ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04707

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 304 del 14/02/2020
Firmatari
Primo firmatario: MURONI ROSSELLA
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 13/02/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 13/02/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04707
presentato da
MURONI Rossella
testo di
Venerdì 14 febbraio 2020, seduta n. 304

   MURONI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   non era pensabile che nella versione definitiva del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (Pniec) gli obiettivi al 2030 differissero in misura rilevante da quelli indicati nella proposta avanzata a fine 2018. Tuttavia, ci si poteva attendere alcune rettifiche, che recepissero i suggerimenti di diversi partecipanti alla consultazione pubblica online, definita dal Pniec il canale consultivo che è stato maggiormente impiegato, ma soprattutto una più puntuale definizione delle misure necessarie alla sua attuazione; a partire, ovviamente, dalla governance. Il modello scelto sarà decisivo per il successo di un piano complesso anche sotto il profilo organizzativo. Ebbene, il documento si limita ad affermare che si intende costituire una struttura tecnico-politica di stimolo all'attuazione del piano energia e clima che coinvolga attivamente i Ministeri dello sviluppo economico, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, delle infrastrutture e dei trasporti e le regioni e le province autonome;

   il permitting è l'ostacolo principale all'installazione di nuovi impianti a fonte rinnovabile. Il Pniec dedica spazio all'analisi di modifiche alle norme vigenti per renderne più spedito l’iter, in particolare per il repowering di quelli già in esercizio, ma non vi associa altri strumenti che potrebbero facilitarne l'accettazione a livello territoriale: innanzi tutto, l'autoproduzione e l'autoconsumo collettivi, realizzabili su scala significativa con la diffusione delle comunità energetiche locali, cui il documento presta la dovuta attenzione, ma senza coglierne questo valore aggiunto;

   per quanto riguarda gli obiettivi, inoltre, viene confermata al 55 per cento dei relativi consumi la produzione elettrica da Fer (fonti energetiche rinnovabili), malgrado da più parti si sia documentato che una regola empirica, convalidata dall'esperienza, suggerisce di innalzarla al 59 per cento, scelta che, rispetto alla versione preliminare, obbliga a maggiorare i già sfidanti consumi finali «Fer» nel riscaldamento/raffrescamento;

   il Pniec definitivo aumenta lievemente il contributo delle bioenergie, della geotermia e del solare termico, ma continua a sottovalutare l'apporto delle prime due, e il documento preliminare è costretto a puntare soprattutto sulle pompe di calore, cui spetterebbe l'onere di coprire l'80 per cento della domanda;

   l'unica rilevante modifica rispetto agli obiettivi del documento preliminare riguarda il ribaltamento del contributo ai circa 6 milioni di veicoli elettrici in circolazione nel 2030, con una ragionevole ripartizione tra due terzi BEV (battery electric vehicle) e un terzo ibridi plug-in. Resta, viceversa, inalterato il contributo del biometano, fermo a 1 miliardo di metri cubi, in netta contraddizione con le previsioni di Confagricoltura, Snam, Consorzio italiano biogas;

   mancano anche impegni sulla stabilizzazione degli «ecobonus», mentre per gli edifici nuovi o ristrutturati non è prevista una quota crescente di energia elettrica e termica prodotta con rinnovabili, fino a trasformarli prima del 2030 in «quasi zero energy building», come peraltro auspicato dallo stesso Pniec;

   per l'efficientamento energetico, l'assenza di una più puntuale indicazione dei percorsi da qui al 2030 e delle misure per realizzarli è particolarmente critica, visto l'obiettivo, davvero sfidante, di ridurre i consumi primari di energia da 142 Mtep nel 2020 a 125 Mtep nel 2030 e quelli finali da 116 a 104 Mtep;

   inoltre, si evidenzia che dovrebbero, entro breve tempo, diventare operative le misure di incentivazione di tecnologie innovative (bioenergia, geotermia, solare termodinamico) per le quali esistono in Italia importanti filiere industriali e che, nel caso delle bioenergie, avranno impatti positivi anche sul sistema agroforestale, ma purtroppo manca ancora il decreto «Fer 2»;

   il «Fer 2» è anche uno dei tasselli fondamentali, perché il «sistema Italia» sia pronto ad affrontare, realizzandoli, gli obiettivi del Pniec; le suddette osservazioni sono riportate in un documento del «Coordinamento Free» –:

   quale sia lo stato attuale di elaborazione del testo del decreto «Fer 2», in quali tempi sarà adottato e se non si intenda valutare l'adozione di iniziative per accogliere le proposte del coordinamento Free in merito al piano nazionale integrato per l'energia e il clima.
(4-04707)