ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04304

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 276 del 11/12/2019
Firmatari
Primo firmatario: GIACOMETTI ANTONIETTA
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 11/12/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 11/12/2019
Stato iter:
02/07/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/07/2020
BONAFEDE ALFONSO MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/07/2020

CONCLUSO IL 02/07/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04304
presentato da
GIACOMETTI Antonietta
testo di
Mercoledì 11 dicembre 2019, seduta n. 276

   GIACOMETTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa si apprende che nel carcere di Rovigo stanno per essere trasferiti cento detenuti condannati per reati di associazionismo di stampo mafioso, nell'ambito di una movimentazione che ne porterà duecento nel carcere di Vicenza. Ad oggi, un centinaio sono già arrivati a Vicenza e una sessantina a Rovigo, ma nel giro di poche settimane tutti i posti di alta sicurezza delle due carceri saranno occupati da condannati per reati per mafia;

   l'amministrazione penitenziaria, nell'esercizio del potere discrezionale inerente alla gestione dei detenuti e degli internati, in linea con i criteri individuati dagli articoli 13 e 14 dell'ordinamento penitenziario opera garantendo che la popolazione carceraria sia suddivisa per categorie omogenee. La circolare n. 3479 del 9 luglio 1998 ha istituito il circuito ad elevato indice di vigilanza (E.i.v.) L'assegnazione a tale circuito è stata prevista per quanti rispondono dei delitti commessi con finalità di terrorismo, anche internazionale, o di eversione dell'ordine democratico mediante compimento di atti di violenza, nonché per i soggetti provenienti dal circuito di cui all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario a seguito di revoca e quindi già ritenuti organicamente inseriti al vertice delle associazioni mafiose;

   l'alta sicurezza è una sezione del carcere in cui sono riuniti tutti i condannati per reati di tipo associativo (mafia, traffico di droga e altro), che sono sottoposti a una sorveglianza più stretta rispetto ai detenuti comuni;

   secondo quanto riportato sul sito del Ministero della giustizia i posti ammonterebbero a 286, il trasferimento già effettuato di 60 detenuti, equivale al 30 per cento del totale, al quale debbono essere aggiunti gli ulteriori arrivi di circa 40 detenuti che porteranno la popolazione carceraria entro la fine dell'anno dagli attuali 318 detenuti a 415;

   la casa circondariale di Rovigo è un istituto penitenziario cosiddetto di terzo livello, prevalentemente volto ad accogliere detenuti di media sicurezza privo dei mezzi necessari alla gestione dei detenuti di alta sicurezza. Oltretutto la struttura ha una cronica carenza organica in particolare nel ruolo degli ispettori (7 su una pianta organica di 13) e dei sovraintendenti (1 su una pianta organica di 13);

   tutti i reparti sono a regime aperto, tranne una sola sezione, la «A1» dove ci sono i nuovi giunti che rimangono in osservazione per 7-10 giorni, prima di firmare un patto di responsabilità per accedere ai reparti ordinari, dove hanno la possibilità di vivere con le celle spalancate per buona parte della giornata (10 ore al giorno);

   complessivamente i detenuti impegnati in una qualche attività tra lavoro, scuola iniziative culturali, sono poco più dei 50 per cento. Ma va considerato che l'impegno della maggior parte degli stessi, consistente in lavori di casermaggio, ha durata media di poco superiore al mese, per un totale di 3 turni all'anno;

   presso l'ospedale rodigino non è presente un reperto bunker per eventuali ricoveri di detenuti «alta sicurezza» che sarebbero quindi eventualmente ricoverati presso i reparti ordinari, creando un ulteriore problema di ordine pubblico e di sicurezza per l'intera città;

   Rovigo si appresta a diventare la seconda città veneta con più detenuti dopo Verona (a Montorio possono ospitare un massimo di 530 detenuti) –:

   quali siano i motivi che hanno condotto l'amministrazione penitenziaria a destinare detenuti di alta sicurezza presso la casa circondariale di Rovigo, nonostante le carenze organiche e di sicurezza della struttura rodigiana.
(4-04304)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 2 luglio 2020
nell'allegato B della seduta n. 365
4-04304
presentata da
GIACOMETTI Antonietta

