ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04768

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 307 del 19/02/2020
Firmatari
Primo firmatario: DE MARTINI GUIDO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 19/02/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZOFFILI EUGENIO LEGA - SALVINI PREMIER 19/02/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 19/02/2020
Stato iter:
15/10/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/10/2020
SIBILIA CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/10/2020

CONCLUSO IL 15/10/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04768
presentato da
DE MARTINI Guido
testo di
Mercoledì 19 febbraio 2020, seduta n. 307

   DE MARTINI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il Centro per il rimpatrio (CPR) a Macomer, in provincia di Nuoro, è finalmente diventato operativo da meno di un mese eppure, secondo quanto riportato dalla stampa nazionale e locale, la situazione al suo interno sarebbe già ingestibile e al collasso a causa dei numerosi e gravissimi episodi di aggressioni e rivolte che avverrebbero quotidianamente tra gli ospiti della struttura ma soprattutto delle violenze e minacce ai danni del personale che lavora nel medesimo centro;

   l'ultima notizia è della notte scorsa quando alcuni immigrati irregolari di diverse etnie si sarebbero scontrati utilizzando come coltelli i pezzi di una porta frantumata, ma già precedentemente sono stati numerosi gli episodi di violenti scontri tra gli ospiti del centro e addirittura nella notte tra L'11 e il 12 febbraio 2020 un gruppo di extracomunitari si sarebbe diretto verso l'infermeria, avrebbe poi preso a calci e pugni la porta, nel tentativo di buttarla giù, insultando e minacciando l'operatore che si trovava al suo interno, «tenuto in ostaggio» per un'ora e mezza prima dell'arrivo dei soccorsi sul posto, come si legge nel comunicato degli operatori sanitari alla Ors che gestisce il centro;

   difatti, pare che ad essere oggetto delle violente aggressioni sia principalmente il personale sanitario, soprattutto durante le ore notturne e, in particolare, da parte di soggetti tossicodipendenti che hanno preso letteralmente d'assalto più volte l'infermeria;

   proprio per queste continue aggressioni, il personale sanitario avrebbe presentato anche una denuncia e avrebbe espresso l'intenzione di presentare le proprie dimissioni perché non si troverebbe più nelle condizioni di poter svolgere in sicurezza il proprio lavoro;

   nonostante quanto sopra, riportato ampiamente dalla stampa, non ci sarebbero state tuttavia comunicazioni ufficiali da parte del Ministero dell'interno relativamente alla situazione del centro, neppure dopo la visita alla struttura da parte del prefetto di Nuoro che «sarebbe stata coperta dal più stretto riserbo»;

   invece, a quanto consta agli interroganti i disordini e le violenze sarebbero all'ordine del giorno all'interno del Cpr di Macomer e, sebbene mai ufficializzati, sarebbero però ampiamente testimoniati dal continuo arrivo di ambulanze presso la struttura;

   proprio durante la visita del prefetto al Cpr, di Macomer pare sia arrivata la notizia dello sbarco irregolare sulla spiaggia di Sa Colonia di sei algerini, i quali, dopo essere stati fermati dai carabinieri e dopo le procedure di identificazione, sarebbero stati poi assegnati al centro, sebbene la struttura risultasse già al completo;

   il Cpr di Macomer, secondo l'accordo tra Ministero dell'interno, regione e comune di Macomer, dovrebbe ospitare principalmente i migranti irregolari di nazionalità algerina che sbarcano direttamente sulle coste dell'isola, mentre pare che nella struttura siano trattenuti una cinquantina di immigrati irregolari provenienti dai centri di Taranto, Torino e Trapani;

   il Cpr di Macomer è una struttura fondamentale e necessaria per il territorio sardo, di cui prima era sprovvista, soprattutto alla luce del vertiginoso aumento negli ultimi mesi degli sbarchi di immigrati irregolari sulle coste dell'isola;

   è indispensabile altresì garantire al suo interno le opportune condizioni di sicurezza e di legalità, non essendo oltremodo tollerabili le gravissime violenze finora rivolte ai danni di chi lavora nel Cpr di Macomer e neppure le continue rivolte e risse tra gli stessi ospiti –:

   se quanto riportato in premessa corrisponda al vero e se abbia notizia di ulteriori episodi di violenza verificatisi nel Cpr di Macomer rispetto a quelli già riferiti dalla stampa; quali iniziative intenda adottare al fine di garantire il rispetto della legalità e adeguate condizioni di sicurezza, in particolare per il personale impiegato al suo interno.
(4-04768)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 15 ottobre 2020
nell'allegato B della seduta n. 409
4-04768
presentata da
DE MARTINI Guido

