ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04904

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 316 del 05/03/2020
Firmatari
Primo firmatario: D'ATTIS MAURO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 05/03/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SAVINO ELVIRA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 05/03/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 05/03/2020
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 05/03/2020
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 11/03/2020
Stato iter:
24/07/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/07/2020
PATUANELLI STEFANO MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/07/2020

CONCLUSO IL 24/07/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04904
presentato da
D'ATTIS Mauro
testo di
Giovedì 5 marzo 2020, seduta n. 316

   D'ATTIS e ELVIRA SAVINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari europei, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   nelle scorse settimane è stato presentato il piano di investimenti del Green Deal europeo, che consentirà di mobilitare fino a mille miliardi di euro attraverso il budget dell'Unione europea e strumenti associati, per il contrasto ai cambiamenti climatici;

   il piano comprende quella parte di investimenti sostenibili che dovranno supportare la transizione verde comunitaria. Tra gli obiettivi principali, vi è anche quello aumentare i finanziamenti dedicati alla decarbonizzazione europea. Parte del nuovo piano di investimenti sarà infatti dedicato al sostegno dei lavoratori e i cittadini delle regioni più colpite dal processo di decarbonizzazione e trasformazione, attraverso il meccanismo dell'equa transizione, strumento che catalizza almeno 100 miliardi di euro nel periodo tra il 2021 e il 2027;

   il citato piano europeo prevede un «Fondo per una transizione equa» proprio per andare incontro a quelle aree e a quei settori produttivi che più di altri avranno effetti negativi e costi economici conseguenti a questo cambio di paradigma di sviluppo;

   bisognerà ora vedere chi ne beneficerà e i margini di azione di ogni Stato membro nell'utilizzo delle risorse di questo Fondo. Nel nostro Paese, si è prospettato un loro possibile utilizzo per la conversione «verde» dell'area di Taranto interessata dagli stabilimenti dell'ex Ilva, e dell'area mineraria del Sulcis-Iglesiente;

   il 26 febbraio 2020, il commissario europeo agli affari economici, Paolo Gentiloni, ricordava che alla Commissione europea «lavorano con gli Stati per identificare quali sono impianti industriali o regioni che meglio si adattano al Fondo per la transizione giusta: le autorità dovranno presentare piani di transizione ambientale in base ai quali si ottiene un finanziamento»;

   nella zona industriale di Brindisi è situata la centrale a carbone Federico II di Cerano. Uno degli impianti a carbone più grandi e inquinanti d'Europa;

   nel 2017, uno studio epidemiologico sull'area di Brindisi, ha ulteriormente documentato un aumento significativo di tumori e malattie cardiovascolari e respiratorie nell'area;

   secondo la strategia energetica nazionale, la centrale a carbone dovrà chiudere i battenti al 2025 così come tutti gli impianti a carbone italiani, così da ridurre le emissioni climalteranti del Paese. Un progetto prevede la sua riconversione a gas entro quella data –:

   se il Governo non ritenga di adottare le iniziative di competenza affinché anche alla luce delle criticità esposte in premessa, la centrale di Brindisi sia ricompresa tra le aree e gli impianti industriali beneficiari delle risorse assegnate al nostro Paese nell'ambito del citato fondo europeo per una transizione equa.
(4-04904)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 24 luglio 2020
nell'allegato B della seduta n. 379
4-04904
presentata da
D'ATTIS Mauro

  Risposta. — Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in oggetto, sentita la direzione generale competente del Ministero dello sviluppo economico, si rappresenta quanto segue.
  Il tema sollevato dall'interrogante riguarda la gestione dei finanziamenti dedicati alla decarbonizzazione, stanziati dall'Unione europea nell'ambito del cosiddetto
Green deal europeo, una parte dei quali sarà destinata al sostegno di lavoratori e imprese nelle aree soggette a riconversioni.
  In proposito, si osserva che il pacchetto di proposte legislative che l'Unione europea intende varare, denominato meccanismo per la transizione giusta, risponde all'obiettivo di attenuare l'impatto economico e sociale della transizione sui territori ed i settori economici più vulnerabili in quanto dipendenti dallo sfruttamento di fonti fossili (compreso carbone, torba e olio di scisto) o da processi industriali intensivi responsabili di alte emissioni di carbonio. Il meccanismo sarà composto da tre strumenti:

