ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04108

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 261 del 18/11/2019
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 5/01968
Firmatari
Primo firmatario: BRAGA CHIARA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/11/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI E PER IL TURISMO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 18/11/2019
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 18/11/2019
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI E PER IL TURISMO delegato in data 22/11/2019
Stato iter:
24/07/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/07/2020
ORRICO ANNA LAURA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI E ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/07/2020

CONCLUSO IL 24/07/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04108
presentato da
BRAGA Chiara
testo di
Lunedì 18 novembre 2019, seduta n. 261

   BRAGA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. — Per sapere – premesso che:

   Villa Emo è una villa veneta realizzata nei pressi della località di Fanzolo, nel comune di Vedelago, in provincia di Treviso, dal famoso architetto Andrea Palladio. L'opera, costruita probabilmente a partire dal 1558 fu commissionata dalla nobile famiglia Emo di Venezia, famiglia di cui è rimasta nelle disponibilità fino al 2004, cedendola poi alla Banca di Credito Trevigiano. È una delle più compiute ville palladiane. Dal 1996 è stata inserita dall'Unesco nella lista dei patrimoni dell'umanità, assieme alle altre ville palladiane del Veneto e a Vicenza «città del Palladio»;

   detto capolavoro architettonico è incorniciato da due lunghe barchesse colonnate che ospitavano originariamente le strutture per le attività agricole, secondo un progetto di struttura produttiva analogo a quello di Villa Badoer e di buona parte dei progetti palladiani di villa in tutto il Veneto;

   come riportano recentemente il quotidiano La Repubblica e l'autorevole blog di storia dell'arte «ArtTribune», il consiglio di amministrazione della sopraddetta Banca di Credito Trevigiano, il 28 gennaio 2019, ha messo ai voti il destino della villa e ha deciso per la sua alienazione sulla base di una poco dettagliata offerta, perlomeno negli importi e nelle modalità della transazione, di uno sconosciuto magnate straniero;

   come racconta la Tribuna di Treviso, che descrive la battaglia di più di un migliaio di liberi cittadini riunitisi nel comitato «No VendEMO» e coordinati da Fiorenza Morao, la vendita del complesso di Villa Emo Capodilista inevitabilmente causerà un frazionamento del complesso artistico snaturandolo e creando un danno con relativa perdita di valore inestimabile per tutto il territorio;

   il World Heritage Committee dell'Unesco, l'organismo di controllo che vigila sulla corretta conservazione dei beni culturali riconosciuti patrimonio dell'umanità, ha aperto un'indagine per valutare se la vendita di Villa Emo – in particolare scorporando l'antica fattoria sede della banca – garantirebbe o meno il prestigioso logo di cui si fregia la villa. È già pervenuta al comitato «No VendEMO» una lettera, firmata dalla responsabile del settore culturale del World Heritage Centre delle Nazioni Unite;

   quanto sopra descritto risulta peraltro un paradosso, poiché i firmatari della petizione per la tutela di Villa Emo nella sua interezza e contro l'alienazione sono soci, clienti della banca e semplici cittadini che riconoscono in Villa Emo il bene più rappresentativo della loro comunità. Un bene acquisito da una banca, il Credito Trevigiano, strettamente legata al territorio e che su di esso ha come mandato quello di reinvestire. Una banca della comunità che non può non considerare ciò che la sua comunità vuole. Nel 2014 il Credito Trevigiano fu commissariato dal Ministero dell'economia e delle finanze su indicazioni della Banca d'Italia per perdite oltre i 42 milioni e altre irregolarità nella gestione dell'istituto, ora l'istituto è uscito dalla sua crisi e quanto si apprende è in equilibrio finanziario;

   il complesso architettonico, comprese le pertinenze, di Villa Emo Capodilista, in Fanzolo, è sottoposto a vincolo conservativo ai sensi della legge n. 1089 del 1939 –:

   quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, intenda intraprendere il Governo, anche per il tramite degli uffici territorialmente competenti come la Soprintendenza regionale del Veneto, per conoscere i dettagli e le condizioni della prospettata alienazione del bene in questione, anche al fine di valutare quali saranno gli impatti paesaggistici e architettonici e l'eventuale rischiosa perdita di valore del bene che è tutelato dalla normativa nazionale vigente.
(4-04108)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 24 luglio 2020
nell'allegato B della seduta n. 379
4-04108
presentata da
BRAGA Chiara

