ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03902

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 244 del 23/10/2019
Firmatari
Primo firmatario: FERRO WANDA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 23/10/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FRASSINETTI PAOLA FRATELLI D'ITALIA 23/10/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI E PER IL TURISMO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 23/10/2019
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 23/10/2019
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI E PER IL TURISMO delegato in data 04/11/2019
Stato iter:
24/07/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/07/2020
ORRICO ANNA LAURA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI E ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/07/2020

CONCLUSO IL 24/07/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03902
presentato da
FERRO Wanda
testo di
Mercoledì 23 ottobre 2019, seduta n. 244

   FERRO e FRASSINETTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. — Per sapere – premesso che:

   nel lontano 1846 nel territorio di San Sosti, in provincia di Cosenza, fu rinvenuta l'ascia votiva di Kyniskos, risalente probabilmente al VI sec. a. C.;

   l'ascia, delle dimensioni di meno di 20 centimetri di bronzo lavorato, rappresenta un «frammento» delle origini di Sibari, fondata nell'VIII sec. da un gruppo di Achei del Peloponneso e distrutta nel VI dai Crotoniati;

   nel maggio 1884, la collezione del mercante romano di reperti archeologici Alessandro Castellani, stranamente contenente anche l'ascia di Kyniskos, fu posta in vendita a un'asta di Parigi e venne acquistata da Sir Charles Thomas Newton, già responsabile del dipartimento delle antichità del British Museum della Real – Casa inglese;

   alla data odierna la scure-martello di Kyniskos è conservata al British Museum di Londra –:

   quali iniziative urgenti intenda adottare il Governo per ottenere dal British Museum la restituzione dell'ascia votiva di Kyniskos stante l'assenza di titoli che ne giustifichino il possesso e la legittimità della acquisizione da parte del suddetto museo;

   quali iniziative abbia adottato il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo per ottenere il rientro dei beni archeologici della Magna Grecia illegittimamente posseduti da diversi musei stranieri.
(4-03902)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 24 luglio 2020
nell'allegato B della seduta n. 379
4-03902
presentata da
FERRO Wanda

  Risposta. — Si riscontra l'atto di sindacato ispettivo indicato in esame, con il quale l'interrogante ha chiesto di conoscere quali iniziative urgenti il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo intende intraprendere per ottenere dal British Museum di Londra la restituzione dell'ascia votiva di Kyniskos.
  Sulla base degli elementi acquisiti dalla direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio, si rappresenta quanto segue.
  Si premette che per la legislazione italiana i beni archeologici godono di un regime giuridico specifico, in base al quale, ai sensi dell'articolo 91, comma 1, del decreto legislativo n. 421 del 2004, le cose di interesse archeologico, «da chiunque e in qualunque modo ritrovate nel sottosuolo o sui fondali marini appartengono allo Stato e, a seconda che siano immobili o mobili, fanno parte del demanio o del patrimonio indisponibile, ai sensi degli articoli 822 e 826 del codice civile».
  Con l'eccezione di alcune fattispecie straordinarie e residuali disciplinate dall'ordinamento, come recentemente riassunto e ribadito nella circolare della dg abap n. 13/2019, «in deroga a tale principio, è legittima la privata disponibilità di quei beni archeologici per i quali risulti dimostrata la proprietà privata anteriormente all'entrata in vigore della legge 20 giugno 1909, n. 364, la quale, disciplinando specificamente all'articolo 15 lo scavo "per intenti archeologici" ha, per la prima volta introdotto la regola della proprietà a titolo originario dello Stato sui reperti archeologici rinvenuti. Ne consegue che i privati che abbiano acquisito la proprietà di beni archeologici prima di tale data, come pure i loro aventi causa, possono continuare a godere della libera disponibilità di tali beni».
  Forme di protezione del patrimonio archeologico nazionale più risalenti esistevano, invero, anche in alcuni Stati preunitari, tra cui lo Stato della Chiesa e il Regno delle Due Sicilie, nel cui territorio, in particolare, ricade il rinvenimento dell'ascia in questione.
  In particolare, non solo le forme di tutela previste da tali ordinamenti hanno regolato e regolano l'esportazione dei beni, sottoponendola a forme di autorizzazione da parte delle autorità e ne vietano l'illecita circolazione.
  Al contrario, secondo quanto ben noto in letteratura, fu durante la permanenza a Napoli a partire dal 1862 di Alessandro Castellani, noto orafo e antiquario romano, che il reperto in oggetto entrò a far parte della sua collezione di antichità: si tratta di un'ascia databile intorno alla metà del VI sec. a.C., sulla quale si legge in greco arcaico e in alfabeto acheo la dedica a Hera nella Valle (forse con allusione alla collocazione topografica del santuario) di un uomo di nome Kyniskos, che si qualifica come «vittimario».
  Nei decenni a cavallo tra il terzo e quarto dell'Ottocento, Castellani fu molto attivo sul mercato. Egli, secondo quanto ricordato da Felice Barnabei, si dedicò a numerosi e cospicui acquisti in tutto il Regno delle Due Sicilie, con il consenso più o meno esplicita dell'autorità.
  Dopo il 1883, alla morte di Alessandro, il figlio Torquato decise di vendere a Parigi la collezione patema suddivisa in diversi nuclei.
  L'evento ebbe ampia risonanza e fu organizzato e gestito in modo completamente ufficiale e alla luce del sole; i principali acquirenti furono alcuni dei più importanti musei dell'epoca.
  Per i motivi sopra esposti, quindi, l'ascia votiva di Kyniskos, deve considerarsi nella legittima disponibilità del British Museum e si ritiene che non esistano presupposti giuridici che possano sostanziare una rivendicazione del bene da parte dell'Italia.
  Tuttavia, alla luce della nuova articolazione di questo Ministero che prevede la dotazione di un'autonomia speciale per il parco archeologico di Sibari, si rimanda ogni possibile iniziativa in capo al futuro direttore con cui il tema sarà sicuramente preso in esame.
  In margine a quanto specificato, si sottolinea come il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, soprattutto grazie al comando carabinieri tutela patrimonio culturale, unica forza di polizia dedicata alla tutela dei beni culturali, al comitato per il recupero e la restituzione dei beni culturali incardinato nel segretariato generale, e ai suoi uffici tecnici centrali e periferici, compie un costante sforzo per riacquisire al patrimonio nazionale tutti i beni, non solo archeologici, trafugati dall'Italia, sia attraverso procedimenti giudiziari che attraverso percorsi di diplomazia culturale.
  Gli accordi amministrativi tra le parti, in particolare, si rivelano spesso di grande efficacia, consentendo il superamento dei limiti degli accordi internazionali e del disallineamento tra gli ordinamenti giuridici dei vari Paesi.
  Attraverso la lotta al traffico di beni archeologici lo Stato persegue costantemente l'obiettivo primario di arginare la piaga degli scavi clandestini ed evitare l'ulteriore distruzione dei depositi stratigrafici e del loro potenziale documentario.

La Sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e per il turismo: Anna Laura Orrico.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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