   un fondo ad hoc, il Just transition fund, per il quale la commissione ha formulato una proposta di regolamento;

   un sistema dedicato nell'ambito del programma InvestEU, volto a mobilitare fino a 45 miliardi di euro di investimenti;

   una facility Bei per il settore pubblico, garantito dal bilancio dell'Unione europea, destinato a mobilitare tra 25 e 30 miliardi di euro di investimenti.

  Obiettivo specifico del Just transition fund (JTF) è consentire alle Regioni e alle amministrazioni locali interessate di affrontare gli effetti sociali, economici ed ambientali della transizione verso un'economia climaticamente neutra.
  La proposta di regolamento sul fondo per la transizione giusta dettaglia l'ambito di applicazione ed i criteri di accesso al Fondo a gestione condivisa, che avrà una dotazione iniziale di 7,5 miliardi di euro, sarà istituito nel quadro delle politiche di coesione e verrà allocato tenendo conto sia delle dimensioni della sfida ambientale e sociale (livello di emissioni industriali, rischi occupazionali e necessità formative), sia delle capacità economiche e tecniche dello Stato membro interessato a farvi fronte.
  Gli Stati membri beneficiari dovrebbero infatti integrare l'allocazione di risorse dal Jtf attraverso il cofinanziamento (il cui livello sarà quello dei territori beneficiati) e con risorse provenienti dalle rispettive
envelope del fondo regionale e del fondo sociale (con un moltiplicatore compreso tra 1,5 e 3 rispetto alle allocazioni del Jtf), meccanismo che, secondo la commissione, porterebbe ad un finanziamento complessivo tra i 30 e i 50 miliardi di euro.
  La programmazione avverrà nell'ambito di un dialogo tra commissione e Stati membri nel quadro del semestre europeo. Lo Stato membro interessato sarà chiamato a predisporre uno o più piani territoriali per la transizione equa con una sintesi delle misure per la transizione in coerenza con i piani nazionali energia e clima, l'indicazione dei territori più vulnerabili all'impatto di tali misure e delle relative sfide ambientali ed economico-sociali, nonché delle esigenze specifiche alla base della richiesta di accesso al Jtf e delle sinergie con altri programmi a finanziamento dell'Unione europea. L'approvazione del piano da parte della commissione darà diritto all'accesso a uno qualunque dei tre strumenti del Meccanismo, nonché all'assistenza tecnica.
  Le attività eleggibili comprendono il sostegno produttivo alle piccole e medie imprese,
start-up e incubatori impegnati a creare nuove opportunità economiche, investimenti in ricerca per il trasferimento di tecnologie o lo sviluppo di tecnologie per energie pulite e riduzione di emissioni; investimenti in collegamenti digitali, rigenerazione di siti e land restoration, economia circolare, riciclo di rifiuti; formazione e aggiornamento dei lavoratori; assistenza alla ricerca di lavoro.
  Nell'ambito del dialogo per la definizione del processo di programmazione, la Commissione Europea ha individuato nel nostro Paese e proposto come ammissibili, le aree di Taranto e del Sulcis Iglesiente.
  La proposta della commissione identifica le aree di investimento prioritarie e le condizioni quadro per un'efficace attivazione degli investimenti
Just transition fund in Italia per il periodo 2021-2027. L'individuazione di tali aree deriva dall'analisi più ampia dei territori che affrontano gravi sfide socio-economiche, conseguenti al processo di transizione verso un'economia climaticamente neutra entro il 2050.
  Riguardo al quesito posto dall'interrogante, si rappresenta che si sta valutando la possibilità di ampliare le aree oggetto di programmazione da includere nei piani per la transizione equa a quelle maggiormente interessate dal processo di de carbonizzazione, sia sotto il profilo ambientale che economico e sociale, inclusa l'area di Brindisi, dove la cessazione dall'uso del carbone per la generazione elettrica comporterà una serie di conseguenze sull'occupazione portuale e sull'indotto.