  Risposta. — Con riferimento ai quesiti posti dall'interrogante, relativi all'atto di sindacato ispettivo in esame, si rappresenta quanto segue.
  Il centro di permanenza per i rimpatri di Macomer, è stato aperto il 19 gennaio 2020 in attuazione dell'«Accordo per la promozione della sicurezza integrata» stipulato tra il Ministero dell'interno e la Regione autonoma della Sardegna nei mese di febbraio 2018. Tale Accordo all'articolo 6 individuava «la struttura già ospitante l'ex carcere mandamentale di Macomer quale sede dell'istituendo Centro di permanenza per i rimpatri al servizio dell'intero territorio regionale, in relazione al crescente fenomeno degli sbarchi diretti di cittadini extracomunitari non richiedenti asilo sulle coste meridionali della Sardegna ed all'eventuale riscontrata presenza, sui territorio regionale, di cittadini stranieri non aventi titolo al soggiorno in Italia».
  Il discendente «Patto per la sicurezza urbana» stipulato pressoché contestualmente a detto accordo tra la prefettura di Nuoro, la Regione autonoma della Sardegna, i comuni di Nuoro e Macomer, l'Anci regionale e il Consiglio delle autonomie locali della Regione Sardegna, ha previsto, oltre agli oneri attuativi dei progetto e alle misure «compensatorie» in favore della comunità locale, anche un apposito organismo di vigilanza e monitoraggio sull'andamento delle attività del Centro, costituito da rappresentanti della regione, della prefettura, del comune di Macomer e del gestore del Cpr. Il relativo organismo è stato formalmente costituito il 25 giugno 2020 con decreto prefettizio.
  I servizi di vigilanza al Cpr vengono garantiti sulle 24 ore da personale della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Alla vigilanza concorre sin dal dicembre 2019, nel perimetro esterno alla struttura, un contingente di 53 militari dell'Esercito italiano, assegnati, nell'ambito dell'operazione «Strade Sicure», per le specifiche esigenze relative al Centro.
  Inoltre, nella struttura è in funzione un impianto di videosorveglianza di ultima generazione, collegato con la sala operativa della questura di Nuoro.
  La prefettura di Nuoro, con l'obiettivo della massima trasparenza relativa alla situazione di vivibilità interna del Cpr, ha invitato il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale a visitare la struttura.
  La visita si è svolta il 7 marzo 2020 e durante la stessa non risulta siano emerse censure o osservazioni relativamente all'adeguatezza della struttura, anche sotto il profilo organizzativo, né sono stati rilevati segnali di particolare disagio o di progettualità negative da parte della comunità ospitata.
  In relazione agli episodi di violenza richiamati nell'interrogazione, si rappresenta che ad un mese circa dall'apertura del Centro si sono verificate azioni di protesta messe in atto da una minoranza di ospiti, che si sono resi responsabili del danneggiamento di alcune finestre, porte e arredi e della vandalizzazione di alcuni ambienti.
  Gli episodi sono stati contenuti facendo ricorso ad un'attività di mediazione con gli ospiti della struttura e all'intervento degli operatori di polizia presenti al suo interno, ma senza necessità di fare uso della forza. Grazie anche alle apparecchiature di video ripresa di ultima generazione installate, che consentono il controllo da remoto, sono stati identificati i responsabili dei fatti accaduti e denunciati 8 stranieri all'autorità giudiziaria competente.
  Si evidenzia, altresì, che durante la permanenza degli stranieri nelle aree di aggregazione, in occasione della consumazione dei pasti e della distribuzione dei farmaci, gli operatori di polizia vigilano le zone comuni sia attraverso l'impianto di videosorveglianza che in presenza, al fine di consentire agli operatori civili di svolgere le proprie mansioni in sicurezza.
  In tale contesto, occorre precisare che agli ospiti del Cpr è consentito di muoversi liberamente all'interno del Corpo di fabbrica cui sono assegnati. Gli stessi possono usufruire di alcune zone ricreative all'aperto.
  Per migliorare, per quanto possibile, il clima interno sono in corso di attivazione da parte del gestore, in adempimento ai suoi doveri contrattuali, alcuni progetti per coinvolgere i trattenuti in attività sportivo-ricreative e in laboratori creativo-culturali, per una proficua fruizione degli spazi comuni e al fine di attenuare il disagio della convivenza forzata tipica di strutture di tale natura.
  Si assicura che l'attenzione sulla situazione interna del Cpr si è sempre attestata sui massimi livelli: l'organizzazione e la piena rispondenza dei servizi agli standard dati, sia dal punto di vista qualitativo che della sicurezza, viene verificata e rimodulata ogni qualvolta si presenti una criticità ed è oggetto di giornaliero confronto, da parte della Prefettura, con i responsabili provinciali delle Forze dell'Ordine e con il soggetto gestore.

Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Carlo Sibilia.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

migrazione illegale

professione sanitaria

migrante