ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04242

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 270 del 03/12/2019
Firmatari
Primo firmatario: COMENCINI VITO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 03/12/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER 03/12/2019
ZOFFILI EUGENIO LEGA - SALVINI PREMIER 03/12/2019
RIBOLLA ALBERTO LEGA - SALVINI PREMIER 03/12/2019
BILLI SIMONE LEGA - SALVINI PREMIER 03/12/2019
DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA LUIS ROBERTO LEGA - SALVINI PREMIER 03/12/2019
PICCHI GUGLIELMO LEGA - SALVINI PREMIER 03/12/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 03/12/2019
Stato iter:
15/05/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/05/2020
SERENI MARINA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/05/2020

CONCLUSO IL 15/05/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04242
presentato da
COMENCINI Vito
testo di
Martedì 3 dicembre 2019, seduta n. 270

   COMENCINI, FORMENTINI, ZOFFILI, RIBOLLA, BILLI, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA e PICCHI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'Etiopia è un Paese nel quale ormai vivono fianco a fianco differenti confessioni, essendo compresenti diverse denominazioni cristiane e musulmane;

   suscitano preoccupazioni crescenti le condizioni in cui in Etiopia la locale comunità cristiana celebra il proprio culto e le sue ricorrenze;

   si ha notizia da varie fonti di gravi violenze contro persone e cose;

   la rivista on line Africa ha pubblicato il 1° ottobre 2019 un reportage dedicato al fenomeno, nel quale si cita una fonte della diaspora americano-etiope secondo la quale dal luglio 2018 all'ottobre 2019 sarebbero state non meno di trenta le chiese ortodosse etiopiche date alle fiamme. Numerosi, altresì, i sacerdoti e laici uccisi o comunque sfollati;

   in seguito all'aumento delle violenze, si sono svolte nelle città della regione di Amhara dimostrazioni popolari volte a chiedere al Governo federale etiopico misure di protezione adeguate a tutelare i luoghi di culto cristiani e la sicurezza dei fedeli;

   un problema ulteriore è il sovrapporsi del problema interconfessionale sopradescritto alla rivalità politica che in Etiopia oppone gli amhara cristiani agli oromo, invece più vicini alla tradizione musulmana e animista;

   ulteriori violenze si sono registrate in seguito all'assegnazione del premio Nobel per la pace ad Abiy Ahmed, premier etiope di etnia omoro, riformista, insignito dell'ambìto riconoscimento in ragione del ruolo svolto nella soluzione del conflitto tra l'Etiopia e l'Eritrea;

   ad Abiy Ahmed si sta opponendo un suo ex alleato, Jawar Mohammed, anch'egli omoro, ritenuto da molti osservatori l'ispiratore di una nuova ondata di violenza, che sarebbe costata tra la fine di ottobre e le prime settimane di novembre 2019 la vita ad un'ottantina di persone –:

   quali siano le effettive condizioni di sicurezza in cui si trova l'Etiopia;

   quale sia il livello di rischio cui sono esposti i cristiani in Etiopia in ragione del loro credo e del loro coinvolgimento in aspre rivalità politiche che hanno anche una base etnica;

   quali iniziative il Governo intenda assumere per favorire l'attenuazione delle tensioni e comunque promuovere una più efficace protezione delle comunità cristiane esposte alle violenze.
(4-04242)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 15 maggio 2020
nell'allegato B della seduta n. 341
4-04242
presentata da
COMENCINI Vito

