ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04598

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 296 del 30/01/2020
Firmatari
Primo firmatario: GIACCONE ANDREA
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 30/01/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 30/01/2020
Stato iter:
02/07/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/07/2020
BONAFEDE ALFONSO MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/07/2020

CONCLUSO IL 02/07/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04598
presentato da
GIACCONE Andrea
testo di
Giovedì 30 gennaio 2020, seduta n. 296

   GIACCONE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il carcere di Asti, da alcuni anni classificato come casa di reclusione ad alta sicurezza, ha una popolazione carceraria formata prevalentemente da detenuti «con fine pena mai o gravati da condanne per lunghi anni di detenzione»;

   di fatto la struttura è stata trasformata da struttura puramente detentiva a istituto di massima sicurezza senza una contemporanea e contestuale implementazione nell'organico del personale, che configura una pianta organica deficitaria di figure chiave, come ispettori e sovrintendenti di polizia penitenziaria;

   le notizie degli scorsi giorni relative all'annuncio della realizzazione di un nuovo padiglione detentivo nella casa di reclusione ad alta sicurezza di Quarto Inferiore, hanno sollevato negli amministratori locali diverse perplessità anche dal punto di vista del metodo, in quanto un eventuale progetto di questo tipo, secondo l'interrogante, dovrebbe nascere in maniera condivisa e concertata con tutti gli attori senza cogliere di sorpresa amministrazioni e territorio;

   la fonte della notizia è, infatti, il «Quarto dossier» sulle criticità strutturali e logistiche relative alle carceri piemontesi presentato dal, garante regionale dei detenuti, che alla voce Asti recita tra le altre cose: «È stata annunciata la realizzazione di un nuovo padiglione detentivo utilizzando una parte dello spazio attualmente occupato dalle aree verdi»;

   nell'ambito del detto documento con riferimento al carcere di Asti figura – oltre ad altre specifiche esigenze quali «adeguamento, ampliamento e rifunzionalizzazione dei servizi di accoglienza dei parenti, in particolare per quanto riguarda i colloqui con i figli minori che ora si svolgono in condizioni del tutto inadeguate» e «costruzione di spazi per i progetti e le attività trattamentali, formative e scolastiche» — anche il progetto di realizzazione di un nuovo padiglione detentivo, da ricavare utilizzando una parte dello spazio attualmente occupato dalle aree verdi;

   preme ribadire che gli uffici del comune di Asti non hanno ricevuto alcuna comunicazione da parte del competente Ministero. Informazioni ufficiose riportano che si tratterebbe di un padiglione di 3 piani per ospitare circa 200 detenuti oggetti a «custodia attenuata», ovvero detenuti a bassa pericolosità sociale prossimi al fine pena, per i quali sono previsti laboratori per attività varie; questi nuovi detenuti andrebbero ad aggiungersi ai circa 300 già presenti. Una piccola città nella città con 500 detenuti;

   sarebbero opportune, da parte del Ministro della giustizia, le necessarie informazioni su questo progetto relativamente a quali siano i presupposti, il grado di definizione e le interlocuzioni avviate con il territorio e, non ultimo, andrebbe chiarito se la progettazione tenga conto della necessità di intervenire contenendo il consumo di suolo;

   quello che è certo è che bisogna innanzitutto sostenere il personale di polizia penitenziaria in modo da aumentare la sicurezza, a partire proprio da un incremento dell'organico;

   a parere dell'interrogante un simile progetto dovrebbe necessariamente trovare anche la collaborazione del comune e dell'Asl in considerazione delle inevitabili ricadute sui servizi sociali locali e dovrebbe trovare una collocazione territoriale diversa dal carcere di Asti che è già una casa di reclusione ad alta sicurezza, con una popolazione carceraria formata prevalentemente da detenuti «con fine pena mai o gravati da condanne per lunghi anni di detenzione» –:

   se il Ministro interrogato non reputi opportuno rivalutare il progetto per non dare seguito alla costruzione di questo nuovo padiglione detentivo e, in ogni caso, scegliere per questo progetto una sede diversa da Asti.
(4-04598)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 2 luglio 2020
nell'allegato B della seduta n. 365
4-04598
presentata da
GIACCONE Andrea

