ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05373

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 331 del 24/04/2020
Firmatari
Primo firmatario: PENTANGELO ANTONIO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 24/04/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 24/04/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05373
presentato da
PENTANGELO Antonio
testo di
Venerdì 24 aprile 2020, seduta n. 331

   PENTANGELO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 16 marzo 2020 una cittadina residente a Scafati si è recata all'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia per partorire;

   la signora è giunta nell'ospedale con evidenti sintomi influenzali, fatto che ha indotto il personale medico ad effettuare un tampone il giorno successivo il ricovero, facendone emergere con ritardo la positività al Covid-19;

   le autorità locali, interpretando il bisogno di sicurezza proveniente dai cittadini, che sono naturalmente spaventati, hanno chiesto informazioni alle autorità sanitarie competenti: la direzione sanitaria dell'ospedale, quella dell'Asl Na 3 Sud e quella amministrativa e generale della stessa azienda;

   anche il personale sanitario ha mostrato preoccupazione per la vicenda poiché la donna è transitata in più parti della struttura: pronto soccorso, reparto di ginecologia, blocco operatorio per effettuare un parto cesareo assistita da medici e infermieri in servizio il 15 e 16 marzo 2020;

   la popolazione ha iniziato a scambiarsi opinioni preoccupate a causa di presunte gravi anomalie registratesi nelle procedure seguite all'interno dell'ospedale che avrebbero favorito la diffusione del Covid-19. In particolare si è lamentata la mancata osservanza dei protocolli di sicurezza previsti in questi casi proprio al fine di limitare la diffusione del contagio;

   il sindaco di Castellammare di Stabia si è quindi fatto ulteriormente interprete del disagio collettivo, manifestato in modo spontaneo, facendolo proprio e dandogli forma istituzionale. Ha inviato ulteriori richieste di chiarimenti alle autorità sanitarie responsabili della sicurezza sanitaria. In particolare, ha inviato una Pec ai vertici dell'Asl per sapere se tutte le persone con cui la donna era venuta a contatto all'interno dell'ospedale fossero state sottoposte a tampone, purtroppo non ottenendo risposte sufficienti a suo giudizio, quindi non riuscendo a tranquillizzare in modo efficace i cittadini;

   per questo motivo ha ampliato il novero dei soggetti istituzionali competenti a cui inviare ulteriori richieste formali di spiegazione. Ha scritto al direttore sanitario dell'ospedale per chiedere quale fosse stato l'esito di tutti i tamponi effettuati al personale ospedaliero a seguito dell'episodio, senza successo;

   il 20 marzo 2020 ha esposto le medesime richieste e preoccupazioni direttamente al presidente della regione, sottolineando l'importanza di garantire comportamenti istituzionali sinergici per assicurare, anche durante la fase pandemica, tutti i servizi sanitari in modo sicuro e efficace, adottando ogni precauzione prevista nei protocolli di sicurezza per non vanificare il sacrificio collettivo sino ad ora sostenuto;

   il 1° aprile 2020, grazie ad una lettera firmata da lavoratori sindacalisti dell'ospedale, si è scoperto un ulteriore pericolo. Hanno lanciato un allarme rivelando che numerosi medici e infermieri sarebbero stati sottoposti a tampone perché alcuni, tuttora in servizio, sono risultati positivi al Covid-19 e diversi operatori sanitari si sono posti in autoisolamento. Nella lettera si è denunciata anche la scarsità di dispositivi di protezione necessari in questi casi, strumenti fondamentali per svolgere in sicurezza il lavoro degli operatori garantendo al meglio non solo la loro incolumità, ma anche la vita dei ricoverati ma non malati non di Covid-19 e dell'intera cittadinanza: mascherine, guanti, calzari non sono stati forniti agli operatori sanitari, persone che ogni giorno si battono in prima linea per tutelare la nostra salute;

   finalmente, il 5 aprile 2020, in risposta alle tante richieste, è giunta una relazione del direttore sanitario, ad avviso dell'interrogante ambigua e soprattutto tardiva, in cui si è affermato che la procedura eseguita per il parto della donna fu l'unica possibile vista l'urgenza imposta dal travaglio della stessa e che era stata salvaguardata la salute dei dipendenti-lavoratori che a vario titolo hanno avuto contatti con la partoriente positiva al coronavirus, al fine di limitare il contagio, ma confermando la notizia di diversi casi di positività al Covid-19 tra gli operatori sanitari dell'ospedale;

   infine, è stato da poco pubblicata, su organi di stampa, la notizia che un anestesista avrebbe proseguito l'attività lavorativa per un lungo periodo all'interno dell'ospedale, pur avendo mostrato sintomi di contagio da Covid-19, ipotesi divenuta certezza a seguito del risultato positivo del tampone, generando il fondato timore che possa aver contagiato involontariamente colleghi, pazienti, cittadini –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto e se, intenda intraprendere eventuali iniziative, per quanto di competenza, anche a carattere ispettivo, per accertare quanto accaduto e le cause degli eventi verificatisi in piena emergenza coronavirus;

   se, e in base a quali protocolli, sia avvenuta la sanificazione dell'ospedale e quali misure siano state adottate a tutela del personale sanitario con sintomatologia verosimilmente riconducibile al Covid-19;

   se si intenda verificare, per quanto di competenza, la corretta applicazione, da parte della direzione sanitaria, delle misure previste e obbligate, a tutela della salute pubblica, in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19.
(4-05373)