  Risposta. — Con riferimento ai quesiti sollevati nell'atto di sindacato ispettivo in esame inerente al trasferimento di detenuti alta sicurezza alla casa circondariale di Rovigo, si espone quanto segue.
  Al fine di riorganizzare il circuito alta sicurezza e con l'intento di addivenire a una migliore perequazione della popolazione detenuta, sia con la deflazione delle sedi penitenziarie del sud Italia che con l'allontanamento dei detenuti appartenenti alla criminalità organizzata dai territori di radicamento e attività del sodalizio mafioso di appartenenza, su disposizione del capo dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, a partire dal mese di giugno 2019, due sezioni del terzo piano della casa circondariale di Rovigo sono state destinate al circuito Alta sicurezza.
  Pertanto, a partire dal mese di ottobre 2019, l'ufficio centrale competente ha provveduto a destinare presso la casa circondariale di Rovigo 94 detenuti alta sicurezza 3, di cui 77 provenienti dalla casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere e da altre sedi del sud Italia, con posizione giuridica di definitivi e fine pena residua al di sotto dei cinque anni, mentre i restanti 17, con posizione giuridica non definitiva, sono stati movimentati per ragioni di opportunità, assegnazione al circuito di appartenenza e su disposizione delle autorità giudiziarie di competenza.
  Per completezza, si evidenzia che, sulla base dello stesso criterio, sono stati movimentati un totale di 94 ristretti presso la casa circondariale di Vicenza, di cui, allo stato, soltanto 89 hanno raggiunto la sede di destinazione.
  Tali movimentazioni non sono suscettibili, allo stato, di alcuna variazione.
  Alla data del 31 gennaio 2020, presso l'istituto di Rovigo erano presenti un totale di 262 detenuti, rispetto a una capienza regolamentare pari a complessivi 207 posti disponibili, rilevandosi un indice percentuale di affollamento pari al 128,43 per cento, perfettamente in linea con l'indice percentuale medio del distretto, pari, alla stessa data, al 130,06 per cento.
  Dei 262 detenuti presenti, 131 sono di nazionalità italiana, mentre i restanti 131 sono stranieri.
  Inoltre, 88 detenuti sono ascritti al circuito detentivo Alta sicurezza.
  Relativamente alle posizioni giuridiche dei ristretti ivi allocati, si evidenzia la seguente situazione:

   28 in attesa di primo giudizio;

   18 appellanti;

   14 ricorrenti;

   4 mista senza definitivo;

   36 condannati non definitivi;

   185 definitivi;

   13 mista con definitivo.

  La verifica delle condizioni detentive dei ristretti in termini di spazio minimo garantito, non fa oggi registrare alcuna violazione dei parametri previsti dalla Cedu, Atteso che tutti i ristretti risultano avere a disposizione, nelle rispettive camere di pernottamento, uno spazio di vivibilità superiore ai 4 mq.
  La competente Direzione generale dei detenuti e del trattamento, al fine di evitare situazioni di criticità, attua comunque con continuità, a livello nazionale, un'intensa opera di monitoraggio dei livelli di presenza/capienza dei posti disponibili nelle strutture penitenziarie, intervenendo sia a livello locale, sia attraverso il sollecito dei singoli provveditorati regionali a provvedere a una più equa distribuzione dei detenuti sul territorio del distretto di competenza, che alla movimentazione dei detenuti in sedi extra-distretto, ove richiesta.
  La definizione di «reparto bunker» usata dall'interrogante sembra possa essere riferita ai cosiddetti «reparti di medicina protetta», previsti dall'articolo 7 della legge n. 296 del 1993, attivi in diverse strutture del Servizio sanitario nazionale in città capoluoghi di provincia, i quali svolgono un ruolo fondamentale nel ricovero in luogo esterno di cura delle persone in stato di detenzione, anche in regime
ex articolo 41-bis dell'Ordinamento penitenziario, in quanto garantiscono qualità di cure ed elevatissimi standard di sicurezza.
  Come indicato nell'Accordo approvato dalla Conferenza unificata il 26 novembre 2009 recante «Strutture sanitarie nell'ambito del sistema penitenziario italiano» nonché nel ricordo del 22 gennaio 2015, i reparti di medicina protetta sono parte della rete sanitaria penitenziaria regionale e nazionale.
  L'utilizzazione di tali strutture offre ai detenuti ricoverati tutti i servizi specialistici presenti nel nosocomio, attraverso la collaborazione delle altre unità operative dell'ospedale di appartenenza, in condizioni di elevata sicurezza, e determina l'effettiva contrazione delle risorse di polizia penitenziaria che si renderebbero necessarie per i piantonamenti in tali luoghi.
  Ciò premesso, si rappresenta che la scelta geografica di tali reparti è stata nel tempo dettata da diversi fattori.
  Certamente, sono stati individuati ospedali dotati di vasta offerta assistenziale e specialistica, in modo tale da poter offrire ai detenuti cure per diverse patologie. In secondo luogo, la scelta è stata dettata dalla loro vicinanza rispetto a strutture penitenziarie con sezioni detentive per ristretti ad alta valenza di sicurezza, quali 41-
bis, collaboratori di giustizia e detenuti appartenenti al circuito dell'Alta sicurezza.
  Di fatto, solo di recente il carcere di Rovigo è stato interessato dalla presenza di detenuti di alta sicurezza e sarà prerogativa di questa Amministrazione valutare la possibilità, congiuntamente con i referenti Asl locali, avviare le procedure per l'attivazione di un reparto di medicina protetta presso l'ospedale cittadino.
  In ogni caso, eventuali emergenze cliniche improvvise e non preventivabili verranno gestite ai sensi dell'articolo 17 dell'Ordinamento penitenziario come del resto accade in tutto il territorio nazionale. In caso di necessità terapeutiche certificate, non assicurabili nell'istituto, il detenuto verrà trasferito ad altra sede.
  Con riferimento, da ultimo, alle attività trattamentali, culturali e lavorative attive presso l'istituto in trattazione, si riporta di seguito il dettaglio del progetto d'istituto relativo all'anno 2019.
  Attività lavorative alle dipendenze dell'Amministrazione penitenziaria:

   servizi d'istituto: 47 detenuti;

   Mop (manutenzione ordinaria fabbricato): 2 detenuti;

   lavoratori articolo 21 dell'Ordinamento penitenziario: 4 detenuti.

   totale: 53 detenuti lavoratori, di cui 44 stranieri.

