ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04884

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 315 del 04/03/2020
Firmatari
Primo firmatario: CUNIAL SARA
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 04/03/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ROSPI GIANLUCA MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 04/03/2020
NITTI MICHELE MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 04/03/2020
APRILE NADIA MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 04/03/2020
GIANNONE VERONICA MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 04/03/2020
ANGIOLA NUNZIO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 04/03/2020
BENEDETTI SILVIA MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 04/03/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 04/03/2020
Stato iter:
15/10/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/10/2020
SCALFAROTTO IVAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/10/2020

CONCLUSO IL 15/10/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04884
presentato da
CUNIAL Sara
testo di
Mercoledì 4 marzo 2020, seduta n. 315

   CUNIAL, ROSPI, NITTI, APRILE, GIANNONE, ANGIOLA e BENEDETTI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   Grup Yorum è un gruppo turco che esegue canzoni popolari. Negli anni ha tenuto centinaia di concerti in Turchia, America Latina e Paesi Baschi, ma con l'entrata in vigore delle leggi di emergenza, non può più esibirsi in Turchia e anche altrove viene sottoposto a pesanti restrizioni;

   negli ultimi due anni, il centro culturale Idil, dove tale gruppo aveva il suo studio, ha subìto diverse irruzioni da parte della polizia. Trattati dal Governo turco alla stregua di delinquenti, i componenti del gruppo sono stati arrestati per «appartenenza a una organizzazione terrorista»;

   al momento alcuni membri del gruppo sono in carcere, due latitanti e altri due in sciopero della fame per protestare contro le restrizioni (proibizione dei loro concerti per il carattere politico delle canzoni) e la continua repressione a cui gli stessi vengono sottoposti da anni;

   il 14 febbraio 2020 si è svolta la prima udienza. Per alcuni musicisti si profila addirittura la condanna all'ergastolo. Tra questi Koçak, in sciopero della fame da 240 giorni. Accusato di aver fornito le armi utilizzate nel rapimento del procuratore Kiraz. A suo carico, soltanto la testimonianza di qualcuno che, in un bar, avrebbe sentito dire che Koçak era implicato. Nessuna prova reale è stata portata in tribunale o scritta nell'accusa a suo carico. Quanto al procuratore ucciso, le indagini avrebbero stabilito che era stato colpito dal «fuoco amico» della polizia;

   insieme a lui anche Gökcek, già inserito nella lista dei «terroristi più ricercati» con una ricompensa di 300 mila lire turche (46 mila euro). Gökcek venne imprigionato in base a una «testimonianza segreta» e senza un preciso atto d'accusa. Così come Helim Bölek, uscita dal carcere alla fine del 2019, ma che comunque ha deciso di radicalizzare ulteriormente la sua azione di protesta;

   altri esponenti di Grup Yorum sono, ugualmente in sciopero della fame e così – dal 3 gennaio 2020 – alcuni «avvocati del popolo» incarcerati a loro volta;

   Grup Yorum chiede l'immediata scarcerazione per i musicisti in carcere e l'annullamento del mandato di cattura per tutti i membri del gruppo. Chiede inoltre la fine delle irruzioni nel centro culturale Idil e l'annullamento del divieto di tenere concerti;

   anche l'Associazione del foro di Istanbul, un'Associazione di medici di Istanbul, l'iniziativa degli artisti e l'Assemblea artistica hanno pubblicato una dichiarazione congiunta, un appello rivolto alle autorità affinché si comportino in maniera responsabile nei confronti degli imputati. Le piattaforme Freemuse, Susma (Piattaforma non tacere) e P24 (Bagimsiz Gazetecilik Platformu, Piattaforma per un giornalismo indipendente) hanno richiesto la scarcerazione dei musicisti detenuti, di mettere fine alle illegittimi restrizioni della libertà di espressione del gruppo e di accettare le richieste degli artisti in sciopero della fame;

   l'articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata nel 1948 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite sancisce che «ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere»;

   anche l'articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e l'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea stabiliscono che «ogni persona ha diritto alla libertà d'espressione» –:

   quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato, anche d'intesa con i partner dell'Unione europea, affinché la condotta delle autorità turche si conformi agli atti ed alle convenzioni poste a tutela dei diritti umani;

   quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato operando sul piano diplomatico, per promuovere l'adozione di sanzioni economiche della comunità internazionale contro la Turchia sino a quando non verrà ripristinata la legalità e verrà posto termine alla violazione dei diritti umani.
(4-04884)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 15 ottobre 2020
nell'allegato B della seduta n. 409
4-04884
presentata da
CUNIAL Sara