  In alternativa all'inclusione nei piani per la transizione equa potranno essere, comunque, valutati modelli di intervento analoghi a quelli inclusi nei Piani stessi, da replicare negli altri territori interessati dalle stesse dinamiche, considerato che le aree di Taranto e del Sulcis Iglesiente, individuate dalla Commissione europea, non esauriscono la problematicità legata al complesso processo di transizione energetica.
  A seguito di quanto riferito, si ritiene comunque utile fornire una serie di elementi relativi alla centrale di Cerano di Tuturano – Brindisi sud, indicata nelle premesse dall'interrogante, nonché al progetto di riconversione a gas ivi previsto.
  L'impianto in argomento è costituito da quattro sezioni alimentate a carbone, ognuna da 660 MWe; la centrale, negli anni, è stata interessata da interventi di risanamento ambientale, tra cui, da ultimo, la realizzazione di due dome per lo stoccaggio del carbone, la cui realizzazione è stata conclusa nel marzo 2016. Presso l'impianto sono occupate 308 unità di personale diretto e 527 unità di personale indiretto che lavorano per le aziende interessate dalle attività di manutenzione.
  Nel maggio 2019, la società Enel ha presentato un progetto di riconversione a gas naturale a ciclo combinato costituito da 3 fasi: la prima fase prevede la realizzazione di un turbogas a ciclo aperto da 560 megawatt; la seconda fase prevede la realizzazione di un secondo turbogas a ciclo aperto di pari potenza; la terza fase prevede la trasformazione dei due turbogas in ciclo combinato con potenza totale di 1680 megawatt.
  Il 1° ottobre 2019, completata la trasmissione di tutti gli elaborati di progetto da parte di Enel, la competente direzione generale del Ministero dello sviluppo economico ha avviato il procedimento autorizzativo, sospendendolo contestualmente in attesa delle determinazioni del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (Mattm).
  Con provvedimento n. 0019155 del 12 marzo 2020, il Mattm ha ritenuto di assoggettare il progetto a valutazione di impatto ambientale (Via) e, di conseguenza, Enel ha presentato in data 19 marzo la relativa istanza.
  Con riferimento alla dismissione delle sezioni alimentate a carbone, la direzione generale interpellata segnala che nel progetto di riconversione Enel ha previsto la messa fuori esercizio definitiva delle stesse in concomitanza con l'entrata in servizio delle nuove unità a gas. Ciò in coerenza con quanto già previsto dal PNIEC e con quanto oggetto di discussione nell'ambito dei tavoli interministeriali per l'attuazione degli interventi necessari al
phase-out degli impianti a carbone {a cui partecipano anche la Regione interessata e gli Enti locali coinvolti).
  In relazione agli attuali scenari di produzione, la stessa società, in data 24 gennaio 2020, ha chiesto l'autorizzazione ad anticipare la messa fuori servizio definitiva di una delle 4 unità (gruppo BS2) a decorrere dal 1° gennaio 2021. Tale richiesta tiene conto del fatto che il decreto del Mattm del 7 febbraio 2019 di riesame Aia ha prescritto un importante intervento di modifica impiantistica sul gruppo in parola, in relazione al quale è tuttora pendente un giudizio di legittimità, e che i tempi di realizzazione di suddetto intervento non sono ritenuti dalla società compatibili con il percorso di sostituzione degli impianti a carbone con quelli a gas.
  È opportuno, infine, precisare che il gestore della rete elettrica Terna ha dato parere positivo alla richiesta di Enel, anche grazie al previsto completamento entro l'anno di una serie di interventi di rete nell'area, finalizzati ad incrementare la magliatura e alla regolazione della tensione.
  In conclusione, il Ministero dello sviluppo economico continuerà a seguire con il dovuto impegno le fasi della transizione energetica verso un'economia «
green», anche al fine di garantire i necessari aiuti finanziari in grado di accompagnare tutte le realtà produttive interessate e tutelare – al contempo – la salute dei lavoratori e dei cittadini coinvolti.
Il Ministro dello sviluppo economico: Stefano Patuanelli.