ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05131

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 324 del 08/04/2020
Firmatari
Primo firmatario: DE CARLO SABRINA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 08/04/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VILLANI VIRGINIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/04/2020
NAPPI SILVANA MOVIMENTO 5 STELLE 08/04/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 08/04/2020
Stato iter:
16/10/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 16/10/2020
SIBILIA CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 16/10/2020

CONCLUSO IL 16/10/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05131
presentato da
DE CARLO Sabrina
testo di
Mercoledì 8 aprile 2020, seduta n. 324

   SABRINA DE CARLO, VILLANI e NAPPI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   le misure attuate a seguito dell'espandersi della pandemia globale da Covid-19 non permettono liberi spostamenti fisici di persone da un comune all'altro se non per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute;

   in alcune zone del nostro Paese si evidenzia una forte crisi epidemiologica, per numero di contagi e per numero di vittime, in particolare si segnala la situazione del Cpr di Gradisca d'Isonzo. La notizia, riportata alcuni giorni fa da testate locali, ha portato alla luce la situazione di un ospite di origine nigeriana, arrivato nel Cpr di Gradisca dalla Lombardia, in un momento in cui l'intero Paese era in piena emergenza Covid-19;

   il ragazzo risultato positivo è stato posto in isolamento, come dichiarato dalla sindaca di Gradisca, Linda Tomasinsig;

   il garante nazionale per i diritti delle persone private della libertà, Mauro Palma, in uno dei suoi recenti report, rammenta che a Gradisca su 45 persone trattenute, 13 entro due mesi dovranno essere rilasciate, comportando di fatto una esposizione accentuata al pericolo di contagio;

   si tratta di persone che, oltre a non poter essere rimpatriate con voli verso gli Stati di origine, non potranno ottemperare neppure alla misura alternativa del cosiddetto «foglio di via», dato che le frontiere attualmente sono chiuse –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare per proteggere il diritto alla salute di ognuno e quali misure di sicurezza si stiano mettendo in atto all'interno del Centro per i rimpatri (Cpr) e dell'adiacente Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) per gli operatori, le forze dell'ordine e per gli ospiti delle strutture;

   se non ritenga opportuno adottare iniziative, con estrema urgenza, per bloccare temporaneamente i trasferimenti di nuovi ospiti provenienti da zone ad alto rischio di contagio;

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare in relazione a chi, legittimamente espulso – come evidenziato dalla sindaca di Gradisca – non potrà rimpatriare nel proprio Paese d'origine a causa del Covid-19.
(4-05131)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 16 ottobre 2020
nell'allegato B della seduta n. 410
4-05131
presentata da
sabrina de carlo