  Risposta. — Il Governo italiano segue gli sviluppi dello sciopero della fame iniziato da alcuni componenti del Grup Yorum, alcuni dei quali deceduti nel corso della protesta contro le misure restrittive adottate nei confronti del gruppo. La vicenda rientra nel più generale tema del rispetto della democrazia, dello stato di diritto, dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Turchia, che ha influenzato negli ultimi anni l'andamento dei rapporti con l'Unione europea ed è oggetto di menzione in occasione degli incontri e dei contatti bilaterali ad alto livello che l'ambasciata d'Italia ad Ankara intrattiene con le autorità locali .
  Analogo impegno sullo stato di diritto in quel Paese viene perseguito dall'Italia in ambito Unione europea. La Turchia è stata inserita nelle ultime conclusioni del Consiglio dell'Unione europea quale uno dei Paesi prioritari in materia di diritti umani, a causa delle preoccupazioni per il funzionamento dello stato democratico e di diritto. Il Governo di Ankara è stato inoltre menzionato in una recente dichiarazione UE pronunciata in occasione della 43ma sessione del Consiglio diritti umani delle Nazioni unite (marzo 2020), sotto l'item 4 dell'agenda del Consiglio, che si riferisce ai Paesi che necessitano dell'attenzione del Consiglio. In quella occasione, l'Unione europea ha espresso particolare preoccupazione per la situazione dei diritti umani in Turchia, inclusa la libertà di espressione, gli arresti e le accuse contro i difensori dei diritti umani, i giornalisti, gli accademici, invitando il Paese a proteggere lo stato di diritto, l'indipendenza della magistratura, il giusto processo, i diritti umani e le libertà fondamentali, conformemente agli impegni internazionali della Turchia in materia.
  L'Italia attribuisce la massima importanza alla protezione e alla promozione della libertà di espressione e alla tutela dei difensori dei diritti umani, sia a livello bilaterale che sul piano multilaterale. Si tratta di temi fondamentali che rientrano tra le priorità italiane per il mandato 2019-2021 al Consiglio diritti umani delle Nazioni unite (CDU) e che sosteniamo regolarmente in tutti i fori multilaterali competenti. Da ultimo, vorrei ricordare che l'Italia ha partecipato attivamente, in coordinamento con i
partner della Unione europea, ai lavori negoziali che hanno condotto all'adozione da parte dell'Assemblea generale ONU della risoluzione sulla protezione dei difensori dei diritti umani (dicembre 2019), co-sponsorizzandola. Inoltre, l'Italia partecipa regolarmente agli eventi e alle iniziative internazionali sulla materia, anche in ambito Consiglio d'Europa.
  Più nello specifico e rispetto al quesito sollevato, nel gennaio scorso la Turchia si è sottoposta alla Revisione periodica universale del Consiglio diritti umani delle Nazioni unite (UPR), esercizio di monitoraggio periodico della situazione dei diritti umani cui tutti gli Stati membri si sottopongono ogni 4-5 anni. L'Italia ha raccomandato alla Turchia, tra le altre cose, di adottare misure adeguate per proteggere la libertà di espressione, di riunione e di associazione, nonché per garantire un ambiente sicuro e abilitante per le organizzazioni della società civile, i difensori dei diritti umani e i giornalisti, definendo le limitazioni alle libertà fondamentali nel rispetto degli obblighi internazionali; di rafforzare l'indipendenza della magistratura; di garantire che tutte le accuse di detenzione arbitraria, tortura e trattamenti disumani da parte delle forze di sicurezza siano debitamente indagate. La Turchia indicherà la propria posizione rispetto alle raccomandazioni ricevute entro luglio, quando il Cdu adotterà il rapporto finale dell'ultima sessione Upr.
  Su queste basi, il Governo continuerà a seguire con attenzione l'evoluzione della situazione,

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Ivan Scalfarotto.