ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04224

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 269 del 02/12/2019
Firmatari
Primo firmatario: GIGLIO VIGNA ALESSANDRO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 02/12/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 02/12/2019
Stato iter:
04/08/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/08/2020
SCALFAROTTO IVAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 04/08/2020

CONCLUSO IL 04/08/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04224
presentato da
GIGLIO VIGNA Alessandro
testo di
Lunedì 2 dicembre 2019, seduta n. 269

   GIGLIO VIGNA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro per gli affari europei, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   Seta è l'acronimo di un think tank turco che ha sede ad Ankara: la Foudation for Political, economic and Social Research, creata nel 2006. Si proclama indipendente, ma ha rapporti stretti con il partito di Governo, l'AKP del presidente Recep Tayyp Erdogan, e difatti organizza molte iniziative volte a legittimarne le politiche. Seta ha pubblicato da poco il «Rapporto 2018 sull'islamofobia in Europa», un volume di 848 pagine a cura di due ricercatori turchi, Enes Bayrakli e Farid Hafez;

   è presente un capitolo dedicato all'Italia e la cui stesura si deve ad Alfredo Alietti, docente di sociologia urbana all'Università di Ferrara, e a Dario Padovan, docente di sociologia presso il dipartimento di culture, politica e società dell'Università di Torino. In Italia, si specifica, come non siano reperibili dati ufficiali su razzismo e discriminazione, ad esclusione di un unico documento del Ministero dell'interno risalente al 2016 che riporta di soli 33 incidenti razzisti. A tal proposito gli autori hanno ovviato alla carenza di incidenti raccogliendo in maniera non sistematica sia fatti di cronaca sia report non scientifici di organizzazioni non governative come Vox diritti;

   i due accademici ammettono che in Italia non esistano limitazioni alle pratiche islamiche. Sono consentiti: il velo, salvo casi eccezionali, la macellazione halal, le moschee, la circoncisione rituale, le preghiere e il burka nonostante vi siano norme che ne vietano l'uso questo è nei fatti tollerato;

   è di tutta evidenza come gli italiani abbiano il massimo rispetto; va però considerata ad avviso dell'interrogate, per i rifugiati che i princìpi fondanti dell'Islam sono effettivamente incompatibili con quelli della civiltà cristiana occidentale e che il jihad, combattuto anche con lo strumento del terrorismo, è prescritto nel Corano e nella Sunna, benché la maggior parte dei musulmani non lo pratichino;

   si potrebbe ignorare la pubblicazione, se non fosse che è stata l'Unione europea a finanziare il rapporto. Come ricorda Burhanettin Duran, il coordinatore generale di Seta, nella prefazione: «l'EU ha generosamente finanziato l'intero progetto incluso il presente libro, i tavoli di discussione, i workshop e molte altre attività relative a questo studio» –:

   se non si ritenga opportuno adottare iniziative di competenza, in sede europea sia ai fini di un attento monitoraggio dei fenomeni in questione, sia per evitare che siano erogati finanziamenti a progetti che, ad avviso dell'interrogante, oltre ad essere inutili minano la credibilità e la dignità di intere popolazioni, tra cui quella italiana.
(4-04224)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 4 agosto 2020
nell'allegato B della seduta n. 386
4-04224
presentata da
GIGLIO VIGNA Alessandro

  Risposta. — La Fondazione per la ricerca politica, economica e sociale (SETA) ha beneficiato di una sovvenzione nell'ambito della 5a fase del «Programma di dialogo della società civile UE-Turchia» finanziato, a partire dal 2015, dalla dotazione dello strumento di preadesione (IPA) 2015. Il progetto è stato realizzato dalle autorità turche secondo le modalità di attuazione indiretta. Tale modalità include l'attuazione del progetto da parte delle autorità nazionali del Paese beneficiario, di organizzazioni internazionali o di agenzie di sviluppo dei Paesi membri.
  Da parte della Commissione europea sono state fornite, anche da ultimo, conferme circa il pieno rispetto delle norme UE che disciplinano l'assegnazione delle sovvenzioni – in particolare la trasparenza e la parità di trattamento – in occasione del processo di selezione per questo progetto. Inoltre, in base a tali contratti, i contenuti dei materiali sono di esclusiva responsabilità del destinatario dei fondi e una dichiarazione di non responsabilità dell'Unione europea (
disclaimer) è presente nella prima pagina del rapporto prodotto da SETA.
  Occorre sottolineare che a seguito della grave involuzione del quadro interno turco sotto il profilo del rispetto dei diritti fondamentali e della libertà di espressione, accentuatasi dopo il fallito colpo di Stato del luglio 2016, gli stanziamenti IPA hanno registrato successive sensibili decurtazioni pari a circa 1 miliardo di euro sulla dotazione complessiva 2014-2021 e ulteriori tagli sui bilanci annuali per il 2019 e 2020. Inoltre, a partire dal programma 2017, il sostegno IPA alla società civile è stato ricentralizzato e tutti i fondi relativi sono gestiti direttamente dalla Commissione.
  L'assegnazione alla Fondazione SETA rientra nell'anno di programmazione IPA 2015, vale a dire prima della ri-centralizzazione dei programmi gestiti dalla Commissione. Per completezza d'informazione si fornisce il
link della risposta fornita dall'allora Commissario Hahn a una interrogazione del parlamentare europeo Mandi (PPE) sul medesimo argomento: http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/P-9-2019-003384-ASW_EN.html.
  L'Italia nutre forti preoccupazioni per l'involuzione dello Stato di diritto e per la limitazione delle libertà fondamentali in Turchia, Nel quadro di una necessaria fermezza della risposta UE rispetto alle iniziative turche, si ritiene comunque essenziale mantenere aperti i canali di dialogo con Ankara, in considerazione del carattere strategico delle complesse sfide comuni sullo scenario globale – come quella migratoria – e conservare importanti leve per tenere «agganciata», secondo le modalità più adeguate, la società civile turca.
  Per quanto riguarda la strategia di prevenzione e contrasto ai fenomeni di estremismo violento, il Ministero dell'interno evidenzia che nell'ambito del Meccanismo di cooperazione europea essa ruota attorno alle tre seguenti strutture:

   la task force sulla radicalizzazione, costituita all'interno della Commissione Europea;

   lo Steering Board on Radicalisation, che rappresenta una cabina di regia a cui prendono parte i delegati di ciascuno Stato membro dell'Unione, che ha la funzione di suggerire alla Commissione europea gli obiettivi strategici prioritari in tema di contrasto al terrorismo;

   il Network of National Prevent Policy-Makers, composto dai delegati degli Stati membri.

  Dal 2011 è inoltre nato per volontà della Commissione Europea il progetto RAN - Radicalisation Awareness Network con l'obiettivo di mettere a fattor comune le migliori prassi adottate in ciascuno Stato dell'Unione europea in materia di prevenzione dei processi di radicalizzazione violenta.
  Sul piano interno va segnalata l'operatività dell'Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori (OSCAD), istituito nel 2010 allo scopo di ottimizzare le attività svolte dalle Forze di polizia a competenza generale nella prevenzione nei contrasto dei reati di matrice discriminatoria (
hate crimes o crimini d'odio).
  L'OSCAD dedica grande attenzione all'attività di monitoraggio e a partire dal 2014 elabora il contributo del Dipartimento della pubblica sicurezza sui crimini d'odio per il rapporto annuale dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa – OSCE (per l'Italia pubblicato alla pagina
http://hatecrime.osce.org/italy).
  Attualmente, i contributi vengono forniti combinando le segnalazioni OSCAD e i dati del «Sistema di Indagine - SDI».
  In particolare, va evidenziato che i dati SDI (estratti dal Centro elaborazione dati – CED interforze) attengono ai reati con finalità discriminatorie che hanno «copertura normativa» (ossia relativi a «razza», etnia, nazionalità, religione e appartenenza a minoranze linguistiche nazionali), mentre le segnalazioni OSCAD riguardano gli ambiti discriminatori privi di specifica copertura normativa (relativi ad orientamento sessuale ed identità di genere).
  Per quanto attiene all'ambito etnico/razziale/religioso è possibile fornire un dato complessivo giacché la normativa vigente in materia non distingue le specifiche finalità discriminatorie. Conseguentemente, non possono essere estrapolate dal Sistema di Indagine le violazioni distinte per le singole categorie che compongono tale ambito.
  Di seguito, si riportano i dati forniti all'OSCE, suddivisi per ambito e relativi agli anni dal 2016 al 2018:

   Razza, etnia, nazionalità, religione: 494 nel 2016; 828 nel 2017 e 801 nel 2018.

   Orientamento sessuale e identità di genere: 38 nel 2016; 63 nel 2017 e 100 nel 2018.

   Disabilità: 204 nel 2016; 157 nel 2017 e 210 nel 2018.

   Totale: 736 nel 2016, 1.048 nel 2017 e 1.111 nel 2018.

  In ragione della loro eterogeneità, i dati comunicati all'OSCE non forniscono un quadro avente valore statistico sul fenomeno in Italia, conseguentemente incrementi/diminuzioni non sono correlabili con certezza ad un proporzionale incremento/diminuzione dei crimini d'odio nel nostro Paese.
  Inoltre, si evidenzia che l'Osservatorio, in ragione della
expertise maturata in tema di reati di matrice discriminatoria, è stato coinvolto in un meeting internazionale di esperti nell'ambito della progettualità (finanziata dalla Commissione europea) Hatemeter, coordinata dall'Università di Trento e finalizzata al miglioramento della conoscenza, della prevenzione e del contrasto dell'odio antimusulmano online (Tolosa, 18 dicembre 2019).
  Infine, nell'ambito della progettualità europea
Facing all the Facts (2016-2019), tesa alla produzione di moduli formativi online per le Forze di polizia ai fini del miglioramento delle capacità di riconoscimento, prevenzione e contrasto dei crimini d'odio, è stato realizzato uno specifico modulo sugli indicatori di pregiudizio in materia di islamofobia.
  

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Ivan Scalfarotto.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

piano di finanziamento

discriminazione razziale

finanziamento comunitario