  Risposta. — Con riferimento alle problematiche evidenziate nell'atto di sindacato ispettivo in esame, si rappresenta quanto segue.
  In relazione all'attuale fase emergenziale conseguente alla diffusione del virus COVID-19, il Ministero dell'interno ha emanato diverse circolari e fornito puntuali linee di indirizzo per richiamare l'attenzione dei prefetti sulle misure da adottare nell'ambito del sistema di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale e dei centri di permanenza per il rimpatrio (CPR).
  Più in particolare, al fine di evitare rischi di contagio, è stata sottolineata l'importanza di assicurare il rigoroso rispetto delle misure di contenimento previste a livello nazionale, compreso l'obbligo per gli ospiti di rimanere all'interno delle strutture.
  All'arrivo in Italia, tutti i migranti sono sottoposti allo screening da parte delle autorità sanitarie per accertare che non presentino patologie infettive o sintomi riconducibili al virus COVID-19.
  Sono attivate, inoltre, misure di sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario per un periodo di quattordici giorni, individuando anche spazi appositi, all'interno dei centri di accoglienza o in altre strutture.
  Gli enti gestori dei centri, con l'ausilio dei mediatori culturali, sono tenuti ad assicurare l'attività informativa sui rischi della diffusione del virus, sulle prescrizioni igienico-sanitarie, sul distanziamento all'interno dei centri, sulle limitazioni degli spostamenti e, nei casi di isolamento fiduciario o quarantena, sull'esigenza dell'assoluto rispetto delle misure previste.
  A tal fine è stata disposta, tra l'altro, l'affissione, nei locali dei centri sul territorio, dell'elenco delle regole comportamentali, tradotto in più lingue, con l'obiettivo di fornire agli ospiti tutti gli opportuni chiarimenti, anche attraverso la collaborazione dei mediatori culturali, nonché facendo ricorso al materiale informativo predisposto dalle organizzazioni internazionali impegnate nel settore, quali OIM e UNHCR.
  È stata inoltre richiamata l'attenzione delle prefetture sulla possibilità di procedere, ai sensi dell'articolo 106 del codice degli appalti, alla modifica delle convenzioni in corso di esecuzione con gli enti gestori dei centri, mediante la stipula di atti aggiuntivi.
  Per quel che riguarda il rilevamento del fabbisogno di dispositivi di protezione individuale, i prefetti sono stati invitati a valutare, in raccordo con le istituzioni presenti sul territorio, ogni utile iniziativa da adottare per assicurare il soddisfacimento delle esigenze rilevate.
  Nell'ambito delle attività rivolte all'informazione, è stata segnalata a tutte le prefetture la guida pratica pubblicata dall'associazione Emergency, destinata alle strutture di accoglienza e alle strutture sanitarie, recante utili indicazioni sulle azioni di prevenzione e controllo, nonché, in generale, sulle modalità di realizzazione di un'adeguata gestione degli spazi, sulla sanificazione degli ambienti, sulle norme igieniche, nonché sull'osservazione attiva degli ospiti, attraverso la rilevazione dei sintomi e della temperatura.
  Puntuali indirizzi sono stati, altresì, diramati circa la necessità di assicurare l'isolamento per esigenze sanitarie in appositi locali dei centri di accoglienza o in idonee strutture, per i casi di positività al virus.
  A tal fine, su iniziativa del Ministero dell'interno, con la legge 24 aprile 2020, n. 27, di conversione del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 è stata introdotta, con l'articolo 86-
bis, la possibilità per le prefetture di utilizzare, fino al termine dello stato di emergenza, le strutture del Siproimi non occupate per l'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale e dei titolari di protezione umanitaria sottoposti alla misura della quarantena.
  Con specifico riferimento ai centri di permanenza per il rimpatrio (CPR), ferme restando le indicazioni fornite per tutte le altre tipologie di centri per migranti, sono state diramate puntuali circolari ai prefetti dei territori in cui sono al momento attivi tali centri.
  Più precisamente, al fine di garantire lo svolgimento delle visite e limitare il rischio di propagazione del contagio, è stata evidenziata la necessità di mantenere una distanza interpersonale di almeno due metri, sottoponendo i visitatori in ingresso al rilevamento della temperatura corporea.
  È stata richiamata l'attenzione, altresì, sull'importanza di sottoporre tutte le persone in ingresso all'accertamento della positività al virus, al fine di prevenire ogni possibile rischio di contagio, collocandole in alloggi separati per almeno 14 giorni.
