ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04035

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 253 del 06/11/2019
Firmatari
Primo firmatario: CECCHETTI FABRIZIO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 06/11/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MACCANTI ELENA LEGA - SALVINI PREMIER 06/11/2019
TOMBOLATO GIOVANNI BATTISTA LEGA - SALVINI PREMIER 06/11/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI 06/11/2019
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI 06/11/2019
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 15/01/2020
Stato iter:
21/05/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 21/05/2020
PATUANELLI STEFANO MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 21/05/2020

CONCLUSO IL 21/05/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04035
presentato da
CECCHETTI Fabrizio
testo di
Mercoledì 6 novembre 2019, seduta n. 253

   CECCHETTI, MACCANTI e TOMBOLATO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il consiglio di sorveglianza di Peugeot S.A. e il consiglio di amministrazione di Fiat Chrysler Automobiles N.V. hanno concordato all'unanimità di lavorare a una piena aggregazione dei rispettivi business tramite una fusione paritetica;

   l'aggregazione proposta creerebbe il 4° costruttore automobilistico al mondo in termini di unità vendute (8,7 milioni di veicoli), con ricavi congiunti di quasi 170 miliardi di euro e un utile operativo corrente di oltre 11 miliardi di euro;

   il consiglio di amministrazione sarebbe composto da 11 membri: cinque sarebbero nominati da FCA (incluso il presidente) e cinque da Groupe PSA (incluso il senior Independent Director e il vice presidente), mentre l'attuale amministratore delegato di PSA ricoprirebbe il ruolo di chief executive officer, oltre che membro del consiglio di amministrazione, per un mandato iniziale di cinque anni;

   la nuova capogruppo con sede in Olanda sarebbe quotata sui mercati Euronext (a Parigi), Borsa Italiana (a Milano) e al New York Stock Exchange e continuerebbe a mantenere la presenza nelle attuali sedi operative centrali in Francia, Italia e negli Stati Uniti;

   i cinesi di Dongfeng, azionisti di Psa con una quota pari a quella della famiglia Peugeot e della Cdp francese, non hanno siglato l'accordo di lock-up di tre anni sulle azioni della nuova società che dovrebbe nascere dalla fusione tra Psa e Fca, cui si sta lavorando. Dongfeng detiene circa il 12 per cento del capitale del gruppo automobilistico francese e, mentre si è impegnata in un accordo di standstill di 7 anni con Exor, la famiglia Peugeot e Bpifrance Participations SA, non ha siglato l'accordo di lock-up di tre anni. Entrambe le intese hanno validità dal momento della fusione. Unica eccezione all'accordo è che alla famiglia Peugeot sarebbe concesso di aumentare del 2,5 per cento la propria partecipazione nella società risultante dalla fusione nei primi 3 anni successivi al closing, esclusivamente acquisendo azioni da Bpifrance Participations e Dongfeng;

   il quotidiano Il Sole 24 Ore ha osservato che «La presenza del costruttore cinese offre delle opportunità ma allo stesso tempo può rappresentare un'incognita. Le opportunità sono evidentemente tutte legate al fatto che l'alleanza con una delle principali compagnie asiatiche può aprire le porte del mercato del Far East al maxi gruppo dell'auto che nascerà dalla fusione tra Fca e Psa. Le perplessità riguardano invece il passaporto di Dongfeng e il Dna per metà americano di Fiat Chrysler: un binomio che, nell'epoca dei dazi, non sempre può risultare vincente»;

   l'incertezza sui mercati globali dovuta al rischio dazi tra gli Stati Uniti e la Cina potrebbe avere conseguenze dirette sul settore dell'automobile;

   il Presidente del Consiglio dei ministri ha dichiarato che «il Governo non può rimanere indifferente rispetto a un progetto industriale così importante» –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa e quali iniziative, anche di carattere normativo, intenda assumere per tutelare il mercato dell’automotive e salvaguardare i livelli occupazionali e gli stabilimenti produttivi sul territorio nazionale;

   se e con quali iniziative il Governo intenda affrontare l'ipotesi di un arresto dell'esportazione di autovetture, dovuto all'applicazione di eventuali dazi commerciali, e l'inevitabile contrazione dello sviluppo economico dato il ruolo strategico ricoperto dall'industria dell'auto.
(4-04035)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 21 maggio 2020
nell'allegato B della seduta n. 344
4-04035
presentata da
CECCHETTI Fabrizio