  Attività scolastiche svolte dal C.P.I.A. (anno scolastico 2018-2019):

   corso di primo livello (ex scuola media);

   corso di alfabetizzazione italiana;

   corso di inglese;

   progetto di recupero scolastico destinato a detenuti studenti con esigenze di apprendimento.

  Corsi professionali:

   corso di panificazione (attivato a giugno 2019) in collaborazione con E.N.A.I.P. di Rovigo;

   formazione normativa H.A.C.C.P, in materia di igiene alimentare;

   corso per la lavorazione degli scarti di sapone condotto da una volontaria ex articolo 78 dell'Ordinamento penitenziario, il corso si è svolto con cadenza settimanale ed è stato frequentato da 6 detenuti;

   laboratori di arte e terapia a cura di un volontario ex articolo 17 dell'Ordinamento penitenziario, il corso si è svolto con cadenza settimanale e vi hanno partecipano 12 detenuti;

   corso professionale nel settore dell'edilizia, a cura dell'Ente Comitato paritetico e di formazione di maestranza edili di Rovigo, frequentato da 15 detenuti;

   il 30 maggio 2019 è stata firmata la convenzione con la cooperativa sociale Solidalia per l'istituzione di un laboratorio di assemblaggio semplice di materie plastiche.

  Attività culturali, ricreative e sportive:

   spettacoli teatrali «Teatrando: giovani e scuola», a cura degli studenti del laboratorio teatrale scolastico del liceo scientifico Alvise Cornero di Padova;

   adesione alla Festa della Musica 2019, promossa dal Ministero per i beni e le attività culturali, nell'ambito del quale è stato realizzato uno spettacolo musicale su iniziativa del Coordinamento dei volontari della casa circondariale di Rovigo;

   corso di musica con l'utilizzo di strumenti musicali, a cura di un volontario esperto di musica;

   la direzione collabora con l'Accademia dei Concordi di Rovigo per il prestito bibliotecario, che vede coinvolti anche alcuni volontari. Inoltre, l'Associazione Soroptimist di Rovigo ha regalato all'istituto dei libri per arricchire la biblioteca;

   è attiva la palestra, fruita da 85 detenuti. Le attività sportive e i tornei di calcio avvengono in collaborazione con il Coni e il Csi di Rovigo.

  Rapporti con la famiglia:

   grazie alla disponibilità della Garante del comune di Rovigo, che ha messo a disposizione dell'istituto il proprio compenso, è stato allestito, con dei giochi per bambini, un piccolo spazio nella sala d'attesa per i familiari dei detenuti che accedono in istituto per i colloqui; in tal modo, i bambini possono impegnare, giocando, il tempo dell'attesa prima dell'ingresso nella sala colloqui;

   la presidente dell'Associazione Soroptimist di Rovigo, nel mese di maggio 2019 ha donato alla direzione dei libri per bambini da utilizzare nel corso dei colloqui con i genitori;

   nel mese di febbraio 2019 ha avuto inizio il «Progetto di intrattenimento di figli di genitori detenuti», organizzato dal gruppo Scout AGESCI di Rovigo. Il progetto consiste in una attività di intrattenimento dei bambini che accedono in carcere per i colloqui con i genitori detenuti attraverso piccoli giochi o attività manuali.

  Attività religiose:

   il Cappellano, oltre alle consuete funzioni religiose domenicali e festive, realizzate anche in collaborazione con alcune associazioni di volontariato, a partire dal mese di aprile 2019, ha avviato un percorso spirituale di sostegno denominato «un momento di preghiera per i detenuti», al quale partecipano, in media, 20 detenuti. Per i detenuti di fede ortodossa accede in istituto, con cadenza settimanale, un sacerdote ai sensi dell'articolo 17 dell'Ordinamento penitenziario, che effettua colloqui individuali e di gruppo con i detenuti che ne fanno richiesta. In istituto accedono, inoltre, alcuni Ministri di culto dei Testimoni di Geova, autorizzati con nulla osta del Ministero dell'interno. I detenuti musulmani, non essendo ancora presente un imam, recitano le loro preghiere per proprio conto in diversi momenti della giornata e si riuniscono il venerdì per la preghiera in comune.
Il Ministro della giustizia: Alfonso Bonafede.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

detenuto

mafia

agitazione politica