ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04052

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 254 del 07/11/2019
Firmatari
Primo firmatario: FERRO WANDA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 07/11/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA 07/11/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 07/11/2019
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04052
presentato da
FERRO Wanda
testo di
Giovedì 7 novembre 2019, seduta n. 254

   FERRO e DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   desta preoccupazione la decisione di ridurre la scorta alla dottoressa Marisa Manzini, sostituto procuratore della Repubblica nel processo contro uno dei più sanguinari boss della ’ndrangheta calabrese e oggi consulente della Commissione parlamentare antimafia;

   secondo quanto riportato nelle ultime ore da fonti di stampa locale, Pantaleone Mancuso, alias «Scarpuni», figura apicale dell'omonima cosca della ’ndrangheta vibonese, che aveva già minacciato il magistrato, continua a farlo dal carcere, volendo imputare alla Manzini, che all'epoca del processo rappresentava la pubblica accusa, la morte della moglie che aveva cominciato a collaborare, per poi volere tornare a casa di Mancuso e dopo un mese essere trovata suicida per «aver ingerito» acido muriatico;

   le nuove minacce sono state rese pubbliche pochi giorni fa davanti alla seconda sezione penale del tribunale di Salerno dove si è celebrata la prima udienza del processo a carico del Mancuso, imputato di «oltraggio a un magistrato in pubblica udienza», reato aggravato dalle modalità mafiose;

   durante un'udienza nell'aula bunker di Vibo Valentia, infatti, Mancuso, collegato in videoconferenza dal carcere, aveva gravemente minacciato la dottoressa Manzini che, applicata alla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, stava sostenendo l'accusa nel processo contro la cosca;

   dopo quelle gravissime minacce mafiose, culminate nella frase emblematica «fai silenzio ca parrasti assai», alla dottoressa Manzini è stato elevato il livello di protezione;

   pochi giorni fa, nel corso dell'udienza, è stato rivelato il contenuto di una intercettazione in carcere, in cui Mancuso esprimeva ai propri familiari un astio profondo nei confronti della dottoressa Manzini, circostanza contenuta in una informativa di polizia giudiziaria trasmessa alla procura nel 2018. Sono espressioni preoccupanti, che dimostrano il risentimento e la sete di vendetta da parte del capo di una delle cosche mafiose più pericolose al mondo;

   lo stesso Ministro dell'interno Luciana Lamorgese, in audizione presso la Commissione parlamentare antimafia, ha ribadito l'assoluta pericolosità della ’ndrangheta che non dimentica i suoi nemici;

   nonostante ciò, a soli quindici giorni dall'inizio del processo, con una decisione che ha davvero dell'incredibile, alla dottoressa Manzini è stato ridotto il livello di protezione da secondo a terzo grado. In sostanza, il magistrato può contare su un solo uomo di tutela, nonostante sia in cima alla «lista nera» della cosca del Vibonese, e ciò rende evidente il rischio per la sua incolumità e per quella degli uomini delle forze dell'ordine che hanno il compito di proteggerla –:

   quali urgenti iniziative di competenza si intendano assumere per garantire tutta la necessaria protezione ad un magistrato da sempre in prima linea contro la ’ndrangheta.
(4-04052)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

udienza giudiziaria

mafia

procedura penale