ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04704

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 303 del 12/02/2020
Firmatari
Primo firmatario: RIBOLLA ALBERTO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 12/02/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELOTTI DANIELE LEGA - SALVINI PREMIER 12/02/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 12/02/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04704
presentato da
RIBOLLA Alberto
testo di
Mercoledì 12 febbraio 2020, seduta n. 303

   RIBOLLA e BELOTTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   venerdì 7 febbraio 2020, presso il teatro civico del comune di Dalmine, in provincia di Bergamo, Anpi, Arci, Cgil, Acli e Il Porto hanno organizzato una serata dedicata al Giorno del Ricordo, patrocinata dal comune, salvo poi doversi dissociare pubblicamente, il giorno successivo, dalle tesi negazioniste esposte durante la serata;

   l'amministrazione comunale, infatti, si legge sulla pagina Facebook del comune, ha concesso il patrocinio «sulla scorta della garanzia — riportata sulla locandina dell'evento — che si sarebbe trattato di un evento senza strumentalizzazioni politiche, basato su dati storici. Al contrario, durante la serata, sono state esposte tesi, che si configurano come negazioniste»;

   a sollevare le critiche è stato l'intervento introduttivo di Grazia Milesi, membro dell'Anpi Alto Sebino, allo spettacolo teatrale «Quando il sommacco diventa rosso. Lettere da Pola», tratto dal libro di Fulvia Giusti, che avrebbe dovuto inquadrare dal punto di vista storico quello che poi sarebbe andato in scena sul palco e che, invece, ha comportato l'abbandono della sala da parte dell'assessore comunale alla Pubblica istruzione, Gianluca Iodice, e le contestazioni di alcuni dei presenti, tra cui i membri dell'associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia che hanno contestato Milesi con toni aspri anche in diretta;

   in sintesi, ha scritto il comune, le conclusioni della Milesi sono state le seguenti: «gli infoibati e gli esuli Italiani giuliano-dalmati se la sono meritata perché erano tutti fascisti, in realtà i numeri divulgati sono gonfiati, gli esuli hanno scelto liberamente di andarsene dalle loro terre per cogliere un'opportunità nella Repubblica Italiana, e il Giorno del Ricordo è stato istituito sulla base di bugie e come rivalsa nei confronti del Giorno della Memoria. Tesi che si configurano come negazioniste e quindi inaccettabili. Il Giorno del Ricordo non può essere sovvertito affermando che esso sia basato su una bugia»;

   la Milesi, il giorno dopo, ha spiegato al giornale locale che «in piena coscienza posso dire di aver fatto un resoconto storico», traendo spunto dalla relazione italo-slovena, che ha lavorato alla questione del confine orientale dal 1993 al 2001, dai lavori pubblicati dall'Anpi e dai lavori del gruppo di resistenza storica che porta avanti da anni studi sulla questione, ma c'è un'ampia letteratura che tratta la cosa in questo modo; «La negazionista non sono io: se i fatti non coincidono con una certa interpretazione non possiamo non vederli o ignorarli»;

   al momento non è nota agli interroganti una posizione ufficiale da parte degli organizzatori della serata anche se ambienti loro vicini parlano di un incontro chiarificatore in programma in settimana;

   tale evento, ad avviso degli interroganti, assume una maggiore rilevanza se associato agli altri episodi similari che si sono verificati in questi giorni anche in altri comuni italiani, soprattutto dopo i recenti fatti di cronaca di Udine, dove dei vandali hanno imbrattato la targa in memoria dei martiri delle foibe –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto illustrato in premessa e se ritenga di adottare ogni utile iniziativa di competenza, se del caso attraverso una circolare esplicativa, affinché il Giorno del ricordo non si trasformi annualmente in un'occasione per negare quanto accaduto nell'autunno del 1943 e nella primavera del 1945, ma per rinnovare, invece, la memoria di una grande tragedia italiana.
(4-04704)