ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05026

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 320 del 30/03/2020
Firmatari
Primo firmatario: CIABURRO MONICA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 30/03/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 30/03/2020
VARCHI MARIA CAROLINA FRATELLI D'ITALIA 30/03/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 30/03/2020
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 30/03/2020
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 01/04/2020
Stato iter:
04/12/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/12/2020
BUFFAGNI STEFANO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 04/12/2020

CONCLUSO IL 04/12/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05026
presentato da
CIABURRO Monica
testo di
Lunedì 30 marzo 2020, seduta n. 320

   CIABURRO, CARETTA e VARCHI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 marzo 2020, che ha introdotto ulteriori misure in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19, applicabili sull'intero territorio nazionale, il Governo ha stabilito un elenco di attività essenziali che, proprio in virtù della natura strategica della loro produzione, non sono sottoposte a chiusura forzata così come predisposto dal predetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri;

   l'elenco delle attività essenziali è stato oggetto di revisione a seguito di un confronto con le principali sigle sindacali, quali Cgil, Cisl e Uil, portando a un accordo che ha comportato un elenco di attività essenziali più ristretto rispetto a quello emanato in data 22 marzo 2020;

   tra le attività escluse dal novero di quelle essenziali a seguito di questa modifica figura la produzione di gomma; così si è andata a forzare la chiusura di numerose aziende sul territorio, le quali saranno costrette a disfarsi di centinaia di migliaia di euro di materia prima, come ad esempio la mescola di gomma, prodotto che, per le sue caratteristiche, è utilizzabile fino ad un massimo di 10 giorni, in quanto questa non potrà essere più impiegata nei processi produttivi dell'impresa a causa della sopravvenuta e improvvisa chiusura delle attività produttive;

   il tavolo di confronto tra Governo e sigle sindacali per la revisione dell'allegato di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 marzo 2020 inerente alle attività essenziali e non essenziali è stato tenuto a porte chiuse, senza includere le associazioni di categoria quale, nel caso di specie, Assogomma;

   tale provvedimento di chiusura forzata di numerose attività produttive su tutto il territorio nazionale non ha preso in considerazione quei casi in cui gli impianti produttivi sono stati lasciati in funzione durante il fine settimana precedente l'entrata in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 marzo 2020, impedendo quindi ai responsabili della produzione di predisporre misure emergenziali per una chiusura improvvisa e urgente, con conseguenti danni per molte attività produttive su tutto il territorio nazionale-;

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative intenda intraprendere per:

    a) predisporre un tavolo di lavoro con le categorie produttive e le associazioni di categoria per rivedere l'elenco delle attività essenziali di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 marzo 2020;

    b) indennizzare tutte le attività produttive che hanno subito danni come nel caso di cui in premessa;

    c) garantire misure a tutela dell'intero comparto produttivo del Paese a copertura del mancato guadagno procurato dalle nuove e più stringenti misure restrittive approvate dal Governo, anche in considerazione della perdita di quote di mercato a detrimento delle imprese nazionali, fattore che può causare una contrazione della capacità produttiva del tessuto industriale italiano irrecuperabile.
(4-05026)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 4 dicembre 2020
nell'allegato B della seduta n. 439
4-05026
presentata da
CIABURRO Monica

  Risposta. — Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame, sentita la direzione generale competente del Ministero dello sviluppo economico, si rappresenta quanto segue.
  Le interroganti fanno riferimento all'adozione di iniziative volte a salvaguardare le attività produttive, con particolare riferimento al comparto della produzione della gomma, fornendo strumenti idonei e tempestivi in grado di arginare la crisi causata dall'emergenza derivante dalla pandemia da COVID-19.
  A tal proposito, con riferimento agli aspetti di competenza del Ministero dello sviluppo economico, relativi, in particolare, alle misure idonee alla tutela del comparto produttivo sopra citato e, quindi, all'adozione di nuove misure per fornire liquidità delle imprese, si rappresenta quanto segue.
  In primo luogo, occorre ricordare che, con il decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri 26 aprile 2020, è stata superata l'esclusione iniziale della produzione di gomma dal novero delle attività essenziali, come era stato stabilito dal richiamato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 marzo 2020. Infatti, nell'elenco aggiornato delle attività con il permesso di riapertura del medesimo decreto (allegato 3) risulta anche il codice Ateco 22 relativo alla «Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche».
  Ciò premesso, si vuole sottolineare che il tema del sostegno alle imprese, alla loro liquidità e alla conservazione della forza lavoro, è prioritario per il Governo, come dimostrano le importanti misure che sono state adottate, in immediata risposta all'attuale situazione di crisi economica, la cui
ratio è quella di fornire massimo sostegno alle famiglie e alle imprese.
  Per quanto attiene alle misure più recenti varate dal Governo si segnala,
in primis, la nuova disciplina di accesso al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662.
  In particolare, l'articolo 13 del «decreto liquidità» ha integralmente riscritto le regole in materia di accesso al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, trasformando il citato Fondo in uno strumento capace di garantire fino a 100 miliardi di euro di liquidità a supporto delle piccole e medie imprese.
  Per garantire un intervento di pronta attuazione per le imprese, dunque, si è inteso far leva su uno strumento già esistente e apprezzato dagli operatori, qual è il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese:

    incrementando la dotazione finanziaria;
    estendendo la possibilità di accedere alla garanzia statale alle imprese fino a 499 dipendenti;
    prevedendo garanzie statali:

