ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03967

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 249 del 30/10/2019
Firmatari
Primo firmatario: CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 30/10/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 30/10/2019
Stato iter:
25/02/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/02/2020
BONAFEDE ALFONSO MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 25/02/2020

CONCLUSO IL 25/02/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03967
presentato da
CANCELLERI Azzurra Pia Maria
testo di
Mercoledì 30 ottobre 2019, seduta n. 249

   CANCELLERI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la relazione annuale presentata al Parlamento da Mauro Palma, Garante nazionale dei detenuti, fotografa le carenze dei 191 penitenziari italiani, partendo dai cortili con servizi igienici a vista ai «cubicoli» senza finestre, arrivando alla piaga dei suicidi e del sovraffollamento;

   la Sicilia presenta diverse strutture prive di impianti di riscaldamento e di possibilità di erogazione di acqua calda continuativa. In Campania, la capienza massima delle carceri è di 6.142 persone, ma, al momento, i detenuti sono 7.660. A ciò va aggiunta l'endemica carenza di personale sanitario;

   la popolazione carceraria non è fatta di soli detenuti e delle condizioni di detenzione e del sovraffollamento ne fa le spese anche il personale della polizia penitenziaria in servizio presso le carceri italiane; personale che si trova la maggior parte delle volte in carenza d'organico e a dovere affrontare una serie di eventi critici prodotti dalla popolazione detenuta, come atti autolesionismo, tentati suicidi, risse;

   non è da sottovalutare la correlazione tra stress del lavoro e i casi di suicidi avvenuti in polizia penitenziaria; dal 2010 al 2018 sono stati registrati 252 episodi di suicidio tra gli operatori delle forze dell'ordine (carabinieri, polizia, guardia di finanza, polizia penitenziaria, polizia locale) con un'incidenza di 9,8 casi su 100 mila appartenenti alle varie istituzioni; occorre monitorare costantemente lo stato psicologico dell'appartenente alle forze dell'ordine, mediante una più incisiva azione del servizio sanitario, e della figura dello psicologo –:

   quali iniziative abbia adottato o intenda adottare al fine di garantire, negli istituti penitenziari italiani, un'adeguata dotazione di agenti di polizia penitenziaria;

   se ritenga opportuno intraprendere, iniziative urgenti, volte a tamponare nell'immediato il problema legato alla carenza di agenti di polizia penitenziaria e prevenire il verificarsi di eventi tragici;

   se intenda avviare piani o iniziative per un carcere più dignitoso e sicuro, con una polizia penitenziaria maggiormente formata e non lasciata sola.
(4-03967)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 25 febbraio 2020
nell'allegato B della seduta n. 311
4-03967
presentata da
cancelleri

