ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04231

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 269 del 02/12/2019
Firmatari
Primo firmatario: GIANNONE VERONICA
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 02/12/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER LE PARI OPPORTUNITA' E LA FAMIGLIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER LE PARI OPPORTUNITA' E LA FAMIGLIA delegato in data 02/12/2019
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04231
presentato da
GIANNONE Veronica
testo di
Lunedì 2 dicembre 2019, seduta n. 269

   GIANNONE. — Al Ministro per le pari opportunità e la famiglia, al Ministro della salute, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   tra i diritti inviolabili della persona costituzionalmente garantiti, oltre al diritto alla manifestazione del pensiero, rientrano anche il diritto all'onore e al decoro. La satira per essere efficace, ricorre quasi sempre ad una deformazione della realtà, arrivando al paradosso ed alla forzatura dei toni. Tuttavia non è accettabile un attacco gratuito alla persona;

   tale principio è affermato dalla Corte di Cassazione, secondo la quale la satira, al pari di ogni altra forma di comunicazione, non può violare i diritti fondamentali della persona: è illecita l'attribuzione di condotte illecite o moralmente disonorevoli, la deformazione dell'immagine in modo da suscitare disprezzo della persona o scherno della sua immagine;

   la protezione dell'onore rappresenta quindi un limite al diritto di manifestazione del pensiero (articolo 21 della Costituzione). In base al principio della libertà di manifestazione di pensiero, al soggetto è consentito esternare oralmente, per iscritto o attraverso qualsiasi altro mezzo di comunicazione le sue opinioni personali con l'unico limite del rispetto di quei principi etico-morali, non offensivi del senso del pudore e della pubblica decenza, ma soprattutto dei diritti di cui poc'anzi si è parlato, dall'innegabile valore costituzionale;

   durante la trasmissione radiofonica «the morning show», andata in onda su Radio Globo, emittente che trasmette non solo a Roma ma nelle province di Latina, Rieti e Viterbo, la signora Carmen Di Pietro ospite in puntata, si è confrontata in maniera molto accesa con una ragazza che ha affermato di soffrire di endometriosi. Una malattia che colpisce le donne con corposi sanguinamenti e dolori durante il ciclo mestruale, con frequenti infiammazioni e che può portare nei casi più gravi a ricorrenti operazioni chirurgiche e ad invalidità;

   l'essenza del pensiero di Carmen Di Pietro è stata riassunta anche da una card prodotta dalla stessa redazione della trasmissione e pubblicata su Facebook: «Se col ciclo non vai al lavoro, non sei degna di essere una donna. Ci sono delle pillole, non possiamo mantenere te che non vai al lavoro». E ancora «perché chi ha l'endometriosi e lavora nel privato va a lavorare e chi invece lavora nello statale non ci va? Per lei l'endometriosi è una malattia, per me non lo è»;

   la Fondazione italiana endometriosi, commentando la notizia data da Radio Globo, ricorda che: «Solo in Italia ci sono 3 milioni di donne che soffrono di endometriosi. Da più di dieci anni siamo impegnati nella ricerca per trovare una cura a questa patologia. Non si tratta di comuni dolori da ciclo, ma di una malattia grave per cui non basta prendere una pillola di antidolorifico e andare al lavoro»;

   la Fondazione ha affermato che, sul tema, c'è ancora molta ignoranza e che diffondere post del genere potrebbe risultare offensivo per almeno 3 milioni di donne che in Italia soffrono di questa patologia;

   dei professionisti che lavorano nella comunicazione — anche se fanno intrattenimento e non informazione — non dovrebbero avallare messaggi offensivi di genere, perpetuando alcuni di quegli stereotipi culturali a causa dei quali le donne sono ancora discriminate in molti ambiti della società, soprattutto sul lavoro e subiscono quotidianamente violenze verbali, psicologiche e fisiche;

   insulti discriminatori non possono essere fatti passare per «satira», normalizzando atteggiamenti lesivi della dignità delle donne e in più in generale del diritto alla salute sul luogo di lavoro –:

   quali iniziative urgenti intenda adottare il Governo, per quanto di competenza, per tutelare e salvaguardare la dignità lavorativa delle donne al fine di eliminare qualsiasi forma di discriminazione effettuata, anche attraverso i mass media, soprattutto se collegata, come nel caso riportato in premessa, a malattie come l'endometriosi.
(4-04231)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

diritto di manifestare

lotta contro la discriminazione