ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05216

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 326 del 15/04/2020
Firmatari
Primo firmatario: TONDO RENZO
Gruppo: MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
Data firma: 15/04/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 15/04/2020
Stato iter:
04/08/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/08/2020
BONAFEDE ALFONSO MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 04/08/2020

CONCLUSO IL 04/08/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05216
presentato da
TONDO Renzo
testo di
Mercoledì 15 aprile 2020, seduta n. 326

   TONDO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la situazione delle carceri italiane è molto critica dopo il diffondersi della pandemia del Covid-19. In particolare, è stato effettuato un trasferimento di cinque detenuti positivi al coronavirus provenienti dall'Emilia-Romagna, presso il carcere di Tolmezzo;

   infatti, l'istituto carcerario di Tolmezzo era rimasto estraneo alla situazione dovuta all'espandersi della pandemia. Ora, al contrario, con il suddetto trasferimento di detenuti positivi presso l'istituto di pena di Tolmezzo la situazione si è fatta particolarmente preoccupante;

   occorre quindi porre rimedio al diffondersi del Covid-19 nelle carceri adottando misure che possano superare il diffondersi della pandemia nelle carceri sovraffollate del nostro Paese. Non è certo infatti che, trasferendo i detenuti tra diversi istituti di pena, si riesca a risolvere il problema del diffondersi del Covid-19. È importante quindi predisporre urgentemente un piano di intervento che tenga conto anche del sovraffollamento degli istituti di pena per evitare un costante aumento del diffondersi del coronavirus. In particolare, si evidenzia l'importanza di predisporre misure alternative al carcere per i detenuti che hanno pene minori;

   si tratta pertanto di intervenire urgentemente con misure che possano salvaguardare il diritto alla salute dei detenuti e di quanti operano all'interno dei suddetti istituti –:

   se non ritenga necessario chiarire le ragioni che hanno portato al trasferimento di cinque detenuti positivi nel carcere di Tolmezzo;

   quali iniziative urgenti, oltre a quelle già adottate, intenda predisporre per superare le criticità nelle carceri dovute al diffondersi del Covid-19.
(4-05216)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 4 agosto 2020
nell'allegato B della seduta n. 386
4-05216
presentata da
TONDO Renzo

