ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04759

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 307 del 19/02/2020
Firmatari
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 19/02/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 19/02/2020
Stato iter:
14/10/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 14/10/2020
BONAFEDE ALFONSO MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 14/10/2020

CONCLUSO IL 14/10/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04759
presentato da
CIRIELLI Edmondo
testo di
Mercoledì 19 febbraio 2020, seduta n. 307

   CIRIELLI. — Al Ministro della giustizia. – Per sapere — premesso che:

   l'organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria (Osapp), con nota del 12 febbraio 2020 trasmessa agli organi competenti e, tra l'altro, anche al Ministro della giustizia, avrebbe segnalato ennesime criticità e disfunzioni che si verificherebbero presso l'amministrazione penitenziaria centrale – gestione dei detenuti di cui all'articolo 41-bis ordinamento penitenziario (di seguito «o.p.»);

   nel dettaglio, denuncerebbe la condotta di un alto dirigente dell'amministrazione penitenziaria centrale che nel corso di un incontro tenutosi con i coordinatori del gruppo operativo mobile si sarebbe riferito nei loro confronti in termini «notevolmente pesanti e duri, anche indicando come prossima l'abolizione dello stesso 41-bis su indicazione del Parlamento europeo»;

   il gruppo operativo mobile, istituito nel 1997 con provvedimento dell'allora capo del dipartimento della amministrazione penitenziaria e formalmente riconosciuto con decreto ministeriale del 19 febbraio 1999, da sempre costituisce il principale strumento di lotta contro la criminalità organizzata;

   pertanto, quanto affermato dall'alto dirigente, se corrispondesse al vero, svilirebbe l'importante e indispensabile ruolo degli appartenenti al gruppo operativo mobile, sovente elogiato dai Ministri della giustizia, dai procuratori delle direzioni distrettuali antimafia e da tanti altri; inoltre, simili dichiarazioni non sarebbero suffragate, o quantomeno giustificate, da alcuna iniziativa legislativa al vaglio del Parlamento volta ad abolire il regime di cui all'articolo 41-bis o.p.;

   a parere dell'interrogante, quindi, se quanto segnalato dall'Osapp con la nota de qua venisse accertato, si sarebbe di fronte non solo a una azione arbitraria che ha destato, come accaduto, ingiustificati turbamenti e tensioni, ma altresì si tratterrebbe di un comportamento irrispettoso e «superficiale» che un alto dirigente, quale vertice dell'amministrazione penitenziaria, non avrebbe dovuto assumere, soprattutto in considerazione dell'importante lotta alla mafia che da sempre la nostra Nazione, soprattutto tramite le forze dell'ordine, persegue per attribuire la giusta e legittima dignità ai concittadini vittime di aberranti crimini commessi dalle organizzazioni criminali; giova, inoltre, rappresentare che sia in dottrina e giurisprudenza, il regime di cui all'articolo 41-bis o.p. è stato ritenuto proporzionato alle esigenze di difesa sociale indotte da un fenomeno criminale di particolare gravità, qual è quello mafioso e la stessa Corte europea dei diritti dell'uomo non è mai giunta a ritenere che siffatto regime carcerario superasse la soglia di tollerabilità tale da configurare una violazione dei diritti umani –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e, accertata la veridicità degli stessi, quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di evitare ulteriori azioni come quella descritta in premessa e quali indicazioni abbia impartito in merito alle segnalazioni di cui alla nota del 12 febbraio 2020 trasmessa dall'Osapp.
(4-04759)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 14 ottobre 2020
nell'allegato B della seduta n. 408
4-04759
presentata da
CIRIELLI Edmondo