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame l'interrogante, nell'evidenziare che le criticità dell'intero circuito detentivo vanno lette avuto riguardo non solo ai detenuti, ma tenendo in debita considerazione anche la situazione generale della polizia penitenziaria e le condizioni di difficoltà in cui essa opera, aggravate dalle scoperture d'organico che acuiscono uno stato di disagio con ricadute pregiudizievoli in termini di stress da lavoro suscettibile di sfociare anche in gesti anticonservativi, chiede di sapere quali iniziative il Ministro della giustizia abbia adottato o intenda adottare per garantire, negli istituti penitenziari, un'adeguata dotazione di agenti di polizia penitenziaria, se ritenga opportuno intraprendere iniziative urgenti volte a tamponare le scoperture di cui il corpo risente, se intenda avviare piani o iniziative per rafforzare le condizioni di sicurezza delle carceri, anche investendo sulla formazione della polizia penitenziaria.
  Sono di immediata evidenza le politiche assunzionali intraprese da questo Dicastero al fine di rafforzare in maniera incisiva il contingente organico del personale di polizia penitenziaria, nella ferma convinzione che attraverso il conseguimento di tale obiettivo passa inevitabilmente l'innalzamento delle condizioni di sicurezza delle strutture detentive del Paese.
  Quanto sostenuto trova riscontro nelle assunzioni a cui si è dato corso nel 2018 e nel 2019.
  In particolare, solo nell'anno 2018 sono stati immessi in ruolo 1.339 agenti di polizia penitenziaria e 32 ispettori superiori, mentre nell'anno 2019 sono stati immessi in ruolo 1.470 agenti di/Polizia penitenziaria e 971 vice ispettori.
  Sono attualmente in atto il corso di formazione per i vincitori del concorso interno a 2.851 posti per la nomina alla qualifica di vice sovrintendente ed il corso di formazione anche per i vincitori del concorso a 80 posti di vice commissario, mentre verranno completate le procedure concorsuali a complessivi 49 posti di ispettore superiore ed a complessivi 754 posti di allievo agente.
  Si provvedere, altresì, al completamento dell'assunzione straordinaria di 1.300 allievi agenti del corpo di polizia penitenziaria – ai sensi dell'articolo 1, commi 382-383, della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio 2019) – anche mediante scorrimento delle graduatorie vigenti e verranno inoltre avviate, nei prossimi mesi, le procedure per la copertura dei posti di vice sovrintendente conseguite all'incremento della dotazione organica previsto dall'articolo 44, comma 8, lettere
b) e b-bis), del decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95 (di revisione dei ruoli delle forze di polizia), e alle vacanze disponibili dal 31 dicembre 2017 al 31 dicembre 2018.
  È altresì previsto un programma straordinario di assunzioni per i prossimi anni per un totale di 620 unità di polizia penitenziaria e di 150 unità del comparto funzioni centrali con un impegno di spesa di quasi sei milioni annui per il 2020 e per il 2021.
  In tale direzione, si confida realisticamente di poter disporre, a breve, di un ampio bacino di risorse umane a cui attingere per sanare le varie scoperture di cui risentono gli istituti di tutto il territorio.
  Questo Ministero riserva altresì particolare attenzione anche agli strumenti a disposizione del personale di polizia penitenziaria.
  A tal fine sono state avviate attività per la dotazione di innovativi equipaggiamenti atti al contenimento senza pregiudizio per l'operatore penitenziario, come prodotti antitaglio e nuovi giubbotti antiproiettile, ed è attualmente allo studio la futura adozione di altri presidi di sicurezza, come prodotti paracolpi, scudi curvi e maschere facciali.
  Nella medesima direzione si iscrivono lo studio dell'impiego delle nuove tecnologie dei sistemi radar di derivazione militare nella progettazione e nel finanziamento di impianti perimetrali esterni ed impianti interni di videosorveglianza ed allarme, nonché la dotazione di strumenti per prevenire l'illecita introduzione di cellulari all'interno delle carceri, ovvero per rilevarne la presenza e schermarne la ricezione. In particolare, sono stati da poco distribuiti 40
jammer, mentre 40 metal detector, 90 apparecchiature a raggi x e 65 rilevatori portatili di cellulari, tutti recentemente acquistati, sono in corso di installazione ed altri 200 rilevatori sono in fase di acquisto.
  Sul fronte normativo, va poi ricordato che con il cosiddetto decreto sicurezza
bis (decreto-legge 14 giugno 2019, n. 53, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2019, n. 77), al fine di innalzare ulteriormente il livello di tutela penale per gli operatori di pubblica sicurezza, compresi gli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria, è stata esclusa l'applicabilità dell'esimente della particolare tenuità prevista dall'articolo 131-bis del codice penale proprio rispetto ai reati di violenza, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale (articoli 336, 337, 341-bis del codice penale).
  Allo stesso modo va detto che, a legislazione invariata, gli operatori penitenziari già godono di uno stringente sistema di tutela apprestato, in via generale, in favore dei pubblici ufficiali e degli incaricati di pubblico servizio rispetto a condotte criminose di cui siano vittime nell'atto o a causa dello svolgimento del servizio.
  Ed invero, oltre all'aggravante a effetto comune, prevista dall'articolo 61 n. 10 del codice penale, che comporta l'aumento fino a un terzo della pena per qualunque reato commesso in loro danno, con specifico riferimento a condotte di aggressione fisica, trova applicazione l'aggravante a effetto speciale di cui all'articolo 576, comma 1, n. 5-
bis del codice penale che determina l'ergastolo, in caso di omicidio, e l'aumento della pena da un terzo alla metà, in caso di lesioni.
  Resta ferma, in ogni caso, l'apertura di questo Ministero alla valutazione di ogni altra ipotetica prospettiva di ulteriore rafforzamento della tutela degli operatori penitenziari e potenziamento delle condizioni generali di sicurezza in contesto detentivo, oltre che sul versante normativo, anche su quello organizzativo e strumentale.