  Risposta. — Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame, con il quale l'interrogante ha sollevato specifici quesiti in ordine a modalità e procedure attraverso le quali è stato condotto il trasferimento dal carcere di Bologna a quello di Tolmezzo di sette detenuti, risultati poi positivi al Covid-19, si rappresenta quanto segue.
  I sette detenuti ascritti al circuito alta sicurezza 3, assegnati presso l'istituto penitenziario di Tolmezzo, rientrano in un provvedimento del 17 marzo 2020 emesso dal reparto Sit/S della direzione generale dei detenuti e del trattamento di questo dipartimento, con il quale veniva disposto lo sfollamento della sezione Alta sicurezza della casa circondariale di Bologna.
  Tale provvedimento si rendeva necessario a seguito del grave danneggiamento dell'istituto medesimo, causato dalle rivolte avvenute in data 9 e 10 marzo 2020. L'inagibilità di diversi reparti della casa circondariale di Bologna, tra cui: le infermerie presenti nelle sezioni, diverse camere detentive e altri locali resi inservibili e insalubri (come da verifica statica del comando provinciale dei vigili del fuoco, redatta in data 12 marzo 2020), ha evidenziato la gravità della situazione e l'assoluta emergenza nell'adozione di immediati provvedimenti di allontanamento dei detenuti.
  Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in oggetto, con il quale l'onorevole interrogante solleva specifici quesiti in ordine a modalità e procedure attraverso le quali è stato condotto il trasferimento dal carcere di Bologna a quello di Tolmezzo di sette detenuti, risultati poi positivi al Covid-19, si rappresenta quanto segue.
  I sette detenuti ascritti al circuito alta sicurezza 3, assegnati presso l'istituto penitenziario di Tolmezzo, sono ricompresi tra quelli di cui al provvedimento del 17 marzo 2020 emesso dal reparto Sit/S della direzione generale dei detenuti e del trattamento del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, con è stato disposto lo sfollamento della sezione alta sicurezza della casa circondariale di Bologna.
  Tale provvedimento si è reso necessario a seguito del grave danneggiamento dell'istituto medesimo, causato dalle rivolte avvenute in data 9 e 10 marzo 2020.
  L'inagibilità di diversi reparti della casa circondariale di Bologna, tra cui le infermerie presenti nelle sezioni, diverse camere detentive e altri locali resi inservibili e insalubri (come da verifica statica del comando provinciale dei vigili del fuoco, redatta in data 12 marzo 2020), ha evidenziato la gravità della situazione e l'assoluta emergenza nell'adozione di immediati provvedimenti di allontanamento dei detenuti.
  In considerazione dell'emergenza sanitaria determinata dalla diffusione del contagio da Covid-19, nel provvedimento di assegnazione dei detenuti presso la casa circondariale di Tolmezzo sono state date stringenti disposizioni alla direzione di Bologna in merito al preventivo accertamento dell'assenza di casi Covid-19.
  Allo stesso modo, sono state fornite indicazioni alla direzione della casa circondariale di Tolmezzo, finalizzate all'adozione di tutte le necessarie misure sanitarie indicate dal Ministero della salute e dalla altre autorità delegate alla gestione dell'emergenza, rivolte ai detenuti ivi trasferiti.
  Di fatto, nel rispetto delle indicazioni contenute nel provvedimento della sede centrale, l'autorità dirigente dell'istituto bolognese ha interloquito con l'unità di Medicina penitenziaria interna al carcere per richiedere i tamponi relativi all'accertamento Covid-19, a cui sottoporre i detenuti da trasferire.
  Si è altresì concordato di sottoporre ad analogo tampone anche il personale di Polizia penitenziaria che avrebbe composto le scorte, al fine di evitare possibili rischi di contagio.
  I tamponi sono stati eseguiti in data 23 marzo 2020.
  Gli esiti degli stessi sono pervenuti in data 26 marzo 2020, non riscontrandosi, per i detenuti oggetti di trasferimento presso la casa circondariale di Tolmezzo, alcuna dimostrata presenza di SARS-CoV-2.
  Acquisiti, dunque, i nulla osta sanitari alla partenza, in data 27 marzo 2020 è stata data attuazione al trasferimento di n. 7 detenuti alla casa circondariale di Tolmezzo.
  In data 26 marzo 2020 un detenuto alta sicurezza per il quale non era stato disposto trasferimento in quanto assegnato al carcere di Bologna per motivi di salute, è stato ricoverato presso struttura ospedaliera esterna; in data 27 marzo 2020 è stato sottoposto a tampone per accertamento Covid-19, poiché ultrasettantenne e portatore di varie patologie e, solo nella tarda serata del 27 marzo è stato comunicato l'esito positivo dell'accertamento effettuato.
  All'atto dell'ingresso alla casa circondariale di Tolmezzo, i detenuti in interesse sono stati sottoposti a visita presso la tensostruttura destinata al
triage, secondo le procedure stabilite per la gestione dell'emergenza, in accordo con l'azienda sanitaria.
  Presa visione dell'esito negativo del tampone effettuato nella sede di provenienza dei sette detenuti, il sanitario ha concesso il nulla osta alla loro ubicazione a vita comune; tuttavia, la restante popolazione detenuta, ha iniziato a manifestare preoccupazione e malumore, paventando anche un possibile mancato rientro nelle camere di pernottamento.
  Per non inasprire ed esasperare oltremodo gli animi, in una situazione che appariva già piuttosto tesa, è stato disposto che i detenuti venissero ubicati nelle tre camere destinate all'isolamento sanitario per Covid-19, due per ogni camera.
  Nella serata di domenica 29 marzo 2020 l'autorità dirigente dell'istituto è stata avvertita telefonicamente del fatto che l'isolamento sanitario concesso dal dirigente medico ai sette detenuti era stato prescritto in quanto alcuni di questi avevano riferito di aver avuto, prima della partenza da Bologna, «contatti» con compagni poi risultati positivi al Covid-19.
  Nella giornata di lunedì 30 marzo 2020 sono state formalizzate dall'area sanitaria le precauzioni da adottare nei confronti di tutti i detenuti che si trovavano in isolamento precauzionale/sanitario (oltre ai sette provenienti da Bologna, anche un ulteriore ristretto proveniente dal carcere di Voghera, per il quale, sempre su prescrizione sanitaria, è stata disposta la proroga dell'isolamento per ulteriori 14 giorni). Successivamente, è stato associato all'istituto di Tolmezzo, proveniente dalla casa circondariale di Monza, anche un altro detenuto il quale, nonostante fosse già stato sottoposto a tampone con esito negativo nella sede di provenienza, è stato posto ugualmente in isolamento precauzionale e ubicato nell'altro lato del reparto isolamento.