  Risposta. — In relazione alla richiesta di cui all'atto di sindacato ispettivo in esame, si rappresenta quanto segue.
  L'incontro al quale si riferisce l'interrogante è verosimilmente quello a seguito dell'invito rivolto al direttore del gruppo operativo mobile e ai responsabili dei reparti operativi mobili degli istituti del Paese (ove previsti), fissato dal capo Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria in data 16 gennaio 2020, alle ore 12.00; a tale incontro ha partecipato anche il direttore generale del personale e delle risorse dello stesso dipartimento.
  L'invito è scaturito dall'indifferibile necessità di interlocuzione del capo dipartimento all'indomani del verificarsi di due eventi critici di particolare gravità e rilevanza, che hanno visto coinvolti due detenuti sottoposti al regime detentivo speciale di cui all'articolo 41
-bis ordinamento penitenziario, in data 5 e 21 novembre 2019 rispettivamente presso gli istituti di Sassari e Parma.
  Nel corso della riunione, il cui contenuto è stato oggetto di audioregistrazione e opportunamente trascritto, il capo dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha rilevato un non perfetto flusso comunicativo in occasione del verificarsi dei suddetti eventi.
  Allo scopo di ottenere un adeguato e costante aggiornamento sullo stato e sul controllo nei reparti
ex articolo 41-bis ordinamento penitenziario, con nota 7 gennaio 2020 n. 1/2020/CD/LIM.DIV./G.O.M., il capo dipartimento dell'amministrazione penitenziaria aveva disposto l'obbligo di tempestiva informazione di ogni evento critico di apprezzabile rilevanza da parte del responsabile Reparti operativi mobili competente, mediante diretto contatto telefonico anche tramite sms, oppure via posta elettronica; in occasione della riunione del 16 gennaio 2020 il capo del dipartimento, rispetto al quale il gruppo operativo mobile si pone organicamente come ufficio di diretta collaborazione, nell'esercizio delle sue prerogative ha ribadito l'evidente necessità di un continuo circuito informativo con il vertice dipartimentale, sottolineando la necessità di osservare le prescrizioni fissate nella circolare del 7 gennaio 2020.
  Dalla trascrizione del verbale di riunione del 16 gennaio 2020 risulta che l'interlocuzione con il personale del Gruppo operativo mobile, lungi dall'essere stata caratterizzata da «termini notevolmente pesanti e duri» è stata esclusivamente diretta a sottolineare, con toni e contenuti certamente adeguati, l'obbligo di rispettare le disposizioni date in materia.
  Il presunto utilizzo di espressioni o frasi che facessero presagire ad una «...prossima l'abolizione del regime speciale di cui all'articolo 41
-bis dell'ordinamento penitenziario, su indicazione del Parlamento europeo», attribuite al capo dipartimento dell'amministrazione penitenziaria nel corso della riunione del 16 gennaio 2020, costituisce dunque un'affermazione assolutamente contraria al vero e priva di ogni fondamento. Ciò premesso, si rappresenta che il regime previsto dall'articolo 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354 (ordinamento penitenziario) è disposto con decreto del Ministro della giustizia quando ricorrono gravi motivi di ordine e sicurezza pubblica.
  Si tratta di un regime differenziato adottato nei confronti dei detenuti o internati per taluno dei delitti di cui al primo periodo del comma 1 dell'articolo 4-
bis dell'ordinamento penitenziario o comunque per un delitto che sia stato commesso avvalendosi delle condizioni o al fine di agevolare l'associazione di tipo mafioso, in relazione ai quali vi siano elementi tali da far ritenere la sussistenza di collegamenti con un'associazione criminale, terroristica o eversiva.
  Tale regime comporta la sospensione, in tutto o in parte, delle regole di trattamento e degli istituti previsti dalla legge n. 354 del 1975 che possano porsi in concreto contrasto con le esigenze di ordine e di sicurezza; mira, dunque, a contenere la pericolosità di singoli condannati, impedendo in particolare i collegamenti dei detenuti appartenenti alle organizzazioni criminali tra loro e con i membri di queste che si trovino in stato di libertà, collegamenti che potrebbero realizzarsi attraverso i contatti con il mondo esterno che lo stesso ordinamento penitenziario normalmente favorisce in un'ottica di rieducazione e di reinserimento sociale.
  Si rappresenta infine che non risulta, allo stato, alcuna iniziativa legislativa finalizzata all'abolizione del regime speciale previsto dall'articolo 41
-bis ordinamento penitenziario.
Il Ministro della giustizia: Alfonso Bonafede.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

lotta contro la criminalita'

diritti umani

amministrazione penitenziaria