     1) al 90 per cento per prestiti fino a 5 milioni di euro;
     2) al 100 per cento – di cui 90 per cento dallo Stato e 10 per cento da Confidi – per prestiti di importo non superiore al 25 per cento dei ricavi fino a un massimo di 800.000 euro;
     3) al 100 per cento per prestiti di importo non superiore al 25 per cento dei ricavi fino a un massimo di 25.000 euro, senza alcuna valutazione del merito di credito. In questa ipotesi inoltre gli istituti di credito potranno erogare i prestiti automaticamente, senza neppure attendere il via libera del Fondo di garanzia.

  Voglio sottolineare, altresì, che il Ministero dello sviluppo economico e Medio credito centrale, si sono attivati sin da subito per rendere operativi, in tempi brevi, tutti i sistemi informatici e la modulistica necessaria alla richiesta della citata garanzia. Allo stesso tempo, prima ancora che il «decreto liquidità» venisse pubblicato in Gazzetta Ufficiale, si è lavorato attivamente per accelerare l'autorizzazione delle misure messe in campo da parte della Commissione europea, nell'ambito del Temporary Framework Agreement ed è stato designato un team dedicato all'interlocuzione con il mondo bancario, con l'obiettivo di evitare rallentamenti e ridurre al minimo il tempo di attesa tra la richiesta di finanziamento e l'accredito delle somme richieste.
  Non a caso, subito dopo l'autorizzazione della Commissione europea, pervenuta il 14 aprile 2020, abbiamo attivato subito la piattaforma telematica per la presentazione delle domande e già dal 17 aprile 2020 sono stati erogati dal sistema bancario i primi finanziamenti garantiti dal Fondo centrale di garanzia.
  Peraltro, si segnala che nel decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 «decreto Rilancio» convertito in legge 17 luglio 2020 n. 77, sono stati stanziati ulteriori 55 miliardi di euro per sostenere imprese, artigiani, commercianti, professionisti, lavoratori e famiglie messe a dura prova dall'eccezionale crisi economica che ha colpito il sistema produttivo del nostro Paese.
  Tra i principali interventi messi in campo, segnalo:

    i. il pacchetto imprese, nel quale è stato prorogato al 31 dicembre 2020 il termine per la consegna dei beni strumentali oggetto del super ammortamento. Imprese e professionisti potranno, pertanto, beneficiare dell'incentivo fiscale anche se non riusciranno a ricevere, a causa del lockdown, la consegna del bene entro il 30 giugno 2020 così come previsto dalla normativa vigente prima della proroga disposta con il decreto in questione;
    ii. gli incentivi per favorire la ricapitalizzazione di imprese, con fatturato compreso tra i 5 e i 50 milioni di euro;
    iii. il rafforzamento dell'ecosistema delle
start up innovative attraverso la liquidità garantita mediante il programma Smart&Start e risorse aggiuntive al Fondo per il Venture Capital;
    iv. i finanziamenti del Fondo Innovazione dedicato al trasferimento tecnologico tra il mondo della ricerca e quello produttivo, nonché il Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali, finalizzato a contrastare la delocalizzazione di aziende e tutelare i lavoratori;
    v. l'incremento del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese con un finanziamento di circa 7 miliardi per l'esercizio finanziario corrente, di cui:

     4 miliardi di euro stanziati dal decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito in legge 24 aprile 2020 n. 27 (decreto Cura Italia) e dal decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (decreto Rilancio);
     circa 3 miliardi di euro stanziati dal decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, convertito in legge 5 giugno 2020 n. 40 (decreto Liquidità).

  Inoltre, sono stati stanziati:

    con legge di bilancio 2020, 700 milioni di euro per ciascuno degli esercizi finanziari dal 2021 al 2024, per un totale di 2.800 milioni di euro;
    con decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104 (decreto agosto), 3.100 milioni di euro per l'anno 2023, 2.635 milioni di euro per l'anno 2024 e 1.600 milioni di euro per l'anno 2025.

  In conclusione, alla luce delle citate misure, sottolineo che questo Governo intende continuare ad essere a fianco delle imprese dell'intero comparto produttivo del nostro Paese, compresa la filiera della gomma, supportandole adeguatamente in questa delicata fase di «rinascita» economica e sociale.
  

Il Viceministro dello sviluppo economico: Stefano Buffagni.