La nave è salpata il 14 maggio dal porto di Miami con arrivo previsto a Southampton a fine maggio. Anche la nave «Empress of the Seas» – ha completato la navigazione verso Southampton ed è arrivata a destinazione il 6 giugno, con successivo analogo rimpatrio via voli charter. La compagnia ha inoltre riferito di essere in contatto con le autorità britanniche per evitare che l'equipaggio sia sottoposto a una nuova quarantena una volta giunto a Southampton, nonché di comunicare direttamente agli interessati i voli commerciali che i marittimi potranno prendere dal Regno Unito per fare rientro in Italia. La nave «Freedom of the Seas» è partita il 20 maggio con destinazione Barbados, da dove, a partire dal 24 maggio, i 57 cittadini italiani a bordo sono stati trasferiti tramite voli charter a Londra, per proseguire verso l'Italia.
  Si è dunque conclusa positivamente un'operazione che ha visto l'ambasciata e il consolato generale a Miami, in stretto raccordo con la Farnesina, impegnati nel fornire la massima assistenza a tutti i marittimi italiani imbarcati sulle navi da crociera della società
Royal Caribbean.
Il Sottosegretario di Stato degli affari esteri e della cooperazione internazionale: Ricardo Antonio Merlo.