  Risposta. — Con riferimento al contenuto dell'atto di sindacato ispettivo in esame, vertente sulle medesime criticità paventate in relazione alla futura apertura del nuovo padiglione detentivo presso la casa di reclusione di Asti, si evidenzia quanto segue.
  Dall'attuale quadro esigenziale dell'Amministrazione penitenziaria è scaturita la necessità di attuare misure specifiche per far fronte al sovraffollamento delle strutture carcerarie, in osservanza a quanto disposto dall'articolo 7 del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, recante «
Misure urgenti in materia di edilizia penitenziaria». In accoglimento di tali esigenze, dai tecnici interni, incaricati con dispositivo n. 2230 del 31 gennaio 2019, è stato elaborato e poi sottoposto ad approvazione dei vertici del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, con nota 28 febbraio 2019, un prototipo di padiglione detentivo da 120 posti presso la casa di reclusione di Asti, per l'attuazione degli interventi di ampliamento del programma di edilizia penitenziaria, in applicazione del già citato articolo 7 del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135.
  Risultano, allo stato, in corso di definizione le attività finalizzate all'affidamento dei servizi utili al completamento del progetto di fattibilità tecnico economica e per l'individuazione dell'area di sedime della nuova struttura, al termine delle quali si procederà a espletare le procedure urbanistiche in Conferenza di servizi con gli enti territoriali (regione Piemonte, comune di Asti, Soprintendenza archeologica, etc.).
  Ad ogni modo, per completezza, si rappresenta che l'ampliamento in questione avverrà all'interno del muro di cinta, senza procedere all'esproprio di terreni privati e senza il paventato «consumo di suolo».
  La rilevata carenza di personale del Corpo nell'istituto in esame è una difficoltà purtroppo comune a quella risentita da tutti gli istituti del Paese, per effetto della modifica dell'organico complessivo del Corpo, apportata dal decreto legislativo n. 95 del 2017, che ha ridotto l'organico previsto da n. 45.121 a n. 41.202 unità, nonché alla lunga prassi di arruolamenti nei limiti del
turn over (ovvero di quota dei soggetti cessati).
  Di seguito i dati relativi all'organico previsto e alla forza amministrata presso l'istituto
de quo:
  

  Ruolo

  Organico
  Previsto

  Forza
  Amministrata

  Direttivo

  3

  1

  Ispettori

  24

  4

  Sovrintendenti

  29

  3

  Agenti Assistenti

  130

  174

  Totale

  186

  182

  Ai dati numerici sopra riferiti vanno aggiunte n. 5 unità distaccate in ingresso e sottratte n. 8 unità distaccate in uscita; pertanto, al netto delle entrate e delle uscite, sono effettivamente presenti complessive 179 unità.
  Relativamente alla mancanza di due unità del ruolo direttivo si rappresenta che degli ottanta commissari del ruolo a esaurimento del Corpo, il cui corso di formazione è terminato il 31 gennaio 2020, è stata assegnata una unità presso la casa di reclusione di Asti, con funzioni di vice comandante.
  Nel mese di luglio 2019, peraltro, in occasione della mobilità sviluppata dalle assegnazioni del 175° corso, il personale dell'istituto in trattazione è stato incrementato di n. 8 unità maschili appartenenti al ruolo agenti/assistenti.
  Dall'analisi della situazione organica dell'istituto si desume che la carenza maggiore si riferisce al ruolo dei sovrintendenti e degli ispettori, peraltro sofferta dalla generalità degli istituti del Paese.
  A tal riguardo, si evidenzia che il concorso interno a complessivi n. 2.851 posti per la nomina alla qualifica di vice sovrintendente del ruolo maschile e femminile del Corpo, a seguito del decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95 in materia di revisione dei ruoli delle forze di polizia, è in corso di svolgimento.
  Relativamente alla carenza che si registra nel ruolo degli ispettori, invece, la competente direzione generale del personale e delle risorse ha assicurato che terrà nella massima considerazione la situazione dell'istituto in questione allorquando si disporrà delle risorse umane da distribuire anche nella sede in esame.
  Ulteriori movimentazioni di personale appartenente al ruolo agenti/assistenti potranno eventualmente essere disposte in occasione del prossimo interpello di mobilità che si svilupperà in occasione del termine del 176° corso allievi agenti, attualmente
in itinere.
Il Ministro della giustizia: Alfonso Bonafede.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

detenuto

personale carcerario

sicurezza del lavoro