  Risposta. — Si riscontra l'atto di sindacato ispettivo in esame, con il quale l'interrogante ha chiesto di conoscere quali iniziative urgenti il Ministero intende intraprendere riguardo alla prospettata alienazione del bene indicato.
  Sulla base degli elementi acquisiti dai competenti uffici centrali e periferici di questo Ministero, si rappresenta quanto segue.
  Il complesso di Villa Emo a Fanzolo, nel Comune di Vedelago (TV) è parte del sito «Vicenza e le Ville del Palladio nel Veneto», a seguito dell'estensione, nel 1996, del sito originariamente iscritto nella lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO nel 1994.
  L'ipotesi di un eventuale frazionamento e alienazione della Villa fu rappresentata per la prima volta al Ministero tramite un esposto da parte dell'ex proprietario, Leonardo Emo Capodilista, che temeva conseguenze per la sua conservazione.
  A tal proposito, il segretariato generale del Ministero, competente in materia di siti UNESCO iscritti nella lista del patrimonio mondiale, indirizzò, in data 26 aprile 2018, una richiesta all'allora soggetto proprietario, il Credito trevigiano Banca di credito cooperativo e al soggetto gestore delle attività culturali che vi si svolgono, la Fondazione Villa Emo onlus, volta a conoscere la reale situazione circa lo stato delle proprietà del complesso.
  Nella nota era altresì evidenziato come l'intero sito UNESCO fosse oggetto di una procedura di verifica dello stato di conservazione, ancora in corso, da parte degli organismi internazionali.
  Nell'ambito di tale processo, seguito dallo stesso segretariato generale, in collaborazione con gli uffici del Ministero operanti sul territorio per la tutela e con le altre autorità localmente responsabili, si colloca una missione consultiva condotta nel marzo 2017 da esperti dell'ICOMOS (International council on monuments and sites) e del Centro del patrimonio mondiale dell'UNESCO.
  In quell'occasione, gli esperti internazionali espressero raccomandazioni riguardanti anche le ville e il loro rapporto con il paesaggio di riferimento, puntualmente rappresentate ai proprietari e gestori di Villa Emo.
  Il complesso delle raccomandazioni dell'UNESCO riguardanti l'intero sito «Città di Vicenza e le Ville del Palladio nel Veneto», sono all'attenzione del comitato di Pilotaggio del sito stesso, coordinato dal comune di Vicenza e composto dagli enti a vario titolo competenti per la tutela e la gestione, tra cui figurano gli uffici territoriali del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo.
  Il 28 giugno 2019 l'atto di compravendita tra la Banca di credito cooperativo e la Palazzo Garzoni s.r.l. di Venezia è stato perfezionato per un prezzo complessivo di 15 milioni di euro.
  Poiché Villa Emo, come correttamente evidenziato nell'atto parlamentare, è sottoposta alle disposizioni del codice dei beni culturali e del paesaggio, l'atto di compravendita che riguarda tutto il complesso di Villa Emo con giardino, annessi rustici, borgo, brolo e spazi agricoli è stato regolarmente denunciato al Ministero per l'eventuale esercizio del diritto di prelazione da parte dello Stato o della regione.
  Né lo Stato, né la regione hanno esercitato il diritto di prelazione previsto dall'articolo 60 del codice dei beni culturali, in considerazione della somma elevata che, avrebbe gravato sulle finanze pubbliche.
  Si rassicura, comunque, l'onorevole interrogante circa il fatto che la compravendita ha riguardato l'intero complesso (salvo la parte riservata alla attività bancaria) e permane, sulla Villa, l'attenta opera di tutela e salvaguardia da parte della competente soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l'area metropolitana di Venezia e per le province di Belluno, Padova e Treviso.
  Ancora, poiché l'ipotesi della vendita frazionata aveva allarmato anche il centro del patrimonio mondiale di Parigi (che assicura la gestione quotidiana della convenzione, organizza gli incontri statutari previsti dalla convenzione per il matrimonio Mondiale, l'Assemblea generale biennale degli Stati membri, gli incontri annuali del comitato per il patrimonio mondiale e gli incontri dell'ufficio), in conformità a quanto previsto nel par. 174 delle linee guida per l'attuazione della convenzione sul patrimonio mondiale, si potranno effettuare opportune verifiche per assicurarsi che la gestione del sito, a medio e lungo termine, non rischi di essere compromessa.
  La soprintendenza ha assicurato, al riguardo, ogni eventuale e necessario intervento di moderazione a livello progettuale.
  Questo, sostanzialmente, si configura con un'attività autorizzatoria mirata ad evitare ogni possibile alterazione del valore storico artistico del bene.

Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e per il turismo: Anna Laura Orrico.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

banca

tutela dei soci

Unesco