  Proprio in questa direzione, del resto, lo scorso mese di aprile è stato istituito un gruppo di lavoro, composto da operatori penitenziari esperti nel settore, con il compito di individuare nuovi modelli organizzativi finalizzati a una migliore gestione degli eventi critici in ambito penitenziario.
  Gli esiti dei lavori sono attualmente oggetto di un'approfondita attività di analisi funzionale all'adozione di soluzioni utili ad incrementare il livello di sicurezza nelle carceri.
  Nel corso del 2019, le politiche di questo Ministero rispetto alla gestione del personale penitenziario sono state orientate anche al benessere psico-fisico.
  In questa direzione l'amministrazione ha continuato a finanziare interventi sul capitolo 1687 e sul capitolo 7301 per lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria delle caserme e degli alloggi di servizio, secondo le priorità stabilite dai provveditorati regionali che hanno ricevuto in assegnazione le somme loro ripartite.
  Funzionali allo scopo sono anche le dotazioni di divise, rispetto a cui, nel corrente anno, sono stati assegnati 4,6 milioni di euro per il vestiario e si è proceduto all'acquisto di oltre 10.000 uniformi mentre, al medesimo scopo, sono stati riservati 7 milioni di euro per il 2020.
  Questo Ministero è perfettamente consapevole che, purtroppo, il fenomeno dei suicidi in contesto detentivo interessa anche gli appartenenti alla polizia penitenziaria. Nell'ultimo decennio il numero di episodi autosoppressivi che hanno riguardato il personale del corpo oscilla tra una punta massima di 11, verificatisi nel 2014 e una punta minima di 2 verificatisi l'anno successivo.
  L'attività del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, trasversale a tutte le categorie di personale, tende al rafforzamento delle iniziative indirizzate al benessere psicologico e al contenimento del disagio lavorativo ai fini della prevenzione del rischio
burn out.
  Nel solco del rinnovo, nel 2017, del protocollo d'intesa stipulato tra l'amministrazione penitenziaria e il consiglio nazionale dell'ordine degli psicologi, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, al precipuo fine di stimolare questo virtuoso modello di cooperazione inter-istituzionale, con circolare del 16 agosto 2018 recante «Servizio per la prevenzione del suicidio rivolto al personale di polizia penitenziaria», ha avviato iniziative territoriali.
  Allo stato, secondo l'ultima rilevazione effettuata, risultano sottoscritti protocolli d'intesa con il consiglio dell'ordine degli psicologi presso i seguenti provveditorati regionali: Lazio, Abruzzo e Molise; Toscana e Umbria; Calabria; Sicilia; Triveneto; Emilia Romagna e Marche; Puglia e Basilicata; Lombardia.
  Inoltre si evidenzia che il corpo di polizia penitenziaria, attraverso 4 suoi funzionari, partecipa ai lavori dell'osservatorio permanente interforze sul fenomeno suicidario tra gli appartenenti alle forze di polizia, istituito l'8 febbraio 2019, con decreto del capo della polizia di Stato.
  L'Osservatorio ha aperto i lavori nel mese di aprile e, da allora, si è riunito con cadenza bimensile.
  Nel corso dei lavori è stata condivisa una «scheda tecnica» contenente le informazioni più importanti che attengono alla sfera della persona deceduta, che ciascuna amministrazione avrà cura di trasmettere direttamente all'osservatorio, entro pochi giorni (15/20 al massimo) dall'evento occorso.
  È stata concertata, altresì, una modalità di comunicazione, contestuale all'evento suicidario, che consiste nella compilazione e trasmissione all'osservatorio medesimo di altra «scheda sintetica» che conterrà le prime informazioni conosciute dall'amministrazione a cui appartiene il dipendente deceduto.
  Nel 2019 sono state assunte, su base territoriale, una serie di iniziative formative a tutela del benessere, svolte prevalentemente presso le sedi degli istituti penitenziari ove si sviluppano le condizioni stressogene.
  Oltre a questo tipo di iniziative «locali», vi sono state occasioni formative a carattere interprofessionale, a cui hanno preso parte operatori appartenenti ai due comparti e provenienti da strutture penitenziarie differenti.
  Tra gli obiettivi a cui tendono i progetti formativi figurano l'accrescimento delle competenze connesse alla capacità di analisi e risoluzione dei problemi, il rafforzamento delle competenze comunicative e relazionali, l'offerta di sostegno nelle situazioni emotivamente stressanti, la dotazione di strumenti per fronteggiare gli eventi critici, l'implementazione delle modalità funzionali di gestione dei conflitti, la destrutturazione del pregiudizio verso la richiesta di aiuto e la promozione della cultura del «lavorare insieme per raggiungere l'obiettivo».
  In linea generale, la metodologia formativa utilizzata è quella interattiva e i docenti sono formatori, psicologi, esperti della comunicazione,
counselor.
  Per quanto attiene alla sicurezza sul lavoro, tenuto conto delle disposizioni contenute nel decreto legislativo n. 81 del 2008, anche per il 2019 la formazione in materia è stata individuata come priorità delle attività programmate nelle sedi decentrate e asse primario dei piani annuali regionali della formazione (Parf).
  Il Ministero della giustizia guarda all'attività formativa anche in una prospettiva di più stretta attinenza all'aggiornamento professionale, individuando come sede elettiva il contrasto al terrorismo o comunque a fenomeni di proselitismo e di radicalizzazione violente.
  In particolare, sin dal 2010, è in corso un'attività formativa del personale di polizia penitenziaria tesa ad agevolare l'individuazione e la valutazione degli indicatori di un possibile processo di radicalizzazione violenta
in itinere.
  In un primo momento, l'attività formativa ha riguardato solo il personale di polizia penitenziaria, i comandanti ed i direttori degli istituti che ospitavano detenuti ristretti per reati di terrorismo, per poi essere estesa anche al personale operante nei circuiti comuni.
  L'iniziativa, ripetuta in numerose edizioni, ha permesso di formare un cospicuo numero di operatori penitenziari.
  La formazione specialistica ha riguardato anche la realizzazione, in via sperimentale di corsi intensivi di lingua araba a cui hanno preso parte varie unità di polizia penitenziaria.

Il Ministro della giustizia: Alfonso Bonafede.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

personale carcerario

fisiologia del lavoro

regime penitenziario