ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05010

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 319 del 25/03/2020
Firmatari
Primo firmatario: LATTANZIO PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 24/03/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 24/03/2020
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 25/03/2020
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE delegato in data 29/03/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05010
presentato da
LATTANZIO Paolo
testo di
Mercoledì 25 marzo 2020, seduta n. 319

   LATTANZIO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi giorni le testate dei quotidiani si sono riempite di notizie relative alle diverse ordinanze emesse da enti locali in molte regioni a vocazione turistica – tra cui spiccano Alto Adige, Liguria e Valle d'Aosta, ma non sono esenti il Centro e il Sud – aventi per oggetto la «forte esortazione» a turisti e non residenti nelle regioni menzionate di ritornare nelle proprie aree di origine e residenza;

   un esempio è l'ordinanza del presidente della provincia di Bolzano, che ha imposto a chiunque non fosse residente nell'area di tornare alla propria abitazione abituale. La giustificazione è legata a «motivi sanitari» onde evitare di ingolfare il servizio dei medici di base e dei pediatri che in queste settimane rappresentano il filtro per la gestione dell'emergenza Coronavirus;

   anche in Valle d'Aosta il presidente della regione ha emanato un'ordinanza che vieta l'ingresso ai non residenti e ha fortemente invitato quelli ancora presenti sul territorio regionale a fare ritorno a casa;

   il quadro viene ancora più aggravato nei casi in cui si fa addirittura riferimento a segnalazioni da parte di lavoratori abituali di quelle aree che si sono ritrovati affissi sulla porta di casa le ordinanze relative all'ordine di uscita. A ciò si aggiunge il sentimento astioso dei residenti, che non hanno risparmiato insulti e offese – sia di persona che sulle piattaforme digitali – ai limiti della buona educazione nei confronti degli «ospiti indesiderati»;

   un ulteriore esempio in questo scenario è quello della Sardegna, dove la regione, per controllare i non residenti arrivati sull'isola, ha schierato 1.300 forestali per i controlli. Le ordinanze regionali impongono la registrazione obbligatoria, l'isolamento di 14 giorni e la reperibilità al domicilio per chi è entrato in Sardegna da fine febbraio in poi;

   tali provvedimenti, sebbene inquadrati all'interno di misure considerate mirate a salvaguardare la salute dei residenti, rappresentano un controsenso rispetto a quanto richiesto dal Governo: bisognerebbe, infatti, limitare al massimo gli spostamenti, mentre in questo caso vengono incentivati. Spesso gli inviti a tornare presso le proprie abitazioni abituali risultano anche ingiustificati sotto il profilo temporale, poiché molti non residenti si trovavano nelle regioni oggetto delle ordinanze da ben prima dello scoppio dell'emergenza –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Governo, d'intesa con le regioni, allo scopo di evitare che si faccia ricorso a tali ordinanze, alla luce della constatazione che queste comportano un numero elevato di spostamenti interregionali e alimentano sentimenti di contrasto in un momento emergenziale in cui risulta quanto mai necessario alimentare un maggiore senso di unione nella popolazione.
(4-05010)