  Risposta. — Vorrei innanzitutto premettere che, in linea generale, la tutela e la promozione della libertà di religione o credo e dei diritti degli appartenenti alle minoranze etniche e religiose rappresentano priorità della politica estera italiana in ambito multilaterale, nei rapporti bilaterali con i paesi terzi e nei programmi della cooperazione allo sviluppo e figurano tra i temi prioritari del mandato triennale dell'Italia in Consiglio diritti umani ONU (2019-2021).
  In tale quadro, nonché in linea con la priorità tradizionalmente accordata dalla politica estera italiana al Corno d'Africa, si inserisce l'attenzione costante con la quale il Governo, e nello specifico il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, seguono l'evolversi della situazione etiope. Come noto, il Presidente Conte è stato il primo capo di Governo occidentale a visitare il Paese dopo la firma della pace con l'Eritrea, a testimonianza del convinto supporto italiano all'agenda riformista di Abiy, diretta a conseguire la pacificazione nazionale e regionale.
  Nella convinzione che la stabilizzazione politica e il miglioramento della situazione securitaria passino per lo sviluppo economico, l'Italia mantiene con Addis Abeba un solido partenariato commerciale (siamo il secondo esportatore dell'Etiopia a livello UE) e un ampio portafoglio di iniziative di cooperazione allo sviluppo, anche a sostegno della creazione di opportunità d'impiego per i giovani. A testimonianza dell'importanza che l'Italia annette al rafforzamento delle relazioni economiche, nel 2019 si sono svolti numerosi
business fora, in Italia e in Africa, diretti a favorire un maggiore afflusso di investimenti in Etiopia.
  L'impegno italiano a sostegno della stabilizzazione politica etiope, anche in vista del superamento delle divisioni etniche e delle nuove tensioni religiose, prosegue con convinzione e si manifesta tanto in ambito bilaterale quanto nei principali
fora multilaterali (ONU e UE), in seno ai quali l'azione italiana è volta ad assicurare che l'attenzione sull'intera regione sia sempre mantenuta viva, anche in termini di adeguate allocazioni finanziarie.
  Quanto alla situazione in Etiopia, l'insediamento del Primo ministro Abiy, nella primavera del 2018, è coinciso con una maggiore sensibilità relativa alla tutela dei diritti umani nel Paese, conseguenza dell'ambizioso programma di aperture in senso riformista e democratico promosso dal
leader etiope. Ciononostante, la transizione inaugurata da Abiy verso forme di governance maggiormente inclusive e partecipate, anche attraverso provvedimenti di amnistia accordati a gruppi politici di opposizione in esilio, ha coinciso con una parziale intensificazione, che si auspica temporanea, delle tensioni interne, per lo più dovuta a motivazioni di carattere economico.
  Occorre rilevare che le tensioni politiche nel Paese sono storicamente legate a contrapposizioni di natura inter-etnica. Al contrario, le violenze interreligiose non hanno mai svolto un ruolo rilevante nel contesto etiope, dove per secoli hanno convissuto fedi e credenze diverse (il 63 per cento circa della popolazione è di fede cristiana; il 35 per cento circa di religione musulmana, in forte crescita nelle regioni orientali del Paese). Gli ultimi mesi hanno fatto tuttavia registrare un maggiore attivismo di esponenti legati ad interpretazioni radicali e violente della religione islamica, sfociato in una serie di attacchi a chiese ortodosse. È da sottolineare che il Primo ministro ha comunque svolto, nel primo anno e mezzo di governo, un'azione volta a dirimere i contrasti religiosi, anche facendo leva sulla sua figura di sintesi delle diverse confessioni (Abiy è evangelico, di padre musulmano e di madre cristiano-ortodossa).
  Gli episodi di violenza a danno di chiese ortodosse (anche ad Addis Abeba) sono stati riportati prontamente sotto controllo dalle forze di sicurezza etiopiche, anche se in alcuni casi vi sono stati vittime e danni materiali (recentemente c'è stata ad Addis Abeba un'azione violenta nel tentativo di dare fuoco alla Chiesa di San Michele). Più in generale, gli episodi d'intolleranza religiosa appaiono rientrare nel più ampio contesto di violenze e atti criminosi che si verificano a macchia di leopardo nel Paese, causati innanzitutto dalle precarie condizioni socio-economiche in cui versano larghi strati della popolazione e dall'elevato tasso di disoccupazione tra gli oltre 70 milioni di giovani. L'elemento religioso sembra in tal senso profilarsi come nuovo segnale qualificante di alcune violenze dalle cause interculturali più profonde, soprattutto tra Amhara e Oromo. Un segnale che merita naturalmente di essere monitorato, per mantenere una pacifica convivenza tra fedi religiose e favorire la stabilizzazione del Paese.

La Sottosegretaria di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Marina Sereni.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

gruppo religioso

guerra

musulmano