ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04205

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 268 del 28/11/2019
Firmatari
Primo firmatario: D'IPPOLITO GIUSEPPE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 28/11/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 28/11/2019
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04205
presentato da
D'IPPOLITO Giuseppe
testo di
Giovedì 28 novembre 2019, seduta n. 268

   D'IPPOLITO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   il quotidiano Il Fatto Quotidiano dell'1° aprile 2019 a pagina 10, in un articolo a firma di Lorenzo Giarelli dal titolo «Rifiuti & cosche: gli appalti ad aziende a rischio mafia», segnalava che tra le imprese protagoniste della gestione del sistema dei rifiuti, risultano iscritte all'Albo gestori ambientali, del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, numerose aziende che, secondo varie prefetture, risultano a rischio di infiltrazioni mafiose; ciò si verificherebbe a causa delle maglie troppo larghe offerte dall'attuale normativa che disciplina il funzionamento del citato Albo;

   il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ad avviso dell'interrogante sorprendentemente, avrebbe invece replicato di ritenere le norme regolamentari sufficientemente stringenti dovendo semmai ipotizzarsi l'opportunità di una modifica legislativa ispirando a una visione di maggior favore le norme antimafia;

   la circostanza della presenza, tra le ditte iscritte all'Albo per la gestione della filiera di rifiuti, soggetti non in regola con la certificazione antimafia, è stata confermata dal presidente dello stesso albo, in data 1° ottobre 2019, in sede di audizione davanti la Commissione bicamerale sul ciclo illecito dei rifiuti, la cosiddetta Commissione ecoreati; in tale occasione, il Presidente dell'albo ha dichiarato che talune di queste imprese sono state cancellate dall'albo; alcune sono state poi reiscritte a seguito di pronunce della giustizia amministrativa;

   l'albo gestori ambientali, previsto dal decreto legislativo n. 152 del 2006, è disciplinato con decreto ministeriale n. 120 del 3 giugno 2014 che ha abrogato e sostituito il precedente decreto 28 aprile 1998, n. 406;

   le nuove norme ridisegnano la disciplina autorizzativa dell'intera filiera rifiuti, con disposizioni, però, che effettivamente appaiono all'interrogante incongrue, contraddittorie, irragionevoli, di minore garanzia per la collettività e di maggior favore, al contrario, di un sistema in conflitto d'interessi;

   si citano, tra le disposizioni più rilevanti, a titolo d'esempio:

    l'articolo 3, comma 1, che prevede la composizione del comitato nazionale dell'albo stabilendo che in esso siedano ben otto componenti del mondo imprenditoriale di cui alcuni rappresentanti delle categorie degli autotrasportatori, delle organizzazioni che rappresentano i gestori dei rifiuti, delle imprese che effettuano attività di bonifica dei siti e dei beni contenenti amianto, quest'ultimi – a parere dell'interrogante – in palese conflitto d'interessi, attesi i compiti e le funzioni del Comitato nazionale (confusione dei ruoli di controllato e controllore);

   ancora l'articolo 3, comma 6, che affida i compiti di segreteria al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ma il successivo comma 7 rinvia alla stipula di apposita convenzione con l'Unione italiana delle camere di commercio che ad oggi prevede una segreteria composta per sette ottavi da membri della stessa Unioncamere;

   l'articolo 10, che non prevede, tra i requisiti per l'iscrizione e, nella prassi l'esclude, l'attestazione della insussistenza di eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi delle imprese o degli enti che si iscrivono, consistente nella informazione interdittiva antimafia di cui all'articolo 91 del citato decreto legislativo n. 159 del 2011;

   l'articolo 12, che manda esente da responsabilità il titolare dell'iscrizione all'albo per i casi di irregolarità di gestione;

   l'articolo 17, che non subordina (come previsto nel previgente regolamento) l'iscrizione delle ditte, per gran parte delle attività disciplinate, alla presentazione di idonea garanzia finanziaria a favore dello Stato;

   l'articolo 22, che prevede un termine per il rinnovo dell'iscrizione all'Albo eccessivamente lungo (cinque o dieci anni);

   sempre in sede di audizione in commissione bicamerale sono state affrontate questioni relative alla compatibilità degli incarichi ricoperti da membri del Comitato nazionale e a possibili situazioni di conflitto di interessi; da ultimo si rileva che il Presidente dell'albo è stato rinnovato nell'incarico, nel febbraio 2018, per il terzo quinquennio e, considerato che si tratta di una persona di oltre 70 anni, a giudizio dell'interrogante dovrebbe essere stato già posto in quiescenza –:

   se non si ritenga quanto mai opportuno e urgente adottare iniziative per riportare sui binari dell'ortodossia amministrativa l'organizzazione e la governance di questo importante organismo;

   se non ritenga necessario e opportuno, conseguentemente, avviare l’iter per la modifica del decreto ministeriale n. 120 del 2004.
(4-04205)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

mafia

protezione dell'ambiente

moralita' della vita economica