  È stato chiesto, inoltre, un costante monitoraggio delle condizioni di salute delle persone trattenute, al fine di individuare tempestivamente eventuali sintomatologie da COVID-19 interessando, nei casi sospetti, le competenti autorità sanitarie per gli accertamenti del caso.
  Al fine di assicurare il distanziamento all'interno degli alloggi o di consentire l'isolamento per esigenze sanitarie per le misure di sorveglianza, le prefetture sono state invitate, d'intesa con il dirigente responsabile del servizio di vigilanza ed il gestore, ad una migliore gestione dei posti disponibili nei centri e ad utilizzare i posti liberi, riducendo conseguentemente quelli disponibili ai fini di eventuali nuove assegnazioni.
  È stato, altresì, chiesto di valutare la necessità di allestire strutture mobili in prossimità dei percorsi di ingresso dei CPR per lo svolgimento delle operazioni volte ad escludere che i soggetti assegnati alla struttura potessero essere portatori del virus.
  Per quanto attiene più specificatamente al CPR di Gradisca di Isonzo e, più in particolare, alla situazione di positività di uno degli ospiti del centro, richiamata dagli interroganti, si rileva che la stessa è riconducibile a un soggetto proveniente dal carcere di Cremona.
  Dopo essere stato ricoverato presso l'ospedale maggiore di Trieste, il migrante è stato dimesso, a seguito di un doppio test risultato negativo, per far rientro nel CPR ed osservare, in via precauzionale, un ulteriore periodo di isolamento.
  In merito poi alla rappresentata preoccupazione del garante nazionale dei diritti delle persone detenute, relativa a un'esposizione accentuata al rischio di contagio in ragione del prossimo rilascio di 13 migranti trattenuti nel CPR di Gradisca, si comunica che la prefettura di Gorizia, d'intesa con l'azienda sanitaria locale (ASUGI), ha stabilito che qualsiasi eventuale uscita dal citato CPR sia subordinata all'effettuazione di un apposito tampone rinofaringeo con esito negativo. In occasione della cessazione del trattenimento, e nell'ottica di ridurre ogni possibile contagio, la stessa prefettura assicura lo svolgimento di un'adeguata attività informativa, rivolta agli interessati, in relazione alle vigenti restrizioni di movimento.
  In ordine al quesito posto nell'atto di sindacato ispettivo relativamente alla prospettata opportunità di bloccare temporaneamente i trasferimenti di nuovi ospiti provenienti da zone ad alto rischio di contagio, preme anzitutto segnalare che, sia nell'ipotesi di arrivi terrestri che di arrivi via mare, è prevista la misura preventiva dell'isolamento dei migranti, da disporsi in apposite strutture.
  Solo al termine di tale periodo, e sempre che non siano emersi casi di positività al virus, i migranti possono essere trasferiti in altra struttura di accoglienza, previo rilascio di idonea certificazione sanitaria.
  In ogni caso, in base a quanto riferito dalla prefettura di Gorizia, l'ingresso nel Cara è subordinato alla sottoposizione di un isolamento preventivo.
  Per quel che concerne invece eventuali nuovi ingressi nei CPR, si evidenzia che il nuovo contesto operativo determinato dall'emergenza sanitaria, ha imposto una rilevante diminuzione degli ingressi nei CPR, limitati ai soli casi di stranieri con profili di pericolosità per la sicurezza dello Stato.
  La capienza delle strutture è stata nel frattempo ridotta al fine di consentire il rispetto delle misure sanitarie precauzionali e il migrante viene sottoposto a visita medica che accerti l'assenza di patologie evidenti che rendono incompatibile l'ingresso o la permanenza del medesimo presso la struttura.
  In relazione infine alla problematica della esecuzione dei rimpatri a seguito delle espulsioni si rappresenta che tale attività è comunque proseguita seppure in maniera ridotta.
  Sul tema si è anche espressa la Commissione europea evidenziando, in una comunicazione del 16 aprile 2020, che: «Le restrizioni temporanee introdotte dagli Stati membri e dai Paesi terzi per prevenire e contenere la diffusione del COVID-19 non dovrebbero essere automaticamente interpretate nel senso che in tutti i casi non esiste più una prospettiva ragionevole di allontanamento» evidenziando la necessità di valutare caso per caso la sussistenza o meno di ragionevoli prospettive di allontanamento.
  Il nostro ordinamento rimette tale valutazione all'autorità giudiziaria competente che, valutati gli atti alla luce dell'attuale contesto emergenziale, è chiamata a decidere se convalidare o meno il trattenimento nei CPR o la proroga dello stesso, secondo le scadenze previste dalla normativa di settore.

Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Carlo Sibilia.