  Risposta. — Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame, nell'ambito delle competenze del Ministero dello sviluppo economico, si rappresenta quanto segue.
  Gli interroganti fanno riferimento alla fusione tra «
Fiat Chrysler Automobiles» e «Groupe PSA».
  Com'è noto, l'accordo tra i citati gruppi è stato firmato a dicembre 2019 e attribuisce la carica di presidente a John Elkann e la carica di amministratore delegato a Carlos Tavares.
  Come sottolineano gli interroganti, con la fusione nascerebbe il quarto costruttore automobilistico al mondo, con ricavi congiunti di 170 miliardi di euro, quasi 9 milioni di veicoli venduti annualmente e un utile operativo corrente di oltre 11 miliardi di euro.
  Gli interroganti, invero, esprimono preoccupazione sulla presenza dell'azienda cinese
Dongfeng motor corporation, azionista PSA, riportando un articolo del 2 novembre 2019 del quotidiano Il Sole 24 Ore, nel quale si sostiene che la presenza del costruttore cinese offra opportunità ma anche incognite: le perplessità riguarderebbero «il passaporto di Dongfeng e il Dna per metà americano di Fiat Chrysler: un binomio che, nell'epoca dei dazi, non sempre può risultare vincente».
  Ebbene, in un articolo del 4 gennaio 2020, lo stesso quotidiano
Il Sole 24 Ore ha fornito la seguente fotografia dello stato dell'arte dell'azionariato della Dongfeng: «In teoria nel nuovo aggregato, post fusione dei due gruppi e alla luce di una aggregazione alla pari, l'assetto vedrebbe la holding della famiglia Agnelli al 14 per cento, e la famiglia Peugeot, Bpifrance e Dongfeng al 6 per cento ciascuno. Nel nuovo accordo gli equilibri sono stati leggermente spostati. [... È stata infatti stabilita ...] la discesa del socio cinese che venderà una parte dei titoli in suo possesso nella nuova entità, l'1,5 per cento, al Gruppo Psa, con contestuale annullamento delle azioni. Dongfeng, dunque, scenderà non al 6 per cento ma al 4,5 per cento».
  Vista l'entità dell'operazione citata e la rilevanza del settore
automotive per l'economia nazionale, il Governo ritiene necessario porre la massima attenzione sugli effetti derivanti dalla fusione tra i due gruppi sulle sue ricadute in termini economici e occupazionali. A tal ultimo proposito, si ricorda che i gruppi in parola hanno garantito un massiccio piano industriale, nell'ambito del quale sono stati confermati gli investimenti in Italia.
  Pertanto, il Governo monitorerà l'attuazione del citato piano industriale anche nell'ottica di rilanciare, più in generale, l'industria, dell'
automotive in Italia.
  D'altro canto va ricordato che il principale mutamento che il settore dell'
automotive dovrà affrontare nei prossimi anni è rappresentato dall'avvento delle nuove tecnologie: il settore è infatti profondamente toccato dalla transizione dalla propulsione endotermica alla trazione elettrica.
  Peraltro, è previsto che il settore dei trasporti contribuisca al raggiungimento degli obiettivi dell'Unione europea in termini di emissioni di CO2, obiettivi che anche l'Italia ha fissato in seno al Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC), inviato a dicembre scorso alla Commissione europea.
  La priorità per il Governo, dunque, è quella di guardare al futuro del settore, accompagnando l'industria nazionale verso le nuove modalità di trasporto merci e persone, puntando ad aumentare la quota di energie rinnovabili nei trasporti, adeguando le infrastrutture di ricarica alla crescita prevista del numero di veicoli elettrici.
  Quanto sopra esposto evidenzia la necessità di una strategia di medio-lungo termine che il Ministero dello sviluppo economico sta delineando insieme agli
stakeholders.
  Primo passo di questa strategia è rappresentato dall'istituzione del tavolo dedicato all'
automotive, che si è riunito in prima convocazione il 18 ottobre 2019.
  Il tavolo è stato poi articolato in tre gruppi di lavoro, dedicati rispettivamente al:

   sostegno alla domanda di mezzi di trasporto orientati sui nuovi standard tecnologici energetici e di mobilità sostenibile;

   supporto per lo sviluppo delle reti infrastrutturali;

   sostegno all'offerta di mobilità e alla transizione tecnologica della filiera.

