ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05451

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 333 del 30/04/2020
Firmatari
Primo firmatario: CAVANDOLI LAURA
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 30/04/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO PER LE PARI OPPORTUNITA' E LA FAMIGLIA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 30/04/2020
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 30/04/2020
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER LE PARI OPPORTUNITA' E LA FAMIGLIA delegato in data 18/05/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05451
presentato da
CAVANDOLI Laura
testo di
Giovedì 30 aprile 2020, seduta n. 333

   CAVANDOLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   durante l'emergenza sanitaria che si è determinata in seguito alla pandemia da COVID-19 in Italia, purtroppo, ancora una volta le italiane hanno dovuto constatare che l'Italia non è un «Paese per donne»;

   nel Comitato tecnico-scientifico che supporta il Governo nelle decisioni relative alle misure da adottare per il contenimento del virus, composto da 21 membri, non c'è nemmeno una donna, nonostante sia stata proprio una giovane ricercatrice precaria del laboratorio di virologia dell'ospedale Spallanzani di Roma – laboratorio guidato da una donna e tutto al femminile – per prima, ad isolare il virus in Italia con intuizione e tenacia;

   la situazione è leggermente migliore all'interno della task force guidata da Vittorio Colao che supporta, invece, il Governo nelle decisioni per far ripartire le attività produttive e imprenditoriali del nostro Paese, con un rapporto di 4 donne su 15 uomini dei 19 membri complessivi che compongono la squadra;

   in tale contesto, il Governo si è poi apprestato al rinnovo delle nomine delle grandi aziende pubbliche, partecipate dal Ministero dell'economia e delle finanze che erano in scadenza: sono andati a rinnovo i consigli di amministrazione di Enel, Eni, Poste Italiane, Leonardo, Enav, Terna, Banca Monte dei Paschi: non c'è un amministratore delegato che sia una donna;

   alle donne, oggi, viene riconosciuto un ruolo di garanzia in Italia, ritenendole idonee a svolgere al massimo la funzione di presidente di una società partecipata dallo Stato, visto che 5 su 7 presidenti nominati sono donne e in 19 saranno consiglieri di amministrazione, perché nei consigli di amministrazione sono state rispettate le quote di genere alla pari;

   Paola Severino, una donna che è arrivata ai vertici nella sua professione di avvocato, è stata Ministro della giustizia e una delle pochissime donne nel mondo accademico a ricoprire il ruolo di rettore in Italia, ha giustamente ricordato che era più moderna l'Italia del 1946, in confronto ad oggi, quando nel Comitato dei 75 costituenti che redasse la Costituzione c'erano ben 5 donne, tante per quell'epoca storica;

   va meglio in magistratura con il 53 per cento dei magistrati donne, dove è bene ricordare che si entra per merito, dal momento che il concorso è considerato uno tra i più duri e selettivi d'Italia, ma non ai vertici degli uffici giudiziari e, da poco, è una donna a presiedere la Corte costituzionale;

   la legge n. 120 del 2011, che ha imposto le quote rosa nei Consigli di amministrazione delle società quotate in rapporto di un quinto, pensata con una validità temporale di dieci anni, entro i quali si riteneva che l'Italia potesse rimuovere gli ostacoli all'accesso delle donne ai ruoli di comando, favorendo un processo di rinnovamento culturale che premiasse il merito, esaurirà sostanzialmente la sua efficacia nel 2022 per molte società –:

   quali iniziative intendano assumere per correggere questa «stortura» italiana, dal momento che gli eventi in Italia dimostrano che l'inversione di tendenza culturale, imposta per legge nel 2011, ancora non è avvenuta e quindi se ritengano ancora indispensabile riservare per legge le quote di genere, posto che le donne sono oltre la metà della popolazione italiana.
(4-05451)