ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04667

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 701 del 07/02/2020
Firmatari
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 07/02/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 07/02/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04667
presentato da
CIRIELLI Edmondo
testo di
Venerdì 7 febbraio 2020, seduta n. 301

   CIRIELLI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   si è appreso da una missiva del sindacato di polizia penitenziaria che il segretario generale della prefata associazione, Aldo Di Giacomo, avrebbe ricevuto presso la sua abitazione una lettera anonima contenente due proiettili di arma da fuoco e un messaggio di minacce dirette a lui e alla sua famiglia;

   tale gravissimo atto intimidatorio rappresenterebbe solo l'ennesimo di una lunga serie;

   invero, le minacce nei confronti del segretario perdurerebbero ormai da anni; a titolo esemplificativo, vale la pena ricordare le numerose lettere e-mail dal chiaro contenuto minatorio e, ancor più grave, un pacco bomba fatto pervenire presso la sua abitazione;

   tali azioni potrebbero essere ricondotte all'operato del Di Giacomo che da tempo si fa portavoce della legalità, denunciando attività illecite «gestite» dai detenuti all'interno delle carceri;

   come riscontrato dal sindacalista, infatti, la presenza della criminalità organizzata, dei clan mafiosi, di ’ndrangheta, camorra e da ultimi della mafia nigeriana, all'interno degli istituti penitenziari avrebbe determinato un arretramento dello Stato rispetto all'intollerabile e sempre meno controllabile potere dei criminali che popolano le carceri;

   situazioni analoghe a quelle denunciate da Di Giacomo, sono state più volte segnalate anche dallo stesso interrogante che ha sottoposto, tra le altre, all'attenzione del Ministro competente le criticità riscontrate nel penitenziario salernitano, ove si segnalava il rinvenimento di droga e di cellulari;

   la costanza e l'analogia con cui questi eventi continuano a ripetersi nei vari istituti penitenziari sul territorio nazionale, non fa altro che conclamare la gravosa situazione in cui riversano le carceri italiane, sempre più affollate (al 30 novembre 2019 erano infatti 61.174, circa 1.500 in più della fine del 2018 e 3.500 in più del 2017) e sempre meno controllate a causa della insufficienza di mezzi idonei e della carenza di personale;

   a tal proposito, è doveroso in questa sede rimarcare l'encomiabile lavoro che la polizia penitenziaria continua a svolgere con onore e sacrificio, malgrado le intimidazioni, le difficoltà e le condizioni precarie in cui operano;

   a parere dell'interrogante, se quanto in premessa corrispondesse al vero vi sarebbe di fronte a una grave violazione della libertà di azione e di determinazione delle istituzioni nell'espletamento delle proprie funzioni, ma anche e soprattutto dinnanzi a una grave minaccia per l'incolumità del segretario e della sua famiglia;

   lo Stato ha il dovere di garantire a tutti i cittadini il diritto di sentirsi sicuri, e, a maggior ragione, tale diritto deve essere assicurato a un sindacalista rappresentante e portavoce dei diritti degli appartenenti alla polizia penitenziaria che quotidianamente rischiano la propria vita, trovandosi a contatto con detenuti di conclamata pericolosità sociale –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative intenda adottare per garantire l'incolumità del segretario e della sua famiglia; se non si intendano adottare iniziative per potenziare il personale della polizia penitenziaria, dotandolo degli strumenti idonei e necessari per permettere agli uomini dello Stato di riprendere il totale controllo delle strutture carcerarie.
(4-04667)