  Il 4 febbraio 2020 ha avuto luogo l'incontro del gruppo di lavoro sul sostegno alla domanda, che io stesso ho presieduto e che ha visto la partecipazione degli operatori dal lato della domanda, nonché di rappresentanti sindacali, della Conferenza delle regioni, dell'università e della ricerca.
  In apertura dei lavori, è stato sottolineato il rilievo strategico del settore dall'
automotive e la necessità che il Governo intervenga, attraverso misure incentivanti, ad accompagnare la transizione energetica e produttiva del settore, anche nell'ottica di raggiungere gli obiettivi al 2030 relativi alla mobilità indicati nel Pniec (in particolare, quelli sui consumi energetici e sulle emissioni nei trasporti).
  Il lavoro del tavolo, dunque, consentirà di definire le misure e le risorse da destinare alla domanda di mezzi di trasporto orientati sui nuovi
standard tecnologici energetici e di mobilità sostenibile, tenendo conto dei cambiamenti tecnologici ed economici in atto nella filiera di riferimento.
  Il 17 febbraio 2020 ha avuto luogo l'incontro del gruppo di lavora sullo sviluppo delle reti infrastrutturali. All'incontro hanno partecipato referenti della società RSE, associazioni datoriali, aziende, sindacati, nonché rappresentanti della Conferenza delle regioni, dell'università e della ricerca.
  Nel corso dell'incontro è stato illustrato l'attuale stato delle infrastrutture di rifornimento e di ricarica, sia a livello nazionale che europeo, e il fabbisogno necessario a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità per il trasporto prefissati nel Pniec.
  Si auspica che il confronto con gli
stakeholders consenta di individuare le misure e le risorse da destinare alla pianificazione della rete infrastrutturale del Paese, al fine di favorire la diffusione dei nuovi servizi di mobilità sostenibile.
  L'obiettivo è quello di realizzare un modello di sviluppo infrastrutturale capace di realizzare sinergie tra pubblico e privato.
  Per sostenere la ricerca e la realizzazione delle reti infrastrutturali saranno messi a disposizione incentivi, misure di semplificazione e standardizzazione delle procedure autorizzative. Si prevede anche di installare impianti di rifornimento e di ricarica negli edifici, con specifiche
policy per la pubblica amministrazione.
  Il tavolo
automotive pone, dunque, le fondamenta della strategia di sostegno e promozione di questo settore, garantendo, al contempo, la tutela del mercato di riferimento, dei livelli produttivi ed occupazionali connessi.
  Su questa scia si pongono anche gli incentivi inseriti nei recenti interventi normativi. Si fa riferimento in particolare:

   alle misure previste nella legge di Bilancio per il 2020 in materia di green mobility per il rinnovo delle dotazioni degli autoveicoli delle pubbliche amministrazioni, prevalentemente mediante acquisto o noleggio di veicoli ad energia elettrica o ibrida o alimentati ad idrogeno (articolo 1, commi 107-109, legge 27 dicembre 2019, n. 160);

   all'estensione dell'ecobonus prevista nel decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162 (cosiddetto Decreto Milleproroghe), convertito con modificazioni dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8. In particolare, con tale decreto è stata estesa la possibilità di fruire del contributo previsto per l'acquisto di autoveicoli nuovi elettrici o ibridi (ecobonus), anche al caso di rottamazione di autoveicoli omologati «Euro zero». Inoltre, è stata abbassata la soglia massima di emissione di CO2 prevista per poter fruire dell'ecobonus per l'acquisto di veicoli, escludendo dal contributo i veicoli ibridi con più alte emissioni di CO2 (articolo 12, commi 2 e 2-bis);

   alle misure di rottamazione dei veicoli adibiti al trasporto merci previste nell'articolo 53 del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124 recante «Disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili», convertito con modificazioni dalla legge 19 dicembre 2019, n. 157.

  Le iniziative sopra richiamate prendono le mosse dalla considerazione che in Italia il parco auto è composto per il 62 per cento da veicoli con almeno 10 anni di vita (euro 4 o inferiori) e pertanto vanno attuate in primis misure di incentivo alla rottamazione e di rinnovo del parco auto, che hanno il duplice obiettivo di migliorare i livelli di emissioni e di stimolare la domanda.
  Infine, si rappresenta che, alla luce delle difficoltà economiche che l'Italia sta attraversando nel periodo attuale, anche e soprattutto in ragione dell'epidemia da Covid-19, questo Governo continuerà ad attuare tutte le misure, idonee e tecnicamente percorribili per tutelare il settore in parola e garantirne lo sviluppo, al fine di mantenere la stabilità dei livelli di produzione ed evitare possibili ricadute occupazionali.

Il Ministro dello sviluppo economico: Stefano Patuanelli.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

automobile

industria automobilistica

sviluppo economico