  In data 10 aprile 2020, al termine del periodo di isolamento precauzionale, ai sette detenuti provenienti dal carcere di Bologna e al ristretto proveniente dall'istituto di Voghera, prima di essere spostati nei reparti ordinari, è stato effettuato un ulteriore tampone, il quale ha dato esito positivo per cinque di loro; per i medesimi è stata dunque disposta la continuazione dell'isolamento sanitario e l'inizio della terapia farmacologica disposta dall'azienda sanitaria.
  A seguito della positività riscontrata, è stato posto in isolamento precauzionale anche il detenuto addetto alla distribuzione del vitto in quella sezione ed è stata disposta la prosecuzione dell'isolamento precauzionale anche per i detenuti risultati negativi, poiché comunque avevano condiviso il locale docce, unico per tutto il reparto.
  In data 13 aprile 2020, anche nei confronti del personale che ha svolto servizio presso il Reparto isolamento dell'istituto e che ha avuto contatto con i soggetti ospitati nella suddetta sezione, in tutto 75 unità, sono stati eseguiti i tamponi nasofaringei; l'esito è stato per tutti negativo, a eccezione di un'unità di polizia penitenziaria, posta in isolamento domiciliare presso la propria abitazione.
  Si precisa che, in data 18 aprile 2020, sono stati effettuati ulteriori tamponi per altre 87 unità di personale in servizio presso l'istituto e, in data 22 aprile 2020, anche per la direttrice; tutti risultati negativi.
  Si è provveduto a sottoporre a tampone anche tutta la popolazione detenuta: gli esiti pervenuti hanno segnalato, alla data del 24 aprile 2020, una sola ulteriore positività, quella di un altro detenuto trasferito dalla casa circondariale di Bologna, risultato negativo al precedente tampone effettuato il 10 aprile 2020. Il detenuto in questione, che si trovava già in isolamento precauzionale nell'altro lato della lezione isolamento, è stato spostato nel lato ove sono presenti gli altri detenuti positivi.
  I detenuti risultati positivi al tampone sono tutti ubicati in una sezione separata e appositamente destinata all'isolamento sanitario/precauzionale; la restante popolazione detenuta, pertanto, non ha avuto e non ha contatti né con i detenuti risultati positivi né con gli altri ristretti che, seppur negativi, sono posti in isolamento precauzionale nell'altro lato della medesima sezione.
  L'A.D. dell'istituto ha assicurato che tutti gli accertamenti ritenuti necessari sono effettuati su indicazione dei sanitari e che sono state definite, tramite protocollo operativo con l'azienda sanitaria, procedure per la gestione di questa emergenza (anche relative all'igienizzazione e alla sanificazione dei locali), che riguardano sia il personale sia la popolazione detenuta, in ossequio a quelle che sono le direttive impartite dagli organi politici, legislativi e amministrativi.
  Sono stati acquistati i macchinari per interventi di sanificazione da utilizzare negli ambienti comuni, negli uffici e, ove possibile, nelle camere di pernottamento, almeno del reparto isolamento.
  Si rappresenta che tutti gli operatori sono dotati di dispositivi di protezione individuali e, più in particolare, si segnala che il personale che presta servizio nel reparto isolamento indossa mascherina di tipo FFP2, doppio paio di guanti, tuta e occhiali: il tutto viene indossato in una stanza adibita alla vestizione prima di raggiungere il posto di servizio, mentre, in altra stanza, posta nel lato opposto al corridoio, si procede alla svestizione, con smaltimento degli indumenti.
  Tenuto conto della situazione epidemiologica, i provvedimenti di trasferimento dei detenuti destinati presso la struttura penitenziaria di Tolmezzo, provenienti dagli istituti penitenziari di Nuoro e Milano Bollate sono stati revocati.
  Il detenuto proveniente da Voghera, allo stato, non sarà posto in partenza, ma si provvederà al suo trasferimento nel momento in cui il direttore di Tolmezzo comunicherà la disponibilità a riceverlo.
  Per completezza, si evidenzia che alla data dell'11 maggio 2020, presso la casa circondariale di Tolmezzo erano presenti 220 detenuti, di cui 191 appartenenti al circuito AS3, 13 detenuti di media sicurezza e 16 detenuti sottoposti al regime di cui all'articolo 41-
bis, comma 2, O.P.
  Relativamente alle iniziative adottate al fine di prevenire all'interno degli istituti penitenziari la diffusione del contagio da coronavirus, in linea con i decreti governativi, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha emanato diversi provvedimenti miranti a sensibilizzare le direzioni penitenziarie verso un puntuale adempimento delle indicazioni del Ministero della salute.
  Si tratta di iniziative che tendono a preservare e garantire la salute dei detenuti e del personale in servizio presso gli istituti penitenziari, la cui impermeabilità sanitaria deve essere assicurata in ogni condizione.
  È stato indispensabile, attraverso una capillare attività di informazione e sensibilizzazione delle direzioni degli istituti penitenziari, coinvolgere la popolazione detenuta, al fine di condividere le disposizioni emanate e le relative modalità esecutive, assecondandone le finalità, soprattutto con riferimento alla temporaneità delle stesse.
  In particolare, fin da subito, le direzioni, con il coinvolgimento dei medici competenti ai sensi del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, sono state invitate ad assumere contatti con le Autorità sanitarie del territorio, al fine di elaborare protocolli operativi condivisi, appropriati per il contesto penitenziario, e di adottare chiare procedure relative alla fase del prelievo dei tamponi e al trattamento conseguente dei casi sospetti di infezione da Covid-19 nell'ambito della popolazione detenuta, comprendendo anche le eventuali misure di isolamento e la conseguente sorveglianza sanitaria.
  Particolare attenzione è stata posta al controllo dei detenuti che hanno accesso dall'esterno (cosiddetti nuovi giunti): per costoro si esegue uno specifico preliminare monitoraggio, con possibilità di utilizzare anche uno spazio di pre-
triage, grazie alla fornitura ricevuta dal dipartimento della protezione civile di sistemi di rapida installazione (piccole tensostrutture), all'interno dei quali il personale sanitario competente effettua tutti i necessari accertamenti preventivi.
Il Ministro della giustizia: Alfonso Bonafede.