ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05321

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 329 del 22/04/2020
Firmatari
Primo firmatario: MOLTENI NICOLA
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 22/04/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BORGHI CLAUDIO LEGA - SALVINI PREMIER 22/04/2020
LOCATELLI ALESSANDRA LEGA - SALVINI PREMIER 22/04/2020
ZOFFILI EUGENIO LEGA - SALVINI PREMIER 22/04/2020
DI MURO FLAVIO LEGA - SALVINI PREMIER 22/04/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 22/04/2020
Stato iter:
02/10/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/10/2020
SCALFAROTTO IVAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/10/2020

CONCLUSO IL 02/10/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05321
presentato da
MOLTENI Nicola
testo di
Mercoledì 22 aprile 2020, seduta n. 329

   MOLTENI, CLAUDIO BORGHI, LOCATELLI, ZOFFILI e DI MURO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'emergenza epidemiologica a causa del Covid-19 e le misure conseguentemente adottate hanno reso la situazione dei frontalieri fortemente critica e non più sostenibile;

   l'effetto di diverse combinazioni, orari ridotti della dogana, apertura di valichi parziali e contingentati e i dovuti controlli capillari esercitati dalle guardie di confine, costringe quotidianamente migliaia di lavoratori frontalieri a estenuanti e inumane code chilometriche;

   per i lavoratori comaschi, lombardi e piemontesi, che varcano le frontiere svizzere per recarsi al lavoro, significa circa 3 chilometri di coda ogni giorno;

   sono chiusi i valichi di Ronago, Val Mulini, Drezzo e, dopo un mese di chiusura, è stato riaperto il valico di Bizzarone;

   la situazione è critica non solo per i lavoratori comaschi, varesini e valtellinesi, ma anche per i liguri che, quotidianamente, si spostano dalla provincia di Imperia verso Francia e principato di Monaco; la maggior falla è, a parere degli interroganti, la mancanza di un protocollo ad hoc per i lavoratori frontalieri, di linee guida univoche tra i Paesi di confine per quel che concerne i moduli di autocertificazione e le regole di prevenzione e sicurezza;

   si evidenzia che i modelli di autocertificazione, infatti, sono differenti per ogni Stato e, peraltro, in continuo aggiornamento, il che contribuisce a prolungare le attese e i controlli;

   si ricorda, altresì, che l'attuale maggioranza ha completamente dimenticato i frontalieri dal punto di vista della tutela lavorativa, non contemplando alcuna misura di sostegno al reddito e/o accordi con i Paesi confinanti per il ricorso allo smart working –:

   se e quali iniziative urgenti di competenza il Governo intenda adottare con riguardo a quanto esposto in premessa, nell'ottica di snellire le procedure di identificazione e agevolare gli spostamenti quotidiani dei frontalieri, garantendo loro il diritto alla mobilità in sicurezza e senza ulteriori disagi.
(4-05321)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 2 ottobre 2020
nell'allegato B della seduta n. 402
4-05321
presentata da
MOLTENI Nicola

  Risposta. — In merito alle iniziative del Governo italiano per favorire l'apertura del valico della Valmara e, più in generale, per garantire la tutela della salute e il diritto alla mobilità dei lavoratori frontalieri, si ritiene anzitutto utile sottolineare che, sin dall'inizio dell'emergenza pandemica, il Governo si è immediatamente attivato con le controparti istituzionali elvetiche. Abbiamo sostenuto la necessità che tutte le misure di frontiera introdotte al confine italo-svizzero per fronteggiare l'emergenza epidemica in corso fossero attuate in maniera coordinata e in modo da tutelare la salute delle comunità interessate e la libera circolazione dei beni e delle persone.
  Per quanto specificamente concerne la mobilità dei frontalieri attraverso i circa 740 chilometri del confine italo-svizzero, il Governo italiano si è mosso con tempestività, onde limitare, per quanto possibile nel quadro di generalizzata emergenza sanitaria, disagi ai nostri lavoratori frontalieri (che ammontano a quasi 80.000), auspicando la riapertura anche dei cosiddetti valichi «secondari» (qualificazione, quest'ultima, autonomamente varata da parte svizzera).
  Il Governo ha tempestivamente stabilito una fitta interlocuzione con le competenti autorità elvetiche e puntualmente segnalato l'importanza logistica di tutti i valichi chiusi, ivi compreso il confine di Stato ubicato tra i comuni di Alta Valle Intelvi (lato italiano) e Arogno (lato svizzero), nella Valmara.
  In particolare, proprio il valico della Valmara è stato oggetto di specifica attenzione per l'importanza che riveste negli spostamenti quotidiani dei lavoratori frontalieri che, dall'area della Val d'Intelvi, debbano recarsi nel Canton Ticino. Il Governo si è fatto diretto portavoce circa l'esigenza della sua immediata riapertura, condannando il grave disagio cui la chiusura di questo valico ha costretto i frontalieri locali.
  Come noto, i reiterati interventi presso le autorità svizzere da parte del Ministro Di Maio e mia sono stati fondamentali per ottenere l'immediata riapertura della frontiera comune il 15 giugno 2020, inizialmente esclusa dalle autorità elvetiche. La riapertura generale ha, conseguentemente, coinvolto anche il valico della Valmara, estromesso dalle precedenti riaperture del 4 e 11 maggio 2020.
  La riapertura del 15 giugno è stata, dunque, resa possibile dall'intensa attività politico-diplomatica finora svolta, a vari livelli, dal Governo tutto, dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dalle nostre rappresentanze diplomatiche e consolari in Svizzera.
  Infine, vale ricordare che anche il recente incontro del 16 giugno 2020 tra il Ministro Di Maio e il Consigliere federale Cassis ha testimoniato gli ottimi rapporti che intercorrono tra Italia e Svizzera, rinsaldati dalla cooperazione rafforzata sperimentata durante la pandemia.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Ivan Scalfarotto.